La 36esima stagione de I Simpson si è conclusa con un colpo di scena destinato a rimanere nella storia della serie: nell’episodio intitolato Estranger Things, ambientato in un flashforward a trentacinque anni nel futuro, viene rivelata la morte di Marge Simpson. La decisione degli autori di mostrare la matriarca della famiglia Simpson mentre osserva i figli dall’aldil’ e sale in Paradiso al fianco di una ghostly apparizione di Ringo Starr ha sollevato un coro di proteste tra i telespettatori, furiosi per un epilogo che ha spezzato l’equilibrio di una sitcom che sembrava immune a cambiamenti definitivi.
Il montaggio dell’episodio intreccia momenti di tenerezza e ironia: Bart e Lisa, ormai adulti, si ritrovano distanti dopo anni trascorsi a non guardare più insieme i loro cartoni preferiti. La voce fuori campo di Lisa che parla della «defunta madre» introduce uno stacco drammatico che ribalta ogni certezza sul canovaccio stabile di Springfield. Tra sprazzi di commozione e battute sui tradizionali sketch di Itchy & Scratchy, la trama si dipana fino a un funerale discreto e silenzioso, allestito tra tombe anonime e saluti sommessi.
Al centro della scena resta il messaggio lasciato da Marge ai suoi figli, preparato anni prima come un vero e proprio testamento emotivo. Le sue parole invitano Bart e Lisa a non abbandonarsi nelle difficoltà e a mantenere vivo il legame fraterno, pena il rischio di dimenticare ciò che più conta. L’umore dell’episodio alterna gag e ricordi, mentre la famiglia si riunisce per liberare Homer da una casa di riposo abusiva in Florida, seguendo uno stratagemma ispirato proprio alle avventure dei loro cartoon preferiti.
La scena finale mostra Marge che osserva sorridente dall’alto la riappacificazione dei figli, prima di volare via con Ringo Starr verso una luce che ha il sapore di un’ironia dolceamara. In pochi secondi, il confine tra commedia e tragedia si dissolve, lasciando un’impronta indelebile nel tessuto narrativo della serie.
Il pubblico italiano non ha risparmiato le proprie critiche. Sui social network impazzano commenti di delusione e rabbia: ‘Avete ucciso Marge’, ‘Non tornerò più a guardare Springfield’, ‘Perché eliminarla per sempre?’ sono solo alcuni degli attestati di sdegno. La maggior parte delle reazioni sottolinea come, nel mondo dei Simpson, le morti siano sempre state considerate definitive e non facilmente reversibili, un elemento che rende questa scelta narrativa ancora più audace e controversa.
Gli autori della serie avevano già sperimentato cambi di prospettiva radicali, dal finto finale generato da un’intelligenza artificiale nel primo episodio stagionale fino alla morte del barista Larry nella 35esima stagione, ma mai prima d’ora si erano spinti a togliere dal quadro uno dei membri del nucleo centrale. La puntata Estranger Things, oltre a far discutere, inaugura una fase in cui la storica ‘reset button’ sembra temporaneamente disattivata.
Non sono mancati tentativi di spiegare la scelta: alcuni interventi nei forum ufficiali di Fox hanno precisato che si tratta di una visione possibile e ipotetica del futuro, che non pregiudica la continuità delle stagioni successive. Tuttavia, il colpo emotivo ha già raggiunto chi guarda la famiglia gialla da decenni e ne ha consacrato il valore affettivo.
In conclusione, la morte di Marge Simpson, rappresentata come un evento lontano ma inevitabile, ha infranto le regole non scritte di Springfield. Tra polemiche e analisi sul futuro della serie, resta la sensazione di un’opera capace ancora oggi di sorprendere e scuotere il proprio pubblico, confermando che il racconto dei Simpson non ha intenzione di restare intrappolato in un semplice loop di gag ripetute.
