Sempre più giovani scelgono di disconnettersi dai social, cosa sono gli “Offline Club”

Un movimento di disconnessione digitale conquista l’Europa: gli Offline Club, nati ad Amsterdam nel 2024, organizzano eventi senza smartphone per giovani che cercano autenticità e relazioni genuine lontano dagli schermi.

Un movimento di disconnessione digitale sta attraversando l’Europa, conquistando migliaia di giovani stanchi dell’iperconnessione costante e desiderosi di riscoprire l’autenticità delle relazioni umane. Gli “Offline Club”, iniziative nate per promuovere il digital detox attraverso eventi senza smartphone, rappresentano una risposta concreta al bisogno crescente di rallentare e riconnettersi con se stessi e con gli altri, lontano dalle distrazioni degli schermi.

Il fenomeno ha preso avvio nel febbraio 2024 ad Amsterdam, quando tre giovani della Generazione Z hanno fondato The Offline Club presso il Café Brecht. L’iniziativa, nata dall’esigenza di “staccare dal telefono e riconnettersi con le persone intorno a noi”, ha rapidamente conquistato consensi, espandendosi in tempi record verso altre metropoli europee. Londra ha accolto il movimento con particolare entusiasmo, registrando la partecipazione di oltre 2.000 persone dalla fine di ottobre 2024, mentre città come Parigi, Barcellona, Berlino e Milano hanno aperto i propri chapter locali.

Il successo dell’iniziativa olandese si misura attraverso numeri impressionanti: tutti gli eventi organizzati vanno in sold out in tempi brevissimi, testimoniando un bisogno latente ma profondamente sentito da parte delle nuove generazioni. La formula vincente si basa su un concetto apparentemente semplice ma rivoluzionario nel contesto contemporaneo: creare spazi dove le persone possano “scambiare il tempo sugli schermi con il tempo reale”.

I partecipanti agli Offline Club appartengono prevalentemente alla fascia d’età compresa tra i 20 e i 35 anni, una generazione che, pur essendo cresciuta con la tecnologia digitale, manifesta crescenti segnali di stanchezza verso l’iperconnessione costante. La ricerca condotta dall’Osservatorio Slow Living rivela che l’82% dei giovani ha già sperimentato o desidera intraprendere un periodo di digital detox, evidenziando come la disconnessione digitale non rappresenti più un fenomeno marginale ma una necessità diffusa.

Il profilo tipico del partecipante emerge dalle testimonianze raccolte durante gli eventi: giovani professionisti che riconoscono di trascorrere eccessivo tempo sui dispositivi digitali e che cercano spazi di autenticità in un mondo sempre più virtualizzato. Come dichiarato da una partecipante londinese, “siamo la generazione della tecnologia, ma siamo stanchi di essa e vogliamo riconnetterci con il mondo reale”. Questa affermazione sintetizza perfettamente il paradosso generazionale di chi, pur essendo nato nell’era digitale, sente l’esigenza di recuperare dimensioni più umane e tangibili dell’esistenza.

Gli Offline Club seguono una metodologia precisa che garantisce un’esperienza di disconnessione totale e controllata. All’ingresso degli eventi, i partecipanti devono consegnare i propri smartphone che vengono custoditi in appositi contenitori per tutta la durata dell’incontro. Questa pratica, inizialmente percepita come limitante, viene descritta dai partecipanti come “liberatoria”, permettendo di superare quella che molti riconoscono come una vera e propria dipendenza dai dispositivi mobili.

La programmazione degli eventi si articola tipicamente in due fasi distinte: un primo momento dedicato al “tempo per se stessi”, durante il quale i partecipanti possono dedicarsi ad attività individuali come lettura, scrittura, disegno o riflessione personale. Successivamente, si apre il “tempo per connettersi”, fase orientata alla socializzazione e all’interazione diretta tra i partecipanti attraverso conversazioni, giochi da tavolo o altre attività collaborative.

Gli ambienti scelti per ospitare questi eventi riflettono la filosofia dell’iniziativa: locali caratterizzati da luci soffuse, sedute ampie e comode, spazi progettati specificamente per favorire le conversazioni e l’interazione umana. In alcune occasioni, la scelta è caduta su location particolarmente suggestive come chiese o cattedrali, ambienti che per loro natura scoraggiano l’uso di dispositivi elettronici e favoriscono la contemplazione e l’ascolto.

Il successo degli Offline Club si inserisce in un contesto più ampio di riflessione critica sui rapporti tra tecnologia e benessere psicofisico. Secondo i dati dell’ente regolatore britannico Ofcom, i giovani tra i 25 e i 34 anni trascorrono mediamente quattro ore e tre minuti al giorno sui propri smartphone, mentre alcuni partecipanti agli eventi dichiarano di raggiungere le dieci ore quotidiane di utilizzo. Questi numeri evidenziano un rapporto problematico con la tecnologia che gli Offline Club cercano di riequilibrare attraverso momenti strutturati di disconnessione.

Il fondatore dell’iniziativa, Ilya Kneppelhout, inquadra il fenomeno nel contesto delle “epidemie di solitudine e problemi di salute mentale in crescita”, identificando negli Offline Club una risposta al bisogno di “connessione genuina con gli altri, lontano dagli schermi”. Questa visione trova riscontro nelle testimonianze dei partecipanti che descrivono gli eventi come “il mio posto felice” e “una comunità che stavo aspettando”.

Milano ha accolto il movimento con entusiasmo, ospitando il primo evento italiano presso la libreria Gogol & Company nel settembre 2024. L’iniziativa milanese, guidata dalla community leader Sofia, si inserisce nel tessuto urbano di una città “molto frenetica dove prendersi un momento per staccare, rallentare e conoscere persone nuove non è facile”. Il successo dell’evento inaugurale ha portato all’organizzazione di appuntamenti regolari presso diverse location cittadine, incluso il centro culturale BASE Milano.

L’espansione del movimento in Italia riflette una tendenza più ampia che vede i giovani italiani manifestare preferenze crescenti per “i rapporti di persona e le esperienze offline”, segnalando un cambiamento culturale significativo nelle abitudini e nelle aspettative delle nuove generazioni. Questo fenomeno trova ulteriore conferma in iniziative parallele, come quella di un ristorante veronese che offre una bottiglia di vino gratuita a chi riesce a trascorrere un intero pasto senza utilizzare il cellulare.

Il movimento degli Offline Club rappresenta quindi molto più di una semplice moda passeggera: costituisce un segnale di maturità critica da parte di una generazione che, pur avendo la tecnologia nel proprio DNA, sa riconoscerne i limiti e cerca attivamente modalità per riappropriarsi di dimensioni più autentiche e umane dell’esistenza. Con la pianificazione di nuove aperture in diverse città europee e l’organizzazione di retreat multi-giornalieri, il movimento sembra destinato a consolidarsi come risposta strutturale al bisogno di equilibrio tra mondo digitale e realtà analogica.