Vittorio Sgarbi è tornato in televisione martedì 11 novembre nella trasmissione Cinque Minuti condotta da Bruno Vespa su Rai1, segnando una delle prime apparizioni pubbliche dopo il lungo periodo di assenza dovuto a gravi problemi di salute. Il critico d’arte, che nei primi mesi del 2025 era stato ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma per una forma acuta di depressione che lo aveva portato a perdere peso drasticamente e a rifiutare il cibo, è apparso nello studio televisivo provato e dimagrito, ma determinato a presentare il suo nuovo libro Il cielo più vicino. La montagna nell’arte, edito da La Nave di Teseo.
L’intervista con Vespa, della durata di cinque minuti come prevede il format del programma, si è inevitabilmente concentrata anche sulla complessa vicenda familiare che da mesi tiene banco sui media italiani e che vede protagonista la figlia Evelina Sgarbi, venticinquenne nata dalla relazione con Barbara Hary. La giovane ha depositato presso il tribunale civile di Roma un’istanza per la nomina di un amministratore di sostegno per il padre, sostenendo che non sarebbe più in grado di tutelare autonomamente i propri interessi a causa delle precarie condizioni di salute.
Alle domande del conduttore sulla richiesta avanzata dalla figlia, Sgarbi ha risposto con parole che mescolano comprensione e fermezza, definendo l’iniziativa “fuori misura e fuori logica”. Il critico d’arte ha interpretato la richiesta di Evelina come una manifestazione di un bisogno affettivo insoddisfatto, dichiarando che si è trattato di una richiesta nata dal desiderio di ottenere un’attenzione che non aveva ricevuto prima, quindi di trovare un padre che si era atteso e non si era trovato. Sgarbi ha spiegato che l’idea che lui avesse problemi interiori, turbamenti e difficoltà rappresenterebbe per la figlia una forma di risposta, un modo con cui ha cercato di mettersi in evidenza e di far vedere quello che lei chiedeva e voleva.
Nonostante questa lettura, Sgarbi ha aggiunto di capire quello che ha fatto Evelina, pur continuando a considerarlo fuori misura e fuori logica. Alla domanda di Vespa sulle sue attuali condizioni di salute, il critico ha risposto di stare bene, descrivendo il periodo di ricovero come un lungo percorso necessario per vedere cose interiori ed esteriori, da cui è uscito con il libro che racconta l’esperienza della realtà, l’esperienza di quello che si vede, l’esperienza di quello che si ha dentro, che si sente, di cui si ha necessità. Nel libro, ha spiegato, c’è la storia dell’arte e la natura, il rapporto con i grandi maestri, il rapporto con la realtà fisica, il rapporto con la grandezza interiore e l’altezza esteriore che le montagne indicano andando verso il cielo.
La risposta di Evelina Sgarbi alle dichiarazioni del padre non si è fatta attendere. Attraverso una nota diffusa dopo la trasmissione, la giovane ha espresso profondo dolore per lo spettacolo definito “cinico e triste”, sostenendo che il padre sia stato trascinato nello studio Rai per registrare la puntata in condizioni di grande disagio, procurando imbarazzo anche fra gli stessi operatori Rai che lo immaginavano completamente diverso. Secondo Evelina, il padre camminava e respirava a fatica, sembrava un vecchio di novanta anni, una situazione che le provoca grandissimo dolore e la fa sentire impotente perché ha avuto la riconferma che il padre è completamente plagiato dal cerchio tragico.
La figlia ha ribadito la propria convinzione che Sgarbi non stia affatto bene e che sostenere il contrario sia scandaloso e rappresenti un falso clamoroso. Nelle precedenti apparizioni televisive, in particolare a Verissimo condotto da Silvia Toffanin, Evelina aveva descritto il padre come una persona trasfigurata, un’altra persona, arrivato a pesare quarantasette chilogrammi, e aveva parlato di lui come se fosse “lobotomizzato”, presente fisicamente ma plagiato e indotto a dire le cose. La giovane ha anche affermato di non riuscire più a mettersi in contatto diretto con il padre, di non avere informazioni sulle cure che sta ricevendo dopo essere stato trasferito in una clinica vicino Pisa, e di non essere riuscita a ottenere le cartelle cliniche nonostante le richieste tramite il suo avvocato Lorenzo Iacobbi.
