Dopo un lungo periodo dominato dalla stabilità atmosferica garantita da un vasto campo anticiclonico di matrice subtropicale, l’Italia si prepara a un radicale cambio di scenario meteorologico. L’alta pressione, che nelle ultime settimane ha garantito condizioni generalmente stabili e soleggiate, pur con episodi di nebbia e inversioni termiche al Nord, si appresta infatti a cedere il passo a masse d’aria ben più fredde e instabili di origine artica. La transizione, già in atto, segnerà l’inizio di una fase decisamente più dinamica, in linea con le caratteristiche tipiche dell’inverno boreale.
Nella giornata di lunedì 29 dicembre, l’alta pressione continuerà a mantenere il controllo sul bacino del Mediterraneo, ma inizieranno a manifestarsi segnali precursori del cambiamento: nubi basse e banchi di nebbia interesseranno gran parte della Pianura Padana e alcune valli interne del Centro, segnalando un progressivo indebolimento della struttura anticiclonica. Le temperature, ancora miti per il periodo, subiranno un primo lieve calo nei valori massimi.
Sarà però tra martedì 30 e mercoledì 31 dicembre che si concretizzerà l’affondo artico: la discesa verso sud dell’alta pressione delle Azzorre, con conseguente slittamento del suo asse verso le Isole Britanniche, aprirà la porta a un flusso di correnti settentrionali direttamente collegate al Vortice Polare. L’aria gelida in discesa dal Circolo Polare Artico investirà progressivamente il nostro Paese, a partire dai versanti adriatici e dalle regioni meridionali. In questa fase, si attiveranno precipitazioni sparse, generalmente deboli ma con carattere nevoso fino a quote collinari lungo l’Appennino centrale, specie tra Abruzzo, Molise e interne laziali, in particolare nella seconda parte della giornata di martedì.
Il 31 dicembre, ultimo giorno dell’anno, sarà caratterizzato da un ulteriore rinforzo delle correnti fredde: le temperature caleranno ulteriormente, soprattutto nei valori minimi notturni, con gelate diffuse in pianura al Nord e locali brinate anche al Centro. Il cielo si manterrà sereno o poco nuvoloso su gran parte del territorio nazionale, fatta eccezione per residue instabilità tra la Sicilia e la Calabria tirrenica, dove persisterà una blanda circolazione ciclonica in quota in grado di innescare qualche rovescio sparso.
Con l’arrivo del 1° gennaio 2026, si profila una nuova transizione. Le correnti settentrionali verranno progressivamente scalzate da un flusso atlantico più umido e temperato: i venti di Libeccio inizieranno a soffiare sulle regioni tirreniche, veicolando nubi più compatte e le prime precipitazioni, che entro sera potranno assumere carattere nevoso sulle zone appenniniche centro-settentrionali a quote intorno ai 900-1000 metri. Si tratterà della fase prefrontale di un peggioramento ben più strutturato, atteso a partire da venerdì 2 gennaio.
Nel primo weekend del 2026, infatti, l’Italia sarà coinvolta da una circolazione depressionaria legata a una vasta saccatura nord-atlantica: attese condizioni di marcata instabilità soprattutto al Nord e lungo il versante tirrenico, con piogge diffuse, rovesci e nevicate sui rilievi alpini e appenninici. L’ingresso di aria più mite limiterà temporaneamente la quota neve, che tuttavia potrà risultare ancora relativamente bassa sulle Alpi centro-occidentali.
L’epilogo del 2025, dunque, coinciderà con l’inizio di una fase meteorologica decisamente più vivace e coerente con la climatologia invernale del nostro Paese, dopo settimane segnate da un’anomala mitezza e da una persistente siccità, soprattutto al Nord.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
