La stagione influenzale 2025-2026 sta entrando nella sua fase più critica, caratterizzata da una curva epidemica in rapida ascesa che rischia di mettere a dura prova il sistema sanitario nazionale proprio a cavallo delle festività di fine anno. Al centro dell’attenzione medica e mediatica vi è la cosiddetta variante K, una mutazione del ceppo virale A/H3N2 che si sta dimostrando particolarmente aggressiva e capace di manifestarsi con un quadro sintomatologico più complesso rispetto alle classiche sindromi stagionali. Le sale d’attesa dei medici di famiglia e i pronto soccorso di tutta la penisola stanno registrando un afflusso massiccio di pazienti, con numeri che, secondo le ultime rilevazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, delineano uno scenario da “tempesta perfetta”.
A destare particolare preoccupazione non è soltanto l’elevata contagiosità del virus, favorita dai consueti ritrovi familiari natalizi, ma la natura stessa delle manifestazioni cliniche che quest’anno sembrano colpire con inusuale violenza anche l’apparato gastrointestinale. A confermare questa evoluzione è l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, il quale ha segnalato come, accanto ai disturbi respiratori tradizionali, sempre più pazienti riferiscano episodi acuti di vomito, diarrea e nausea. Una “influenza che colpisce la pancia”, come è stata ribattezzata in questi giorni, che sta complicando la gestione clinica soprattutto nei soggetti più fragili e nei bambini, categorie storicamente più esposte alle complicanze della disidratazione.
Il quadro sintomatologico: oltre la febbre e la tosse
La variante K si distingue per un esordio spesso brusco e debilitante. I pazienti riferiscono una comparsa improvvisa di febbre molto alta, che sovente supera i 39 gradi, accompagnata da brividi intensi e da una sensazione di prostrazione generale che costringe a letto per diversi giorni. Tuttavia, è l’interessamento sistemico a definire la gravità di questa ondata: i dolori muscolari e articolari (mialgie e artralgie) sono descritti come particolarmente intensi, associati a una cefalea persistente e a una stanchezza cronica che può perdurare anche dopo la risoluzione della fase acuta. Il professor Bassetti ha evidenziato una peculiarità insidiosa di questa forma virale: il fenomeno del “doppio picco” febbrile. Non è raro osservare pazienti che, dopo una prima fase di apparente miglioramento durata 24 o 48 ore, vedono rialzarsi bruscamente la temperatura, prolungando il decorso della malattia fino a sette, otto o addirittura nove giorni.
La vera novità, tuttavia, risiede nella frequenza dei sintomi gastrointestinali. Sebbene vomito e diarrea siano manifestazioni note nell’influenza pediatrica, la variante K sembra aver esteso questi disturbi anche alla popolazione adulta con una frequenza statistica rilevante. Questo tropismo intestinale del virus aggiunge un ulteriore livello di complessità al trattamento domiciliare, poiché la perdita di liquidi dovuta alle scariche diarroiche e al vomito, sommata alla sudorazione indotta dalla febbre alta, espone i malati a un rapido rischio di disidratazione e squilibrio elettrolitico. Bassetti avverte che tale sintomatologia non deve essere sottovalutata, specialmente negli anziani, dove la ridotta percezione della sete può accelerare il deterioramento delle condizioni generali.
I numeri del contagio: il rapporto RespiVirNet
La fotografia scattata dall’ultimo bollettino della rete di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità è impietosa e conferma le sensazioni percepite sul campo dai medici di medicina generale. Nella sola settimana di monitoraggio che precede il Natale, si stima che oltre 950.000 italiani siano stati costretti a letto da sindromi simil-influenzali, portando il totale dei casi dall’inizio della stagione a sfiorare la soglia dei 5 milioni. L’incidenza delle infezioni respiratorie acute ha registrato un balzo in avanti significativo, attestandosi su valori che superano i 14 casi per mille assistiti, con picchi drammatici nella fascia pediatrica. Tra i bambini da zero a quattro anni, l’incidenza vola oltre i 40 casi per mille assistiti, confermando le scuole dell’infanzia e gli asili nido come i principali hub di amplificazione del contagio.