La vicenda affonda le radici nel difficile periodo attraversato da Sgarbi nei mesi scorsi. Il critico d’arte era stato ricoverato al Policlinico Gemelli nei primi mesi del 2025 per una grave forma di depressione che lo aveva portato a un drammatico deterioramento delle condizioni fisiche. Secondo quanto riportato dall’amico Marcello Veneziani in un’intervista al Corriere della Sera, si tratterebbe di una depressione figlia del suo narcisismo ferito, dovuta alla percezione che molte delle sue libertà impulsive non potranno più essere praticate e al fatto che il suo universo si sta restringendo, drammatico per chi è stato convinto di poter cavalcare il mondo. Sgarbi è stato dimesso dall’ospedale dopo alcune settimane e affidato alle cure della compagna Sabrina Colle, modella e attrice con cui ha una relazione dal 1998, e della sorella Elisabetta Sgarbi, editrice e fondatrice della casa editrice La Nave di Teseo.
Il rapporto tra Vittorio Sgarbi e la figlia Evelina è sempre stato complesso. La giovane, nata nel 2000 a Torino dalla relazione con Barbara Hary, proveniente da una famiglia aristocratica tessile del Biellese e laureata in Scienze Medievali con una carriera nelle pubbliche relazioni e nella comunicazione, è stata la prima figlia ufficialmente riconosciuta dal critico d’arte. Evelina, che ha studiato Design e Architettura presso l’Istituto Marangoni di Milano prima di abbandonare gli studi per dedicarsi ad altri interessi personali, ha lavorato come modella e aspira a fondare una linea di cosmetici naturali e cruelty free. Cresciuta tra Torino, Milano e Biella, dove vive attualmente, la giovane ha sempre avuto un rapporto complicato con il padre, caratterizzato da momenti di tensione e affetto.
La richiesta di amministratore di sostegno, presentata a settembre, ha innescato una serie di notifiche per parenti e congiunti, tra cui la sorella di Vittorio, Elisabetta, i figli Carlo e Alba Sgarbi, e la compagna Sabrina Colle. La prima udienza si è tenuta il 28 ottobre presso il tribunale civile di Roma davanti alla giudice tutelare Paola Scorza. Durante l’udienza, durata circa novanta minuti, la giudice ha chiesto a tutti di uscire dall’aula per parlare da sola con Vittorio Sgarbi e al termine ha deciso di riservarsi, concedendosi quindici giorni prima di pronunciarsi definitivamente sulla questione.
Al termine dell’udienza, sia Sgarbi sia Evelina sono usciti da ingressi secondari del tribunale senza rilasciare dichiarazioni. Il critico d’arte è salito a bordo di un van nero con vetri oscurati, mentre Evelina, ben camuffata e vestita con un giubbotto in pelle nera, si è infilata in una Jaguar di un servizio noleggio con conducente. All’esterno del tribunale, alcune persone avrebbero urlato “vergogna, vergogna” alla giovane, contestando la sua azione contro il padre.
Dopo l’udienza, Evelina ha presentato un’istanza di ricusazione della giudice Scorza, sostenendo che durante l’udienza la magistrata fosse preoccupata dei media e non della salute del padre, e che dopo aver accettato in dono il libro di Sgarbi si sia preoccupata di chiederne immediatamente l’autografo, accettando battute inerenti la firma falsa in un clima troppo ispirato al “volemose bene”, quasi che il suo essere giovane significasse poter essere trattata come una cittadina di serie B. La giudice ha respinto l’istanza di ricusazione, definendola non valida perché presentata oltre i termini stabiliti dalla legge e giudicando i motivi oggetto della ricusazione del tutto infondati e pretestuosi.
L’avvocato di Evelina, Lorenzo Iacobbi, ha reagito duramente alla decisione, accusando la giudice di volersi sostituire al legislatore e al presidente del Tribunale, unico deputato a revocare eventualmente la sospensione del procedimento di nomina dell’amministratore di sostegno a seguito di istanza di ricusazione. Il legale ha annunciato la presentazione con urgenza di un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura, sostenendo che la giudice operi in un ordinamento giudiziario che non è quello della Repubblica italiana o sia in preda a un delirio di onnipotenza se pensa di poter anticipare o influenzare il giudizio del collegio di ricusazione.
