Marte, Parmitano smentisce Musk: “Ecco perché non è ancora possibile andarci”

L’astronauta ESA Luca Parmitano contesta le tempistiche di Elon Musk per i viaggi su Marte, evidenziando i problemi irrisolti di alimentazione, radiazioni e danni fisici che rendono ancora impraticabili le missioni umane verso il pianeta rosso.

Le ambiziose dichiarazioni di Elon Musk sui viaggi umani verso Marte continuano a scontrarsi con la realtà scientifica e tecnica evidenziata dagli esperti del settore spaziale. L’astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea Luca Parmitano ha recentemente ribadito le numerose sfide che rendono ancora impraticabili le missioni umane verso il pianeta rosso, sottolineando come “l’anello più debole dei viaggi spaziali resta l’essere umano”.

Parmitano, nel corso di un intervento pubblico tenutosi a Roma il 30 maggio scorso, ha delineato un quadro realistico delle problematiche che devono essere risolte prima di considerare fattibili le missioni umane verso Marte, mettendo in discussione le tempistiche ottimistiche proposte dal fondatore di SpaceX. L’astronauta italiano ha identificato tre aree critiche che richiedono progressi sostanziali: l’alimentazione durante le lunghe missioni spaziali, la protezione dalle radiazioni cosmiche e la prevenzione dei danni fisici provocati dalla prolungata esposizione alla microgravità.

La questione dell’alimentazione rappresenta una delle sfide più complesse per le future missioni marziane, considerando che un viaggio di andata e ritorno verso il pianeta rosso richiederebbe almeno due anni di autonomia alimentare. Gli attuali sistemi di approvvigionamento utilizzati sulla Stazione Spaziale Internazionale prevedono rifornimenti regolari dalla Terra, una soluzione evidentemente inapplicabile per le distanze marziane. I ricercatori stanno esplorando diverse alternative, dalla coltivazione di vegetali nello spazio alla produzione di proteine sintetiche utilizzando batteri che possono metabolizzare materiali disponibili negli asteroidi.

Il problema delle radiazioni cosmiche costituisce un’altra barriera significativa per la sicurezza degli astronauti durante i lunghi viaggi interplanetari. Mentre sulla Terra l’atmosfera e il campo magnetico terrestre forniscono una protezione naturale, nello spazio profondo gli astronauti sarebbero esposti a livelli di radiazione centinaia di volte superiori a quelli terrestri. Durante il viaggio di sei mesi necessario per raggiungere Marte, questa esposizione potrebbe causare danni biologici sia a breve termine, come la sindrome acuta da radiazioni, sia a lungo termine, aumentando significativamente il rischio di sviluppare tumori radioindotti.

I ricercatori dell’Università di Trento, guidati da Roberto Battiston, stanno sviluppando tecnologie innovative per affrontare questo problema, incluso un sistema di scudo magnetico superconduttore che potrebbe deflettere le particelle dannose. Tuttavia, queste soluzioni richiedono ancora anni di sviluppo e testing prima di poter essere implementate in missioni operative. La complessità del problema è ulteriormente amplificata dalla necessità di proteggere non solo l’equipaggio durante il viaggio, ma anche durante la permanenza sulla superficie marziana, dove l’assenza di un’atmosfera densa e di un campo magnetico globale espone continuamente gli abitanti a radiazioni pericolose.

I danni fisici causati dalla prolungata esposizione alla microgravità rappresentano il terzo elemento critico evidenziato da Parmitano. Gli astronauti che trascorrono lunghi periodi nello spazio sperimentano una significativa perdita di densità ossea, con riduzioni che possono raggiungere l’1,5% al mese per le ossa portanti. Parallelamente, si verifica una diminuzione della massa muscolare e problemi cardiovascolari dovuti alla riduzione del volume sanguigno e al decondi­zionamento del sistema circolatorio.

Questi effetti fisiologici sono stati documentati negli astronauti che hanno trascorso diversi mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale, come Butch Wilmore e Sunita Williams, recentemente rientrati dopo oltre nove mesi di permanenza in orbita. I dati raccolti mostrano come anche con rigorosi programmi di esercizio fisico quotidiano, che prevedono almeno due ore di attività fisica specifica, sia impossibile prevenire completamente il deterioramento fisico causato dall’assenza di gravità.

Nonostante queste evidenze scientifiche, Elon Musk continua a promuovere tempistiche aggressive per le missioni marziane, annunciando il lancio di cinque navicelle Starship verso Marte entro il 2026, inizialmente con equipaggi robotici composti da umanoidi Optimus di Tesla. Il magnate sudafricano ha delineato un piano che prevede l’invio di esseri umani su Marte già nella finestra di lancio del 2028, con l’obiettivo di trasportare oltre un milione di tonnellate di materiale per costruire un avamposto autosufficiente nella regione di Arcadia Planitia.

Tuttavia, questi annunci hanno suscitato scetticismo nella comunità scientifica internazionale. Lo stesso Parmitano, in una precedente intervista del 2021, aveva già definito Musk “un businessman e un provocatore” evidenziando come “ci sono moltissimi ostacoli al momento a un volo umano verso Marte”. L’astronauta italiano aveva sottolineato la necessità di sviluppare tecnologie autoriparanti, capacità logistiche attualmente non disponibili e motori più potenti per ridurre significativamente i tempi di viaggio.

Le critiche ai progetti marziani di Musk non provengono solamente dalla comunità scientifica, ma anche dall’ambiente familiare del magnate. Vivian Jenna Wilson, figlia transgender di Elon Musk, ha recentemente attaccato pubblicamente il padre definendo Tesla “una truffa” e i viaggi su Marte “solo pubblicità”, evidenziando come anche all’interno della famiglia Musk esistano profonde divisioni riguardo alla fattibilità e alla sincerità di questi progetti.

In contrasto con le ambizioni marziane, Parmitano ha ribadito come la Luna rappresenti “il prossimo futuro della nostra civiltà nello spazio”, sottolineando l’importanza del programma Gateway della NASA come piattaforma di test per le tecnologie che potrebbero successivamente essere impiegate su Marte. Questa posizione riflette il consenso della comunità scientifica internazionale, che considera indispensabile una graduale progressione attraverso missioni lunari prima di affrontare le complessità di un viaggio verso Marte.

La discussione sui viaggi marziani evidenzia il contrasto tra l’entusiasmo imprenditoriale e la prudenza scientifica, con Parmitano che rappresenta la voce della ragione tecnica contro le promesse spesso irrealistiche del settore privato spaziale. Mentre Musk continua a catturare l’immaginazione pubblica con visioni di città marziane sotto cupole di vetro e terraformazione planetaria, la realtà scientifica impone tempi e approcci più conservativi per garantire la sicurezza degli equipaggi e il successo delle missioni.