Le analisi virologiche condotte sui campioni clinici raccolti dai laboratori sentinella evidenziano una netta predominanza dei virus influenzali di tipo A, e in particolare del sottotipo H3N2, a cui appartiene la variante K. Questo ceppo è storicamente associato a stagioni influenzali più severe e a un maggior tasso di ospedalizzazione rispetto al sottotipo H1N1. La circolazione virale non è tuttavia limitata alla sola influenza: i dati confermano una co-circolazione sostenuta di altri patogeni respiratori, tra cui il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), il SARS-CoV-2 (Covid-19) e i Rhinovirus, creando un mix patogeno che complica la diagnosi differenziale e sovraccarica le strutture di emergenza. Il tasso di positività ai virus influenzali nei campioni analizzati ha ormai superato il 35-40%, segnale inequivocabile che il virus è capillarmente diffuso nella comunità.
La pressione sugli ospedali e l’appello degli esperti
Le ripercussioni di questa ondata epidemica si stanno riversando inevitabilmente sul sistema ospedaliero. In diverse regioni, e segnatamente in Liguria dove opera Bassetti, si è reso necessario attivare piani di emergenza per gestire l’iperafflusso ai pronto soccorso. L’infettivologo genovese ha descritto la settimana tra Natale e Capodanno come “tosta”, prevedendo un ulteriore peggioramento della situazione nei primi giorni del 2026. L’organizzazione ospedaliera è stata rimodulata quasi in assetto di guerra, con l’apertura di reparti dedicati, percorsi “fast track” per i pazienti con sintomi respiratori e un monitoraggio costante dei posti letto disponibili per evitare il blocco dei ricoveri.
I medici puntano il dito anche contro la scarsa adesione alla campagna vaccinale da parte di alcune fasce di popolazione a rischio. Sebbene i vaccini aggiornati offrano una protezione cruciale contro le forme gravi e l’ospedalizzazione, la copertura non sembra essere stata sufficiente ad arginare la rapida diffusione della variante K. Bassetti ribadisce che, sebbene il vaccino potrebbe non prevenire l’infezione in assoluto a causa delle mutazioni del virus, esso rimane l’arma fondamentale per evitare che la “super influenza” degeneri in polmoniti batteriche secondarie o in insufficienze respiratorie acute, complicanze purtroppo frequenti negli ultraottantenni e nei pazienti immunocompromessi.
Un altro aspetto critico evidenziato dagli esperti riguarda l’uso inappropriato degli antibiotici. Di fronte a febbri alte e persistenti, molte famiglie tendono a ricorrere autonomamente a terapie antibiotiche che, trattandosi di un’infezione virale, risultano non solo inefficaci ma potenzialmente dannose. La variante K, con il suo decorso lungo e la febbre che ritorna, può indurre nel paziente la falsa convinzione di una sovrainfezione batterica immediata, spingendo all’abuso farmacologico. I medici raccomandano invece riposo assoluto, idratazione costante, antipiretici per controllare la temperatura e, solo su specifica indicazione medica, l’utilizzo di antivirali o antibiotici qualora subentrino complicazioni accertate.
Prospettive per l’inizio del 2026
Guardando alle prossime settimane, gli epidemiologi non offrono rassicurazioni immediate. Il picco epidemico, tradizionalmente atteso tra gennaio e febbraio, potrebbe essere stato anticipato dalla rapida diffusione della variante K, ma i numeri sono destinati a crescere ancora complice la riapertura delle scuole dopo l’Epifania. La combinazione tra il rientro in classe degli studenti e il ritorno alla piena attività lavorativa potrebbe fungere da ulteriore volano per il contagio. La raccomandazione unanime della comunità scientifica è quella di mantenere alta la soglia di attenzione, adottando comportamenti responsabili come l’isolamento volontario alla comparsa dei primi sintomi e l’utilizzo delle mascherine nei luoghi affollati o in presenza di persone fragili, per tentare di appiattire una curva che si preannuncia come una delle più ripide degli ultimi anni. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