La vicenda ha diviso profondamente la famiglia Sgarbi. Alba Sgarbi, la seconda figlia del critico nata nel 1998 a Tirana dalla passione con Kozeta, una cantante lirica albanese, si è schierata apertamente dalla parte del padre, affermando di essere stata più di sei volte a Roma per restare con lui durante il ricovero, di aver preso un appartamento in affitto vicino al Gemelli per stargli vicino più tempo possibile e di essere in continuo contatto con il padre. Alba ha dichiarato che Sgarbi sta molto meglio rispetto a qualche mese addietro e ha criticato la sorella Evelina sostenendo che non si può giudicare la salute di un padre vedendolo una sola volta, in ospedale, al Gemelli, per cinque minuti, ad aprile, definendo le sue accuse completamente fuori misura.
Anche la compagna Sabrina Colle, cinquantaduenne nata ad Avezzano e legata a Sgarbi dal 1998 in quella che entrambi hanno sempre definito una “coppia aperta” caratterizzata da scarso contatto fisico ma profondo legame emotivo, si è espressa pubblicamente attraverso una lunga lettera letta durante la trasmissione La volta buona condotta da Caterina Balivo. Nella lettera, Colle ha spiegato che le attenzioni per proteggere Vittorio sono state deliberatamente equivocate, come se avessero voluto isolarlo dal mondo esterno, e ha negato che ci sia stato un tentativo di isolarlo dagli altri, citando la presenza costante della sorella Elisabetta, che si è praticamente trasferita a Roma, e della figlia Alba, che da Tirana è venuta molte volte a trovarlo. La compagna ha concluso promettendo azioni legali contro coloro che si sono resi responsabili di gravi e reiterate diffamazioni diffuse in questi mesi, ribadendo che la loro priorità è prendersi cura di Vittorio.
Anche Barbara Hary, madre di Evelina ed ex compagna di Sgarbi, è intervenuta più volte nella vicenda, schierandosi dalla parte della figlia e condividendo la richiesta di amministratore di sostegno. Hary ha sostenuto che Vittorio ha bisogno di cure, sta male, è sofferente e non è curato nel modo giusto né è in grado di essere come era prima. La donna ha commentato le foto di Sgarbi diffuse sui media esprimendo preoccupazione e pena nel vederlo così sciupato ed esibito in questo modo, esposto a critiche e burle. Hary ha anche annunciato, tramite il suo avvocato Lorenzo Iacobbi, di aver dato mandato di procedere con denuncia querela in sede penale e civile verso tutti coloro che si sono resi responsabili della pubblicazione e propalazione di notizie false riguardanti lei e la figlia.
In particolare, Barbara Hary ha preso di mira il giornalista Giovanni Terzi, marito di Simona Ventura, che aveva pubblicato un articolo su Substack dedicato al caso Sgarbi nel quale si sosteneva che il critico avrebbe versato alla figlia Evelina ottocento mila euro in venticinque anni, cifra poi ridotta a settecento mila euro nel giro di due giorni durante un intervento televisivo. Secondo Hary, si tratta di numeri senza alcun riscontro, di una cifra lontanissima dalla realtà e frutto di fantasia, diffusi per screditare lei e la figlia. L’avvocato Iacobbi ha ribaltato completamente la narrazione diffusa negli ultimi giorni, sostenendo che Evelina non abbia ricevuto alcun mantenimento fino agli otto anni e che in seguito sia stato necessario rivolgersi ai tribunali per ottenere quanto dovuto. Hary ha inoltre annunciato che anche Simona Ventura, che avrebbe rilanciato le stesse informazioni diffuse dal marito, riceverà notifica dal suo legale, insieme ad Antonella Boralevi e Patrizia Groppelli, accusate di aver diffuso le cifre sbagliate durante diversi programmi televisivi.
Nel frattempo, Vittorio Sgarbi ha fatto un breve ritorno anche alla vita amministrativa. Il 30 ottobre, dopo sei mesi di assenza, è tornato a sorpresa ad Arpino, il comune in provincia di Frosinone di cui è sindaco dal maggio 2023. Arrivato intorno alle diciassette, ha visitato gli uffici comunali e fatto una passeggiata in piazza, informandosi su pratiche amministrative, iniziative natalizie e progetti per il commercio locale. Il vicesindaco Massimo Sera ha riferito di non aver trovato Sgarbi affaticato, sottolineando che ha fatto tutte le scale del palazzo municipale da solo e senza mai fermarsi. Sgarbi ha garantito la sua presenza alle prossime riunioni di Giunta, anche se da remoto.
