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Incendi in Sardegna, 24 roghi in un giorno: chiuso l’aeroporto di Alghero e decine di evacuazioni

Domenica drammatica in Sardegna con 24 incendi simultanei alimentati da caldo record e vento forte. Chiuso l’aeroporto di Alghero per ore, evacuazioni a Santa Maria La Palma e Ozieri dove le fiamme hanno minacciato l’ospedale.
Credit © Chiara Guercio

La Sardegna ha vissuto una domenica drammatica sul fronte degli incendi, con 24 roghi che hanno divampato simultaneamente da nord a sud dell’isola, alimentati dalle temperature elevate che hanno raggiunto i 40 gradi e dalle forti raffiche di vento che hanno reso particolarmente complesse le operazioni di spegnimento. La situazione più critica si è registrata nella Nurra, dove un vastissimo incendio ha devastato le campagne nei pressi della borgata di Santa Maria La Palma, nel territorio di Alghero, minacciando abitazioni e aziende agricole e causando il dirottamento di numerosi voli sull’aeroporto Riviera del Corallo.

L’incendio di Santa Maria La Palma, divampato nel pomeriggio in località Monte Zirra, ha creato una situazione di emergenza tale da rendere necessaria la chiusura temporanea dell’aeroporto di Alghero per diverse ore. La densa colonna di fumo che si è levata dalle fiamme ha azzerato la visibilità per gli aerei, costringendo le autorità aeroportuali a dirottare i voli in arrivo da Barcellona, Pisa e Catania verso gli scali di Cagliari e Olbia. Il sindaco di Alghero, Raimondo Cacciotto, ha successivamente comunicato che l’incendio è stato domato nel tardo pomeriggio e la zona bonificata, permettendo ai residenti evacuati di fare rientro nelle proprie abitazioni.

Particolarmente drammatica è stata la situazione a Ozieri, dove le fiamme hanno lambito l’ospedale e minacciato direttamente un quartiere periferico densamente popolato. L’incendio è divampato intorno alle 14 in località Puppuruju e Murada, alla periferia del paese, generando grande apprensione tra la popolazione locale. Per fronteggiare l’emergenza è stato necessario l’intervento coordinato di un elicottero dalla base di Anela, del Superpuma da Alà dei Sardi e di un Canadair decollato da Olbia.

Gli altri fronti di fuoco attivi hanno interessato territori strategici dell’isola, con roghi significativi sviluppatisi a Villacidro in località T. Narti, dove sono stati impegnati tre elicotteri regionali per contenere le fiamme, e a Quartucciu in località Mela Murgia, dove l’incendio è stato fronteggiato da squadre del Corpo forestale, volontari locali e vigili del fuoco con supporto aereo da Villasalto. Ulteriori focolai hanno interessato i territori di Muros, Ossi e l’agro di Ittiri, dove è stato necessario l’intervento aereo con un Canadair da Olbia.

La mobilitazione delle forze antincendio è stata imponente, con decine di uomini del Corpo Forestale, Protezione Civile, Vigili del Fuoco e volontari impegnati nelle operazioni di spegnimento e contenimento. In volo sono stati schierati numerosi elicotteri regionali, il potente Superpuma e diversi Canadair provenienti da basi operative distribuite sul territorio nazionale, incluso un velivolo partito addirittura da Genova per raggiungere il fronte di Alghero.

Le condizioni meteorologiche hanno rappresentato il fattore determinante nell’esplosione simultanea di così numerosi incendi. La Sardegna sta infatti attraversando un periodo caratterizzato da temperature eccezionalmente elevate, con punte che hanno superato i 40 gradi nelle zone interne come il Campidano, il Sarcidano e il Nuorese. Nel mese di giugno, l’isola è stata riconosciuta come la regione più calda d’Europa, con la località di Ottana che ha registrato il record di 41 gradi centigradi. Questa situazione di caldo estremo si è accompagnata a forti raffiche di vento che hanno alimentato rapidamente la propagazione delle fiamme, rendendo particolarmente insidiose le operazioni di spegnimento.

Il Comandante Gianluca Cocco del Corpo Forestale della Sardegna ha evidenziato come questo mese di giugno sia stato particolarmente intenso per la macchina antincendio regionale, confermando la tendenza globale per cui ogni estate risulta più calda delle precedenti. La Sardegna, considerata un hotspot climatico, sta registrando temperature in costante aumento rispetto alla media planetaria, con conseguenti problematiche aggiuntive strettamente legate alla campagna antincendio annuale.

L’impatto economico e sociale degli incendi di oggi si aggiunge a una situazione già critica per il territorio sardo. Nella borgata di Santa Maria La Palma, zona densamente abitata e ricca di imprese agricole, sono stati segnalati danni a diverse aziende della zona che hanno perso svariati mezzi da lavoro. Le evacuazioni hanno interessato non solo abitazioni private ma anche strutture produttive, con conseguenze che si ripercuoteranno sull’economia locale.

La Regione Sardegna aveva già predisposto per il 2025 un piano regionale di prevenzione e lotta contro gli incendi boschivi approvato con largo anticipo il 29 gennaio, anticipando l’attivazione del sistema di allarme già dal primo maggio. Il dispositivo regionale si avvale di una flotta composta da 10 elicotteri e di Canadair con base fissa a Olbia, oltre a una forza operativa di oltre 10.000 addetti sul territorio tra operatori forestali, protezione civile e vigili del fuoco.

L’ex presidente della Regione Mauro Pili ha sollevato critiche sulla tempestività degli interventi aerei, sottolineando come il Canadair intervenuto sull’incendio di Alghero sia partito da Genova con grande ritardo rispetto al primo allarme, impiegando almeno un’ora per raggiungere il teatro delle operazioni. Tale episodio riaccende il dibattito sulla gestione della campagna antincendio e sulla necessità di ottimizzare i tempi di risposta in situazioni di emergenza.

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