Giornata di forti disagi quella di oggi, venerdì 14 novembre, per migliaia di pendolari e viaggiatori italiani, colpiti da due scioperi distinti ma convergenti nel creare un vero e proprio blocco della mobilità. Da una parte il trasporto aereo con cancellazioni e ritardi per i voli EasyJet e Volotea, dall’altra il trasporto pubblico locale romano, dove i mezzi Atac si fermano per l’intera giornata, lasciando a piedi una capitale già quotidianamente sotto pressione sul fronte della mobilità.
Nel comparto aereo, la protesta coinvolge due importanti vettori low-cost. Il personale di Volotea, aderente alla sigla UILT-UIL, ha proclamato uno sciopero di 24 ore per chiedere il riconoscimento della rappresentanza sindacale in azienda e l’avvio di un confronto concreto per un contratto di lavoro più equo. La protesta è il frutto delle tensioni maturate dopo il fallimento delle trattative con la dirigenza nel mese di ottobre, giudicata colpevole di un atteggiamento unilaterale e di chiusura. Parallelamente, EasyJet si ferma per 4 ore, dalle 13 alle 17, con uno sciopero indetto da USB Lavoro Privato. Al centro delle rivendicazioni: condizioni lavorative insostenibili, pressioni e carenza di tutele, in un contesto in cui il personale navigante chiede maggiore stabilità contrattuale e un confronto diretto con la direzione aziendale.
L’ENAC ha comunicato che saranno comunque garantiti i voli nelle fasce protette, dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 21, oltre a quelli da e per le isole, i collegamenti in continuità territoriale e i voli intercontinentali o di pubblica utilità. Tuttavia, numerosi voli rischiano la cancellazione o il ritardo, con disagi a catena per chi viaggia, in particolare negli aeroporti di Milano, Roma e Napoli. Per i passeggeri coinvolti, si applicano i diritti stabiliti dalla normativa europea, che prevede rimborsi fino a 500 euro, ma anche nuovi requisiti più severi per l’indennizzo: almeno 4 ore di ritardo per i voli fino a 3.500 km e 6 ore per quelli oltre tale soglia. In caso di cancellazione, le compagnie devono garantire un volo alternativo entro tre ore oppure rimborsare il biglietto fino al 400% del suo valore, sempre con un tetto massimo di 500 euro. Un pacchetto di norme in fase di aggiornamento a Bruxelles, che punta anche a semplificare le procedure con l’introduzione di moduli precompilati.
Non va meglio sul fronte del trasporto pubblico romano. La giornata odierna è infatti segnata anche dallo sciopero indetto dalle sigle USB Lavoro Privato e Orsa Tpl, che interessa l’intera rete Atac: bus, tram, metropolitane e filobus. L’agitazione durerà 24 ore, ma sarà articolata in due fasce: stop dalle 8:30 alle 17 e poi nuovamente dalle 20 a fine servizio. Saranno garantiti i servizi nelle sole fasce di legge, ovvero dall’inizio del servizio alle 8:30 e dalle 17 alle 20. L’adesione prevista è alta, e fin dalle prime ore del mattino si registrano difficoltà per gli utenti, code alle fermate e corse cancellate.
Le ragioni dello sciopero Atac rispecchiano problematiche analoghe a quelle del comparto aereo: condizioni lavorative giudicate non sostenibili, carenza di sicurezza, mancanza di investimenti su mezzi e infrastrutture, oltre all’assenza di un reale confronto sindacale con la dirigenza. L’agitazione è anche un segnale di protesta più ampio, che coinvolge la tenuta del sistema dei trasporti nel suo complesso, tra tagli, precarietà e disservizi cronici.
In una giornata dove muoversi diventa un’impresa, resta alta l’attenzione sulle rivendicazioni sindacali, che tornano al centro del dibattito pubblico. Il disagio per i cittadini è reale e tangibile, ma mette in luce criticità strutturali che non possono più essere ignorate né rimandate. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
