Un colpo definitivo al mondo delle televendite italiane è arrivato dagli studi di Brugherio, dove QVC Italia ha proceduto al licenziamento delle ultime quattro conduttrici assunte con contratto subordinato dopo quindici anni di dirette televisive. La decisione, comunicata da un giorno all’altro alle lavoratrici interessate, ha scatenato una reazione durissima delle organizzazioni sindacali Slc Cgil e Fistel Cisl, che hanno proclamato il primo sciopero nella storia dell’azienda per mercoledì 3 dicembre 2025, organizzando un presidio davanti ai cancelli dello stabilimento
Chiara Contu Farci, 49 anni, è il volto più noto di questa vertenza sindacale. Delegata della Fistel, la conduttrice ha sintetizzato con ironia la durata straordinaria della sua permanenza in azienda, affermando di “essere stata in onda più ore di Pippo Baudo”. Per quindici anni, Contu Farci e le sue tre colleghe hanno rappresentato il primo contatto visivo tra QVC e il pubblico italiano, costruendo letteralmente l’emittente lombarda da quando era “ancora un cantiere” nel 2010. Le loro mansioni richiedevano una delicata opera di mediazione: davanti alle telecamere, esse si ponevano nei panni del cliente curioso, formulando tutte le domande necessarie agli esperti sui singoli prodotti, creando un dialogo capace di catturare l’attenzione e la fiducia di una platea prevalentemente femminile rimasta affezionata ai loro volti per oltre un decennio e mezzo
Secondo quanto riportato dalle organizzazioni sindacali, il provvedimento rappresenta l’ultimo capitolo di un processo di esternalizzazione che ha contraddistinto l’evoluzione organizzativa di QVC negli anni. Mentre gli altri professionisti operanti come conduttori erano già stati trasformati in “liberi professionisti con partita Iva”, le quattro presenter rimaste si erano rifiutate di accettare un simile cambiamento dello status occupazionale. La loro resistenza è stata punita con il licenziamento: l’azienda ha infatti comunicato che il ruolo di presenter non esisterà più nella struttura organizzativa interna. I sindacati hanno definito questa circostanza come una decisione che “solleva forti perplessità sia nel metodo che nel merito”
Lo choc per le lavoratrici e le loro rappresentanze è stato particolarmente violento per le “modalità” attraverso le quali la decisione è stata comunicata. Contu Farci ha sottolineato come “i modi hanno colpito”, evidenziando che in quindici anni di rapporto con l’azienda non vi erano state “tensioni particolari sul piano dei rapporti sindacali”. Ancor più grave è il fatto che la comunicazione sia giunta mentre era ancora in corso una trattativa sindacale sul tema delle festività previste dal Contratto collettivo nazionale di lavoro: in nessuno dei molteplici incontri svoltisi, secondo quanto affermato dalle organizzazioni sindacali, era stato “fatto trapelare nulla” circa l’intenzione dell’azienda di procedere al licenziamento
Una questione particolarmente delicata è emersa dal fatto che tra le quattro conduttrici licenziate figurava anche una delegata sindacale democraticamente eletta dal personale di QVC. I sindacati hanno denunciato che l’azienda avrebbe definito il “tavolo sindacale come superfluo e inopportuno”, accusando le organizzazioni di fornire “informazioni errate” a dipendenti e stampa, mentre minimizzava il ruolo di rappresentanza della delegata licenziata. Questa dinamica ha alimentato le critiche riguardanti l’assenza di dialogo costruttivo e la violazione delle basilari norme di relazioni industriali. Massimiliano Pavan della Slc Cgil e Daniele Bonanno della Fistel Cisl hanno qualificato l’accaduto come una “fuga in avanti inaccettabile”, ribadendo che l’azienda dovrebbe fare “un passo indietro” oppure affrontare una seria mobilitazione dei lavoratori
