La Regione Umbria ha emanato una nuova ordinanza contingibile e urgente per tutelare i lavoratori esposti alle temperature estreme durante la stagione estiva. La presidente Stefania Proietti ha firmato il provvedimento il 13 giugno 2025, anticipando rispetto allo scorso anno quando l’ordinanza era stata varata soltanto a fine luglio. La decisione è stata presa in considerazione delle temperature e delle condizioni meteorologiche già al di sopra della media stagionale, che stanno caratterizzando questa prima parte dell’estate 2025.
I dettagli del provvedimento regionale
L’ordinanza stabilisce il divieto assoluto di svolgere attività lavorative in condizioni di esposizione prolungata al sole dalle ore 12:30 alle ore 16:00, con efficacia immediata e validità fino al 31 agosto 2025. Il provvedimento si applica sull’intero territorio regionale umbro e riguarda specificamente tre settori lavorativi considerati maggiormente a rischio: il comparto agricolo, quello florovivaistico e i cantieri edili all’aperto.
Il divieto non opera automaticamente ogni giorno, ma soltanto nelle giornate in cui la piattaforma Worklimate 2.0, sviluppata congiuntamente da INAIL e CNR, segnala un livello di rischio “Alto” per i lavoratori esposti al sole con attività fisica intensa alle ore 12:00. Questa piattaforma previsionale rappresenta uno strumento scientifico di allerta che analizza diversi parametri meteorologici e ambientali per valutare il rischio di stress termico per i lavoratori.
Le eccezioni previste dall’ordinanza
Il provvedimento regionale prevede specifiche eccezioni per garantire la continuità dei servizi essenziali e degli interventi di emergenza. Il divieto non trova applicazione per le Pubbliche Amministrazioni, i concessionari di pubblico servizio e i loro appaltatori quando si tratta di interventi di pubblica utilità, di protezione civile o di salvaguardia della pubblica incolumità. Anche in questi casi, tuttavia, rimane l’obbligo di adottare idonee misure organizzative e operative per ridurre a un livello accettabile il rischio di esposizione dei lavoratori alle alte temperature.
Le sanzioni per chi non rispetta l’ordinanza
Il mancato rispetto delle disposizioni contenute nell’ordinanza regionale comporta l’applicazione delle sanzioni previste dall’articolo 650 del Codice Penale, che punisce l’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Si tratta di una contravvenzione punibile con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 206 euro, salvo che il fatto non costituisca un reato più grave. La norma penale tutela l’ordine pubblico e la tranquillità pubblica, sanzionando chi viola provvedimenti contingibili e urgenti adottati dall’autorità per ragioni di giustizia, sicurezza pubblica, ordine pubblico o igiene.
Il sistema di monitoraggio Worklimate
La piattaforma Worklimate 2.0, sulla quale si basa l’applicazione dell’ordinanza umbra, rappresenta un sistema sperimentale automatico di previsione del rischio caldo sviluppato nell’ambito di un progetto di ricerca congiunto tra INAIL e CNR. Il sistema fornisce previsioni del rischio fino a tre giorni per quattro momenti della giornata corrispondenti alle ore 8, 12, 16 e 20, utilizzando il modello meteorologico MOLOCH con una risoluzione spaziale di circa 2 chilometri.
Le previsioni si basano sull’indicatore Wet Bulb Globe Temperature (WBGT), utilizzato nel settore occupazionale per valutare lo stress termico, e sono riferite a lavoratori sani, non acclimatati al caldo, esposti al sole e impegnati in attività fisica intensa o moderata all’aperto. Il sistema ha dimostrato un’accuratezza del 90% nella previsione del livello di stress termico, rappresentando uno strumento importante per datori di lavoro e lavoratori nella valutazione e prevenzione dei rischi legati alle temperature estreme.
Il contesto nazionale delle ordinanze anti-caldo
L’Umbria si inserisce in un panorama nazionale sempre più attento alla tutela dei lavoratori esposti al caldo estremo. Nel 2024, ben 15 regioni italiane avevano emanato ordinanze simili, tra cui Piemonte, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Marche, Lazio, Molise, Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Per il 2025, dopo Lazio e Calabria, anche l’Umbria ha deciso di anticipare i tempi emanando l’ordinanza già a metà giugno.
Tutte queste ordinanze regionali condividono le stesse caratteristiche: vietano il lavoro all’aperto dalle 12:30 alle 16:00 nelle giornate con allerta di caldo estremo, identificabili tramite le mappe fornite dalla piattaforma Worklimate, e rimangono in vigore fino al 31 agosto. Questa convergenza di approcci testimonia la crescente consapevolezza delle istituzioni regionali riguardo ai rischi per la salute dei lavoratori derivanti dai cambiamenti climatici in atto.
Le organizzazioni sindacali confederali CGIL, CISL e UIL Umbria avevano sollecitato da tempo la Regione a licenziare il provvedimento, manifestando forte preoccupazione per l’aumento delle temperature che potrebbe mettere a rischio la salute dei lavoratori impegnati in attività all’aperto. Lo scorso 23 luglio 2024, i rappresentanti sindacali si erano recati presso l’assessorato regionale alla Sanità per affrontare la questione, ottenendo finalmente una risposta con l’ordinanza di fine luglio.
I sindacati, pur apprezzando il provvedimento come atto che rafforza l’attenzione sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, avevano chiesto una maggiore completezza della misura, includendo aspetti come maggiori controlli, la garanzia della sospensione con 33 gradi percepiti anche nei luoghi di lavoro al chiuso, e una più ampia campagna di informazione. Per il 2025, la presidente Proietti ha annunciato che nei prossimi giorni la Regione incontrerà le parti sociali e datoriali e le associazioni di categoria per valutare modifiche e integrazioni volte a una sempre maggiore tutela dei lavoratori.
L’ordinanza regionale umbra si basa su evidenze scientifiche consolidate riguardo ai rischi derivanti dall’esposizione prolungata a temperature elevate. L’elevata temperatura dell’aria, l’umidità e la prolungata esposizione al sole rappresentano un pericolo concreto per la salute dei lavoratori esposti per lunghi periodi alle radiazioni solari, con il rischio di stress termico e colpi di calore che possono avere esiti anche letali.
Secondo le stime contenute nel progetto Worklimate, circa il 30% della popolazione mondiale è attualmente esposta a condizioni di caldo particolarmente critiche per la salute per almeno 20 giorni all’anno, e tale percentuale è destinata ad aumentare nei prossimi anni anche se le emissioni di gas serra tenderanno a ridursi. I lavoratori che trascorrono la maggior parte delle loro attività all’aperto, in particolare nei settori agricolo e delle costruzioni, rappresentano i soggetti più esposti agli effetti del caldo e ai fenomeni atmosferici estremi.
La normativa vigente già prevedeva il divieto di attività lavorativa con temperature superiori a 35 gradi, ma l’ordinanza regionale va a rafforzare ulteriormente l’attenzione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, seguendo le “Indicazioni per la prevenzione e protezione dai rischi correlati con le condizioni climatiche di caldo estremo negli ambienti di lavoro”. L’obiettivo è prevenire lo stress termico, i colpi di calore e i danni alla salute, che colpiscono soprattutto i soggetti più vulnerabili e i lavoratori impegnati all’aperto senza adeguate protezioni.