Meteo Fine Giugno 2025, Arriva una Nuova Ondata di Caldo: la Previsione

L’ultima decade di giugno 2025 vedrà l’Italia sotto il dominio dell’anticiclone africano con temperature record fino a 45°C al Sud e 38°C al Nord, notti tropicali diffuse e rischi per la salute pubblica.

L’ultima decade di giugno 2025 si preannuncia come una delle più roventi mai registrate sul territorio italiano, con l’anticiclone africano pronto a stabilire una presenza dominante che potrebbe protrarsi fino all’inizio di luglio. Gli ultimi aggiornamenti meteorologici confermano l’arrivo di una nuova pulsazione dell’alta pressione subtropicale, capace di trasportare masse d’aria roventi direttamente dal cuore del deserto del Sahara verso il bacino del Mediterraneo centrale.

La configurazione sinottica che si sta delineando presenta tutte le caratteristiche del temuto “blocco a Omega”, una struttura atmosferica che intrappola l’aria calda nei bassi strati impedendo qualsiasi ricambio con masse più fresche provenienti dall’Atlantico. Questa particolare disposizione barica, che vede l’anticiclone subtropicale africano espandersi verso nord fino a raggiungere la Pianura Padana e oltre le Alpi, garantirà condizioni di stabilità estrema con giornate caratterizzate da cielo sereno e assenza quasi totale di precipitazioni su gran parte del territorio nazionale.

Le proiezioni termiche elaborate dai principali centri meteorologici europei delineano uno scenario particolarmente critico per le regioni del Centro-Sud e le Isole Maggiori, dove si prevede il superamento della soglia dei 40°C con una frequenza allarmante. Le zone interne di Sicilia, Sardegna, Basilicata e Puglia potrebbero sperimentare picchi termici compresi tra i 42 e i 45 gradi centigradi, valori che si avvicinano pericolosamente ai record storici registrati nelle estati più torride degli ultimi decenni.

Anche le regioni settentrionali, tradizionalmente più temperate durante il periodo estivo, non saranno risparmiate da questa eccezionale ondata di calore africano. La Pianura Padana, con la sua conformazione geografica che favorisce il ristagno dell’aria calda, potrebbe trasformarsi in una vera fornace naturale con temperature che toccheranno stabilmente i 35-38°C nelle principali città come Milano, Brescia, Bologna, Torino e Verona. Anche le vallate alpine del Veneto e del Trentino sperimenteranno un rialzo termico significativo, con valori che si avvicineranno ai 30°C anche a quote relativamente elevate.

Un elemento particolarmente preoccupante di questa fase meteorologica sarà rappresentato dal fenomeno delle “notti tropicali”, caratterizzate da temperature minime che non scenderanno mai sotto i 20°C. Città come Roma, Napoli, Palermo, ma anche centri del Nord come Milano, Firenze e Genova, potrebbero sperimentare nottate con minime comprese tra i 22 e i 25 gradi, rendendo particolarmente difficile il riposo notturno e aumentando significativamente il disagio bioclimatico.

L’origine subtropicale delle masse d’aria che alimenteranno questa ondata di calore comporterà anche un incremento sostanziale dei livelli di umidità atmosferica, particolarmente nelle aree costiere e nei grandi centri urbani. L’effetto combinato di temperature elevate e umidità crescente determinerà valori di temperatura percepita che potranno superare i 40°C anche in zone dove i termometri segneranno 35-36 gradi, creando condizioni di afa opprimente che metteranno a dura prova la capacità di adattamento della popolazione.

La persistenza dell’anticiclone africano comporterà anche conseguenze significative sulla qualità dell’aria, particolarmente nelle aree metropolitane del Nord Italia. La formazione di quella che i meteorologi definiscono “Heat Dome” o cupola di calore, creerà un vero e proprio coperchio atmosferico che impedirà la dispersione degli inquinanti prodotti dal traffico veicolare e dalle attività industriali. In queste condizioni si verificherà un lento ma costante accumulo di ozono troposferico, polveri sottili e biossidi di azoto, che rimarranno intrappolati negli strati bassi dell’atmosfera aumentando i rischi per la salute pubblica.

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Le uniche interruzioni significative di questa fase torrida potrebbero verificarsi lungo l’arco alpino e nelle immediate pianure adiacenti, dove l’instabilità termoconvettiva pomeridiana potrebbe dare origine a temporali isolati, spesso accompagnati da grandinate e forti raffiche di vento. Tuttavia, questi fenomeni avranno carattere molto localizzato e non saranno sufficienti a interrompere il dominio dell’alta pressione africana sul resto del territorio nazionale.

Il contesto climatico generale in cui si inserisce questa eccezionale ondata di calore riflette una tendenza ormai consolidata degli ultimi anni, caratterizzata da un’intensificazione e una maggiore frequenza degli eventi meteorologici estremi nel bacino del Mediterraneo. L’area mediterranea si sta infatti riscaldando del 20% più velocemente rispetto alla media globale, confermandosi come uno degli hotspot più critici del cambiamento climatico dopo l’Artico.

Le proiezioni a lungo termine elabortate dai principali centri meteorologici europei suggeriscono che il mese di luglio 2025 potrebbe seguire un pattern simile, con la possibilità che l’anticiclone africano mantenga una presenza dominante per gran parte del periodo estivo. Questa prospettiva rende ancora più urgente l’adozione di strategie di adattamento e mitigazione per fronteggiare quello che si preannuncia come uno dei periodi più caldi mai registrati nella storia meteorologica italiana.