La giudice per le indagini preliminari Alessandra Di Fazio del Tribunale di Milano ha disposto nella giornata di ieri la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi, sostituendola con l’obbligo di dimora. Con questa decisione la donna, arrestata il 4 marzo scorso insieme all’ex compagno Davide Lacerenza nell’ambito del filone d’indagine sulla Gintoneria e il privé La Malmaison, potrà tornare a lasciare il proprio domicilio ma resta vincolata al limite territoriale del comune di residenza
L’operazione coordinata dalla Procura di Milano e condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza aveva portato all’arresto di Nobile e di Lacerenza con l’accusa a vario titolo di autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Il sequestro preventivo dei due esercizi, la Gintoneria in via Napo Torriani e il privé La Malmaison, era stato convalidato dalla stessa gip Alessandra Di Fazio nel corso delle convalide di marzo
Nel corso delle fasi istruttorie la figlia della celebre teleimbonitrice aveva scelto di chiarire la propria posizione sottoponendosi a interrogatorio davanti alla pm Francesca Crupi e agli investigatori del reparto speciale della Finanza, rispondendo con puntualità alle domande relative al ruolo gestionale e contabile che le viene contestato. È emerso che Nobile ha sempre mantenuto una condotta rispettosa delle prescrizioni imposte dal giudice, senza alcuna segnalazione di violazioni durante la detenzione domiciliare, elemento che ha pesato nella valutazione delle esigenze cautelari
Tra i motivi indicati dalla gip per giustificare la revoca della misura, figura in primo piano la mancanza dell’ipotesi di spaccio di sostanze stupefacenti, reato di maggiore gravità che non coinvolge formalmente Nobile. Al contrario, le accuse restano circoscritte all’ambito del favoreggiamento e dello sfruttamento della prostituzione e dell’autoriciclaggio, ipotesi che, seppur rilevanti, non comportano per la difesa lo stesso grado di pericolosità sociale riscontrato nel caso del suo ex compagno
Il nuovo regime di obbligo di dimora permette a Stefania Nobile di svolgere senza limitazioni le attività quotidiane e professionali nel territorio del proprio comune di iscrizione anagrafica, salvo il divieto di spostarsi in altri Comuni senza preventiva autorizzazione del giudice. Questa soluzione cautelare intermedia tende a contemperare le esigenze di tutela dell’ordine pubblico e istruttorie coniugando un maggior livello di libertà personale rispetto ai domiciliari e la necessità di mantenere l’imputata a stretto controllo giudiziario
Diversa permane la situazione di Davide Lacerenza, imprenditore 59enne titolare della Gintoneria e, secondo l’accusa, ispiratore e promotore del presunto giro di escort e sostanze stupefacenti destinati a una clientela selezionata. Per Lacerenza la gip ha confermato gli arresti domiciliari, valutando che persistano le esigenze di cautela, anche in considerazione della gravità dei reati di cui deve rispondere, tra i quali spicca la detenzione e il traffico di cocaina
Nel provvedimento che conferma la misura restrittiva nei confronti di Lacerenza sono stati ribaditi i timori di un eventuale inquinamento probatorio e il rischio di reiterazione del reato, date le modalità di gestione dell’attività illecita che avrebbero fatto leva su una strutturazione complessa del sistema di pacchetti comprensivi di champagne, escort e cocaina. Le indagini hanno documentato come un singolo cliente abbia speso nei tre anni di avvio del presunto giro quasi un milione di euro per servizi offerti nei due locali milanesi, cifra emblematica dell’ingente giro d’affari contestato
Nonostante entrambi gli indagati siano assistiti dallo stesso legale, l’avvocato Liborio Cataliotti, la strategia difensiva delineata per Stefania Nobile si caratterizza per la richiesta di patteggiamento, ipotesi che la difesa valuta utile a una rapida definizione della vicenda giudiziaria e potenzialmente meritevole di uno sconto di pena. Lacerenza, dal canto suo, starebbe percorrendo un percorso simile, ma per lui la possibile opzione del patteggiamento potrebbe essere condizionata alla conferma della gravità delle accuse nel filone spaccio e favoreggiamento della prostituzione
Il prossimo appuntamento processuale vedrà la discussione delle istanze di conversione delle misure e la calendarizzazione delle prime udienze, nell’ambito delle quali il Tribunale del Riesame e la Corte di Appello di Milano dovranno pronunciarsi sulle scelte di rito. Nel frattempo, l’attenzione resta puntata sulla sorte delle due strutture coinvolte, ancora sottoposte a sequestro, e sull’evoluzione del quadro probatorio, con possibili nuovi sviluppi sull’elemento finanziario dell’autoriciclaggio e sui flussi di denaro intercettati verso conti esteri
Il caso della Gintoneria e del privé La Malmaison, passato dalla cronaca milanese a copertine nazionali per l’impatto mediatico dei protagonisti, conserva intatta la propria complessità. La decisione di ieri conferma la crescente propensione del giudice a bilanciare le esigenze cautelari con i diritti degli indagati, differenziando le misure in funzione della caratura dei reati contestati e della condotta di ognuno. Resta ora da verificare se le difese riusciranno a ottenere ulteriori attenuazioni o se il processo manterrà l’impronta rigorosa delineata fin qui dagli inquirenti e dal Gip