La vicenda continua a suscitare grande attenzione mediatica e a dividere l’opinione pubblica. Da un lato c’è chi sostiene la posizione di Evelina, vedendo nella sua azione una legittima preoccupazione per la salute del padre e un tentativo di proteggerlo da persone che potrebbero approfittare del suo stato di fragilità. Dall’altro lato c’è chi ritiene che la richiesta di amministratore di sostegno sia eccessiva e motivata da altri interessi, come sostiene lo stesso Sgarbi quando afferma che la figlia spera forse di trovare chissà quale bengodi e che forse non le basta quanto ha ricevuto economicamente, vuole di più.
L’avvocato Iacobbi, nel difendere la posizione di Evelina, ha sottolineato che molti trascurano la sofferenza che sta provando una figlia di venticinque anni a cui viene impedito da tempo di potersi avvicinare al padre, precisando che prima di rivolgersi a uno studio legale la giovane ha provato in tutti i modi ad avvicinarsi al padre per capire cosa stesse succedendo. Il legale ha anche denunciato quella che ha definito una macchina del fango partita ai danni della sua assistita, che si è tradotta purtroppo anche in atti di violenza fisica all’udienza del 28 ottobre. Iacobbi ha inoltre ribadito che Evelina Sgarbi non ha mai chiesto un tutore per il proprio genitore, che avrebbe significato interdizione per Vittorio Sgarbi, ma semplicemente un amministratore di sostegno, una figura di supporto molto meno invasiva.
Il nuovo libro di Vittorio Sgarbi, Il cielo più vicino. La montagna nell’arte, pubblicato da La Nave di Teseo, rappresenta un viaggio attraverso la storia dell’arte per raccontare come natura e montagna siano state interpretate dai più grandi artisti dal Trecento a oggi. Sulle orme dello scrittore francese René de Chateaubriand, Sgarbi conduce il lettore alla scoperta della montagna nell’arte, dalle Dolomiti nei quadri di Mantegna ai paesaggi puri di Masolino, dagli scorci di Leonardo agli acquerelli alpini di Dürer, dal realismo di Courbet al simbolismo di Segantini, dai colori di Van Gogh all’espressionismo di Munch, fino alla nascita del turismo montano, della fotografia e della grafica. Nel libro, Sgarbi scrive che quando osserviamo le montagne sentiamo qualcosa che non riguarda i nostri occhi, il nostro sguardo, ma qualcosa che riguarda la nostra anima, e che nulla è più vicino all’eterno della montagna e allo stesso tempo niente permette di intendere meglio i limiti dell’uomo, la sua fragilità.
Giotto, sostiene Sgarbi nel libro, è il primo pittore moderno e anche il primo ad aver raccontato la montagna, ad averla investita di una funzione in un racconto umano. La prima montagna della pittura moderna è ad Assisi, nel ciclo di affreschi che Giotto dedica a Francesco intorno al 1295. La montagna, scrive il critico, avvicina Francesco a Dio, abbassa il cielo, innalza l’uomo, rappresentando un elemento narrativo potente, il tramite della ricerca umana del divino. Il tema della montagna reca con sé il pensiero di Dio e rappresenta la rivelazione del limite e, nel limite, misura dell’anima.
La presentazione del libro ha rappresentato per Sgarbi l’occasione per tornare alla vita pubblica dopo i mesi difficili, ma l’intervista con Bruno Vespa ha inevitabilmente riportato l’attenzione sulla dolorosa vicenda familiare che lo vede protagonista. Le parole pronunciate dal critico su Evelina, pur nel tentativo di comprendere le motivazioni della figlia, non hanno placato la tensione e anzi hanno suscitato l’immediata reazione della giovane, che continua a dichiararsi profondamente preoccupata per le condizioni del padre e determinata ad andare avanti nella sua battaglia per ottenere informazioni sulle sue reali condizioni di salute e sulle cure che sta ricevendo.
La giudice tutelare dovrà pronunciarsi nei prossimi giorni sulla richiesta di nomina dell’amministratore di sostegno, una decisione che potrebbe avere importanti conseguenze sulla vita di Vittorio Sgarbi e sui suoi rapporti familiari. Nel frattempo, la vicenda continua a essere dibattuta nei programmi televisivi e sui media, con posizioni contrapposte che riflettono la complessità di una situazione in cui si intrecciano sentimenti profondi, preoccupazioni legittime, contrasti familiari e il diritto di una persona a gestire autonomamente la propria vita, anche in presenza di problemi di salute. La questione solleva interrogativi delicati sul confine tra protezione e libertà, tra l’interesse di chi vuole tutelare una persona fragile e il diritto di quest’ultima a mantenere la propria autonomia decisionale. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
