Terremoto Campi Flegrei, paura a Napoli e Pozzuoli: tutti i dati

Una scossa di magnitudo 3.4 ha svegliato all’alba i residenti dei Campi Flegrei, confermando la persistente attività sismica dell’area vulcanica più monitorata d’Europa.

Una nuova scossa di terremoto di magnitudo 3.4 ha interessato l’area dei Campi Flegrei nelle prime ore di giovedì 5 giugno 2025, risvegliando bruscamente migliaia di cittadini tra Napoli e Pozzuoli e riaccendendo le preoccupazioni per la persistente attività sismica che caratterizza questa zona vulcanica tra le più monitorate d’Europa.

Secondo quanto comunicato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia attraverso l’Osservatorio Vesuviano, l’evento sismico principale si è verificato alle ore 6:48 con epicentro localizzato nella zona compresa tra Solfatara e Pisciarelli, nel territorio tra i comuni di Pozzuoli e Bagnoli, ad una profondità di circa 3 chilometri. La scossa, chiaramente avvertita dalla popolazione, rappresenta l’evento culminante di una sequenza sismica iniziata nelle prime ore del mattino, quando alle 5:00 erano già state registrate scosse di magnitudo 0.3 che avevano preannunciato l’intensificazione dell’attività tellurica.

L’attività sismica si è sviluppata secondo una progressione caratteristica degli sciami sismici flegresi, con una prima scossa di magnitudo 2.1 registrata alle 6:39, seguita da un’altra di magnitudo 2.3 alle 6:44, prima dell’evento principale delle 6:48 e di una scossa di assestamento di magnitudo 2.1 alle 6:50. Gli epicentri sono stati tutti localizzati nella zona di Agnano Pisciarelli, ad una profondità compresa tra due chilometri e seicento metri e due chilometri e novecento metri, confermando la caratteristica superficialità dei fenomeni sismici nell’area flegrea che ne amplifica notevolmente la percezione da parte della popolazione.

Le scosse sono state distintamente avvertite in un’ampia area che comprende Pozzuoli, sia nella parte alta che in quella bassa della città, Arco Felice, Monterusciello, il comune di Quarto e i quartieri occidentali di Napoli, inclusi Fuorigrotta, Posillipo e Bagnoli. Numerosi cittadini hanno segnalato di essere stati svegliati dal tremore, accompagnato da un caratteristico boato percepito sia dagli abitanti dell’area prossima all’epicentro che da quelli residenti lungo la fascia costiera. Le testimonianze raccolte descrivono momenti di apprensione e paura, con molte persone che hanno preferito uscire dalle proprie abitazioni in via precauzionale.

Questo episodio si inserisce nel quadro dell’attuale crisi bradisismica che interessa i Campi Flegrei, un fenomeno che dal 2005 ha ripreso vigore determinando un progressivo innalzamento del suolo accompagnato da un incremento significativo dell’attività sismica. Dal 2012, il protrarsi delle variazioni di alcuni parametri geofisici e geochimici, tra cui il sollevamento del suolo, l’aumento della sismicità e i cambiamenti nella composizione geochimica delle fumarole e dei gas dal suolo, ha reso necessario innalzare l’allerta al Livello Giallo e attivare la fase operativa di Attenzione.

Durante l’attuale crisi bradisismica dei Campi Flegrei, fino a tutto il 2024 sono stati registrati circa 23.000 terremoti, parte dei quali avvenuti in occasione di sciami sismici oggetto di specifici comunicati da parte dell’INGV-Osservatorio Vesuviano. La particolare conformazione geologica della caldera dei Campi Flegrei e l’estrema superficialità della maggior parte dei terremoti, fortemente concentrati nei primi 3 chilometri di profondità, determinano un elevato grado di avvertibilità anche per terremoti di bassa magnitudo, fenomeno che si verifica già a partire da valori di magnitudo durata pari a 1.0 e in alcuni casi anche inferiore.

La scossa odierna riporta alla memoria l’intenso sciame sismico del 13 maggio 2025, quando una scossa di magnitudo 4.4 aveva colpito l’area alle 12:07, seguita da un’altra di magnitudo 3.5 alle 12:22. Quell’evento aveva determinato l’evacuazione di numerose scuole e dell’Università Federico II nella sede di Piazzale Tecchio a Fuorigrotta, oltre alla sospensione temporanea della circolazione ferroviaria sulle linee Cumana e Circumflegrea per le necessarie verifiche statiche. Il terremoto di maggio aveva rappresentato uno degli eventi più significativi registrati nell’area, con intensità sulla scala Mercalli compresa tra VI e VII.

Secondo i dati del bollettino settimanale dell’INGV relativo al periodo dal 26 maggio al 1 giugno 2025, nell’area dei Campi Flegrei sono stati localizzati 49 terremoti con magnitudo maggiore o uguale a 0.0, con magnitudo massima di 1.9. Il monitoraggio continuo evidenzia che dagli inizi di aprile 2025 si registra un sollevamento del suolo con un valore medio mensile di circa 15±5 millimetri al mese, mentre i parametri geochimici mostrano trend di aumento dei flussi e di riscaldamento del sistema idrotermale.

L’area dei Campi Flegrei, definita una delle zone vulcaniche più monitorate d’Europa, continua a essere oggetto di attenta sorveglianza da parte dell’INGV attraverso una rete di strumenti che rilevano in tempo reale ogni variazione dei parametri sismici, geodetici e geochimici. Gli esperti dell’Osservatorio Vesuviano stanno continuando a raccogliere e analizzare i dati per valutare l’evoluzione della situazione, fornendo aggiornamenti costanti attraverso i canali ufficiali e mantenendo attivo il sistema di comunicazione con le autorità locali e la Protezione Civile.

La popolazione dell’area flegrea, che ha già sperimentato episodi di particolare intensità come quello del 13 marzo 2025 quando una scossa di magnitudo 4.4 alle 1:25 aveva determinato il crollo di un controsoffitto a Pozzuoli con il salvataggio di una donna da parte dei Vigili del Fuoco, continua a convivere con questa realtà sismica che richiede costante attenzione e preparazione. Le autorità locali mantengono attivi i protocolli di sicurezza e i piani di emergenza, mentre la ricerca scientifica prosegue nell’approfondimento della comprensione dei meccanismi che governano il bradisismo e l’attività sismica in questa complessa area vulcanica che rappresenta una delle sfide più significative per la vulcanologia moderna.