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Teocoli e Celentano fanno pace: spunta l’idea di un nuovo progetto

Teo Teocoli conferma a Fanpage la ripresa dei contatti con Adriano Celentano dopo anni di silenzio. Tra aneddoti sul passato e l’ironia di Claudia Mori, spunta l’ipotesi di una futura collaborazione artistica tra i due storici amici.
Credit © RAI

La lunga stagione del silenzio, che per anni ha avvolto i rapporti tra due delle figure più emblematiche dello spettacolo italiano, sembra essere definitivamente giunta al termine, lasciando spazio a una rinnovata comunicazione che ha immediatamente riacceso l’entusiasmo del pubblico e degli addetti ai lavori. Teo Teocoli, che nei mesi scorsi non aveva nascosto la propria amarezza per l’interruzione dei contatti con l’amico di una vita, ha confermato in una recente intervista rilasciata a Fanpage che il telefono di Adriano Celentano è tornato a squillare, o meglio, che la voce dall’altra parte ha finalmente risposto, sancendo di fatto una riappacificazione attesa e sperata da chiunque abbia seguito le vicende del Clan e della televisione italiana degli ultimi decenni.

Le dichiarazioni dell’attore milanese giungono dopo un periodo di evidente freddezza, durante il quale Teocoli aveva affidato a diverse piattaforme, tra cui il podcast Tintoria e i salotti televisivi della domenica, il suo rammarico per l’impossibilità di raggiungere il “Molleggiato” [web:7]. Per circa cinque anni, infatti, ogni tentativo di contatto sembrava cadere nel vuoto, alimentando speculazioni e preoccupazioni sullo stato di salute dei rapporti all’interno di quella che è sempre stata considerata una famiglia allargata più che un semplice sodalizio artistico. La svolta, tuttavia, è arrivata con la semplicità che contraddistingue le grandi amicizie, quelle capaci di superare le barriere del tempo e dei malintesi con una singola conversazione, come se gli anni di distanza non fossero mai trascorsi.

Il retroscena della telefonata e l’ironia di Claudia Mori

Nel descrivere il momento del riavvicinamento, Teocoli ha offerto un quadro di intimità domestica che restituisce intatta l’atmosfera che si respira in casa Celentano, dove la figura di Claudia Mori continua a giocare un ruolo di imprescindibile filtro e contrappunto ironico [web:1]. Durante la conversazione telefonica, avvenuta pochi giorni fa, il comico ha riferito di aver udito distintamente la voce della moglie di Adriano chiedere chi fosse all’apparecchio; alla risposta del marito, che identificava l’interlocutore come “il Teo”, la replica della Mori è stata lapidaria e sarcastica: “Allora metti giù”. Una battuta che ha suscitato l’ilarità di entrambi e che Teocoli ha citato per sottolineare come, nonostante il passare dei decenni e le evoluzioni delle rispettive carriere, certe dinamiche relazionali rimangano immutabili, preservando quella familiarità che costituisce il vero collante del loro legame.

Questa leggerezza ritrovata segna un netto cambio di passo rispetto alle dichiarazioni sofferenti dei mesi passati, quando l’assenza di risposte da parte di Celentano veniva interpretata come un segnale di chiusura ermetica verso il mondo esterno. La conferma di un dialogo diretto, privo di intermediari o di messaggi criptici affidati ai social network — come era accaduto con il post su Instagram in cui Celentano giustificava il silenzio affermando paradossalmente di non rispondere “perché ti voglio bene” [web:6] — restituisce una dimensione umana e tangibile a un rapporto che rischiava di diventare materia per leggende metropolitane o gossip infondati.

L’ipotesi di una collaborazione e il peso della fama

Ciò che rende questa riappacificazione particolarmente interessante sotto il profilo professionale è l’indiscrezione, rivelata sempre da Teocoli a Fanpage, riguardante una “mezza idea” lanciata da Celentano per un possibile progetto comune. Sebbene i contorni di questa iniziativa siano ancora estremamente sfumati, tanto da essere definiti “proprio mezza idea”, la sola possibilità che i due possano tornare a condividere un palco o uno studio televisivo rappresenta una notizia di rilievo assoluto per lo spettacolo italiano. La risposta di Teocoli all’ipotetico invito è stata immediata e incondizionata: un “io ci sto” che prescinde dai contenuti o dal format, basandosi esclusivamente sulla fiducia reciproca e sul piacere di “divertirsi insieme”, nonostante l’avanzare dell’età che entrambi riconoscono con autoironia.

Tuttavia, la narrazione di Teocoli non si limita alla cronaca del presente, ma si allarga a una riflessione profonda sul prezzo che Celentano ha dovuto pagare per il suo immenso successo. Il comico ha descritto con toni quasi malinconici la condizione di isolamento forzato a cui l’amico è stato costretto per gran parte della sua vita, descrivendo una celebrità talmente ingombrante da rendere impossibile qualsiasi parvenza di normalità. Gli aneddoti citati, come i tentativi falliti di andare al cinema insieme, costretti ad abbandonare la sala a metà proiezione perché l’attenzione del pubblico si spostava inevitabilmente dallo schermo alla persona di Adriano, illustrano perfettamente la gabbia dorata in cui il “Molleggiato” ha vissuto, circondato dall’affetto ma privato della libertà di essere un semplice spettatore tra gli spettatori.

Il rito della musica e la periferia milanese

Nel flusso dei ricordi evocati da Teocoli emerge anche uno spaccato sociologico della Milano che fu, quella delle periferie in fermento e della creatività che nasceva nei cortili e nelle strade. Particolarmente suggestiva è l’immagine delle serate trascorse nella casa di periferia di Celentano, dove il rito dell’ascolto dei nuovi dischi si trasformava in un evento collettivo e quasi tribale. Teocoli ha raccontato di come Adriano avesse l’abitudine di posizionare il vinile sul giradischi, alzare il volume al massimo e spalancare le finestre, non per disturbo della quiete pubblica, ma per cercare un riscontro immediato e genuino da parte del vicinato.

Questo “sondaggio dal vivo”, condotto senza filtri e senza le moderne logiche di marketing discografico, rappresenta l’essenza stessa del metodo Celentano: un rapporto diretto, fisico e sonoro con il suo popolo. Il fatto che nessuno si sia mai lamentato del volume, come sottolineato da Teocoli, non è solo una testimonianza della qualità dei pezzi proposti — definiti “stupendi” — ma anche del rispetto reverenziale e dell’orgoglio di quartiere che circondava la figura del cantante. Questi episodi, rievocati ora che il silenzio tra i due è caduto, assumono il valore di documenti storici di un’epoca irripetibile, in cui l’arte e la vita quotidiana si intrecciavano senza soluzione di continuità e in cui un’amicizia poteva nascere e resistere all’ombra di un mito, sopravvivendo persino ai lunghi inverni dell’incomunicabilità. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!