La storica trasmissione Striscia la Notizia, il telegiornale satirico ideato da Antonio Ricci e in onda dal 1988, si trova oggi al centro di una battaglia interna a Mediaset che potrebbe segnarne definitivamente il destino. Quella che doveva essere una semplice pausa estiva si è trasformata in una crisi strutturale che coinvolge vertici aziendali, case di produzione e interessi pubblicitari, mettendo in discussione trentasette anni di presenza ininterrotta nei palinsesti dell’ammiraglia.
Il programma, che nella scorsa stagione televisiva aveva registrato un calo significativo degli ascolti scendendo talvolta al 12-13% di share, avrebbe dovuto riprendere la programmazione a novembre secondo quanto annunciato dall’inviato Jimmy Ghione durante un incontro pubblico a La Spezia il 5 settembre. Le dichiarazioni di Ghione, che confermavano il ritorno per la seconda settimana di novembre, hanno però scatenato una reazione a catena all’interno dell’azienda di Cologno Monzese, aprendo scenari imprevisti per il futuro del tg satirico.
Secondo quanto riferito da MOW Mag si sarebbero svolti diversi incontri riservati con dirigenti delle principali case di produzione operanti in Mediaset. Durante questi confronti sarebbe emersa una forte opposizione al ritorno di Striscia nella sua collocazione tradizionale, con Publitalia, la concessionaria pubblicitaria del gruppo, e i dirigenti di Fascino (la società di Maria De Filippi) e Endemol che si sarebbero sollevati contro la decisione di riconfermare il programma.
La resistenza di Publitalia appare comprensibile dal punto di vista commerciale: La Ruota della Fortuna di Gerry Scotti, che ha preso il posto di Striscia nell’access prime time, sta registrando ascolti eccezionali attestandosi stabilmente oltre il 20% di share e raggiungendo picchi del 25,3%. Il confronto con i risultati della scorsa stagione del programma di Ricci risulta impietoso e spiega le preferenze della concessionaria pubblicitaria per un prodotto che garantisce maggiori ricavi dagli inserzionisti.
Anche le società di produzione Endemol e Fascino avrebbero manifestato contrarietà al ritorno di Striscia, preferendo che i rispettivi programmi in prima serata venissero trainati da La Ruota della Fortuna, che porta un numero significativamente maggiore di spettatori. Le alternative valutate per salvare il programma si sono rivelate tutte impraticabili. Il tentativo di collocare Striscia su Italia 1 alle 20:00 si sarebbe scontrato (sempre come riportato da MOW Mag) con l’opposizione del fondatore di un altro programma di peso sulla rete, che avrebbe posto un ultimatum del tipo “O noi o il gruppo di Ricci”. L’ipotesi di offrire al tg satirico lo slot della domenica sera in prime time è stata invece bocciata da Publitalia, che ha previsto un disastro in termini di raccolta pubblicitaria e di share.
La strategia televisiva di Mediaset appare chiaramente orientata verso una logica di mercato che privilegia i risultati immediati. La Ruota della Fortuna sta dimostrando di essere un traino efficace non solo per la propria fascia oraria ma anche per la prima serata che segue, elemento fondamentale in una televisione commerciale dove la vendita degli spazi pubblicitari rappresenta il principale parametro di valutazione. Il successo del programma di Scotti ha permesso a Mediaset di tornare competitiva nei confronti della Rai, che nella passata stagione aveva dominato grazie al traino di Affari Tuoi con Stefano De Martino.
Lo stesso Gerry Scotti ha alimentato le speculazioni sul futuro parlando di un possibile prolungamento della sua trasmissione fino al periodo natalizio. In un fuorionda diffuso online, il conduttore ha dichiarato: “A luglio vi dicevo che ci saremmo visti fino ad agosto, ad agosto vi ho detto che ci saremmo visti fino a settembre. A settembre vi dico che ci vedremo fino alle castagne e probabilmente starete con noi fino ai panettoni”. Queste parole, inizialmente tagliate dalla versione trasmessa ma poi riapparse su Mediaset Infinity, sembrano confermare l’intenzione di mantenere La Ruota della Fortuna ben oltre la scadenza di novembre inizialmente prevista.
Il braccio di ferro tra Antonio Ricci e i vertici Mediaset ha radici profonde che risalgono già al dicembre 2024, quando Pier Silvio Berlusconi aveva definito quello di Striscia un “momento faticoso” e aveva aperto alla possibilità di un’alternanza di prodotti nella fascia dell’access prime time. Ricci aveva replicato con una certa punta polemica, sottolineando come Striscia fosse ancora “la trasmissione più vista della serata di Canale 5” e suggerendo di “lavorare parecchio sulla qualità dei programmi in prime time” piuttosto che modificare l’access.
L’aspetto economico della vicenda non è trascurabile: le produzioni di Antonio Ricci, che comprendono anche Paperissima e Paperissima Sprint, rappresentano un giro d’affari di circa quaranta milioni di euro all’anno per Mediaset. La decisione di marginalizzare o eliminare Striscia dai palinsesti non riguarda quindi solo gli ascolti ma tocca interessi finanziari significativi e rapporti commerciali consolidati nel tempo.
Alcuni osservatori del settore televisivo intravedono nella vicenda anche una componente di “regolamento di conti” interno all’azienda. L’indipendenza creativa e commerciale di cui Antonio Ricci ha sempre goduto in Mediaset potrebbe non essere più vista di buon occhio dai vertici attuali, che sembrano privilegiare un controllo più diretto sui contenuti e sulle strategie produttive. La “punizione” dopo anni di autonomia potrebbe rappresentare un segnale verso altri produttori esterni riguardo ai nuovi equilibri di potere nell’azienda.
La battaglia degli ascolti in access prime time si è intensificata con il ritorno di Affari Tuoi il 2 settembre, ma i dati confermano la supremazia de La Ruota della Fortuna. Nelle serate più recenti, il programma di Scotti ha registrato 4.965.000 spettatori con il 25,5% di share contro i 4.073.000 spettatori e il 20,9% di Affari Tuoi. Questi numeri rafforzano la posizione di chi, in Mediaset, sostiene la necessità di mantenere inalterata la programmazione attuale.
La situazione rimane in sospeso in attesa della telefonata decisiva tra Pier Silvio Berlusconi e Antonio Ricci. Da questo confronto potrebbe dipendere non solo il futuro immediato di Striscia la Notizia ma anche l’assetto complessivo dei palinsesti Mediaset e i rapporti di forza interni all’azienda. Il programma che per trentasette anni ha rappresentato un pilastro dell’informazione satirica italiana si trova oggi a dover fare i conti con logiche di mercato sempre più stringenti e con equilibri aziendali profondamente mutati rispetto agli anni della sua nascita e del suo consolidamento.
Intanto, nei documenti ufficiali di Publitalia per la stagione 2025-2026, Striscia la Notizia risulta completamente assente, confermando che la sua cancellazione, almeno temporanea, non è più solo una possibilità ma una realtà con cui confrontarsi. La decisione finale sui destini del tg satirico appare sempre più legata a considerazioni che vanno oltre la qualità del prodotto o la sua rilevanza culturale, dipendendo principalmente da calcoli economici e strategie aziendali a breve termine.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!