La struttura legale sottesa ai licenziamenti si inserisce nel quadro normativo della “legge Fornero”. Trattandosi di quattro licenziamenti individuali e non collettivi, l’azienda ha evitato l’applicazione delle procedure più rigide che caratterizzerebbero un licenziamento collettivo, per il quale sarebbe richiesto il coinvolgimento di almeno cinque persone. Tuttavia, il contesto di esternalizzazione totale di un intero reparto rappresenta, di fatto, una contrazione significativa dell’occupazione diretta
Contu Farci ha descritto con sentimento la natura del proprio lavoro, illustrando come avesse “venduto di tutto, dalle padelle ai diamanti” nel corso della sua carriera presso QVC. Ha inoltre rimarcato come tra le conduttrici e tra loro e i colleghi si fosse creato “un clima da famiglia allargata”, con relazioni profonde che avevano superato i confini dell’ambiente lavorativo, trasformandosi in autentiche amicizie. Per il pubblico, queste conduttrici rappresentavano “una di casa”, una presenza costante e rassicurante nelle dirette che caratterizzavano i quindici-diciassette ore quotidiane di programmazione televisiva gestita dallo stabilimento di Brugherio
Lo sciopero proclamato per il 3 dicembre 2025 rappresenta un momento storico per QVC Italia, segnando il primo conflitto aperto nella storia dell’azienda. L’azione sindacale ha coinvolto l’intero personale del gruppo, con “braccia incrociate” in tutti i reparti per l’intera giornata lavorativa. Il presidio organizzato dalle organizzazioni sindacali ha avuto inizio alle 11.30 davanti ai cancelli dell’azienda, attirando l’attenzione dei media sulla vicenda. I sindacati hanno inoltre sottolineato come un’azienda che si dichiara “inclusiva a 360 gradi” dovrebbe agire coerentemente con tale dichiarazione, sia nella forma che nella sostanza, aspetto rispetto al quale i comportamenti registrati risulterebbero in marcata dissonanza
La vertenza emerge in un contesto già teso all’interno di QVC, dove il tema delle festività previste dal Contratto collettivo nazionale di lavoro rimane irrisolto dopo mesi di discussioni sindacali. Gli incontri tra le organizzazioni dei lavoratori e la direzione aziendale non avevano prodotto una soluzione, e la comunicazione improvvisa dei licenziamenti è stata percepita dalle organizzazioni come un ulteriore segno di una strategia aziendale volta a indebolire il potere contrattuale dei dipendenti e a marginalizzare il ruolo della rappresentanza sindacale
La decisione di esternalizzare completamente la figura della presenter rappresenta una scelta “miope” secondo i sindacati, in quanto elimina quella che costituisce “il primo biglietto da visita verso la clientela: ovvero i volti dell’emittente”. L’azienda, attraverso le sue comunicazioni ufficiali, ha indicato che non esisteranno possibilità di ricollocazione per le quattro conduttrici, poiché l’attività di presentazione in house non sarà più parte della struttura organizzativa interna. Questo approccio definitivo alla questione ha spinto i sindacati a riconsiderare la possibilità di sedersi a un tavolo negoziale, riservandosi di mantenere l’apertura al dialogo qualora l’azienda decidesse di ripensare alla propria posizione
L’episodio solleva questioni più ampie riguardanti il ruolo della rappresentanza sindacale nelle decisioni organizzative aziendali e il rispetto del Contratto collettivo nazionale di lavoro nel settore delle televendite. Le organizzazioni sindacali hanno definito la scelta aziendale come violativa delle basilari norme di reciprocità e trasparenza che dovrebbero caratterizzare le relazioni industriali modern. Le modalità e la tempistica della comunicazione, unitamente all’esclusione della delegata sindacale dal processo decisionale, rappresentano elementi che le sigle sindacali ritengono contrari ai principi di dialogo costruttivo e rispetto delle prerogative della rappresentanza dei lavoratori Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
