Meteo, rischio “Heat Dome”: cos’è e perché minaccia l’Europa

L’Heat Dome è un fenomeno meteorologico estremo causato da alta pressione persistente che intrappola il calore, provocando temperature record e gravi rischi sanitari in Europa.

Il fenomeno meteorologico dell’Heat Dome, letteralmente “cupola di calore”, rappresenta una delle manifestazioni più pericolose e persistenti del caldo estremo che caratterizza sempre più frequentemente le estati europee

Un Heat Dome è un fenomeno atmosferico estremo che si verifica quando una robusta area di alta pressione si posiziona sopra una regione geografica e vi permane per diversi giorni, talvolta settimane. Questa alta pressione agisce come una copertura invisibile nell’atmosfera, intrappolando l’aria calda nei bassi strati e impedendo il normale ricambio d’aria con masse più fresche provenienti da altre zone. Il termine deriva dall’immagine visiva evocata dalla struttura meteorologica: una cupola di alta pressione che si comporta come un coperchio sull’atmosfera, intrappolando il calore senza possibilità di dispersione.

Cos’è l’Heat Dome

Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration degli Stati Uniti, una cupola di calore è un’area chiusa dove la temperatura è più alta rispetto alle regioni circostanti che si verifica quando l’atmosfera trattiene l’aria ad alta pressione in estate. Questo fenomeno si verifica soprattutto durante una situazione di blocco meteorologico quando i sistemi si muovono lentamente da ovest a est e il calore può accumularsi sotto l’anticiclone d’alta quota per il fenomeno della subsidenza atmosferica.

Come si forma l’Heat Dome

La formazione di una cupola di calore è legata a modificazioni nella corrente a getto, il Jet Stream. Quando il Jet Stream si ondula e rallenta, può formare una “cresta” stabile di alta pressione, sotto la quale si sviluppa la cupola. L’aria calda proveniente dalle latitudini tropicali viene trasportata verso nord, dove rimane bloccata. Nel frattempo, le precipitazioni tendono a scomparire, aggravando la carenza d’umidità e l’evaporazione nei terreni.

Il processo fisico fondamentale è la subsidenza atmosferica: l’aria viene compressa verso il basso dall’alta pressione, un fenomeno che riscalda ulteriormente gli strati prossimi al suolo. La compressione di uno strato d’aria garantisce la stabilità perché inibisce la formazione di cumuli e fa aumentare ulteriormente la pressione. Nella discesa l’aria si riscalda seguendo le leggi della compressione adiabatica.

Questo assetto impedisce la dispersione del calore, creando un accumulo termico continuo. Le temperature si alzano in modo anomalo, giorno dopo giorno, senza alcuna possibilità di sollievo. L’aria sotto la cupola viene compressa e, a causa di questo processo fisico, si riscalda ancora di più. Le temperature aumentano senza sosta, in un meccanismo che si autoalimenta: il Sole scalda il terreno, il calore non si disperde, e ogni giorno si riparte da un livello termico ancora più alto del precedente.

Tutto comincia con l’espansione dell’anticiclone subtropicale sahariano, che risale lungo il bacino del Mediterraneo e raggiunge la Penisola Italiana spingendosi fino alla Val Padana e oltre le Alpi. Quando l’alta pressione si stabilizza e nessuna perturbazione riesce a penetrarne i confini, si crea un blocco atmosferico. Spesso l’Heat Dome è alimentato dall’anticiclone africano, una struttura barica che trasporta masse d’aria roventi dal Sahara fin sopra l’Europa meridionale. Tuttavia, il meccanismo che produce gli effetti più devastanti non è soltanto il flusso caldo in sé, ma l’interazione tra l’anticiclone e la stasi atmosferica.

Il termine “Heat Dome” viene spesso associato all'”anticiclone africano”, perché le masse d’aria calda che raggiungono l’Europa e l’Italia provengono da latitudini subtropicali e dal deserto del Sahara. Tuttavia, l’origine del calore estremo che percepiamo non è solo “importato” dal continente africano, ma è esaltato proprio dalla compressione dell’aria stabile sotto la cupola anticiclonica.

Il blocco ad Omega, quando il caldo diventa persistente

Tra i pattern meteorologici più temuti del periodo estivo, la configurazione ad Omega rappresenta uno degli assetti sinottici più persistenti e destabilizzanti per il clima del Mediterraneo. Il nome deriva dalla forma della lettera greca Ω, che descrive visivamente la disposizione dei campi di pressione in quota. Al centro troviamo un promontorio anticiclonico che si protende verso nord, generalmente dall’Africa sahariana verso l’Europa centrale, mentre ai lati si posizionano due saccature depressionarie: una sull’Atlantico, l’altra sull’Est Europa.

Questo equilibrio crea un vero e proprio blocco della circolazione zonale, impedendo alle perturbazioni di attraversare l’area interessata dal promontorio. Il risultato è una condizione meteorologica estremamente stabile, con cieli sereni, assenza di vento e un costante apporto di aria calda in risalita dai deserti del Nord Africa. In presenza di un Omega ben strutturato, il caldo tende a cristallizzarsi, senza variazioni significative per giorni o settimane.

Effetti e conseguenze dell’Heat Dome

Le cupole di calore sono responsabili di eventi climatici estremi, tra cui temperature anomale e prolungate, ben al di sopra delle medie stagionali. Una cupola di calore può causare temperature che superano facilmente i 40°C, come dimostrato in California dove Palm Springs ha stabilito il suo massimo storico con 51,1°C. Durante questi eventi, anche aree storicamente temperate come Francia, Germania e Benelux sono state investite da temperature estreme, con punte oltre i 40°C già nei primi dieci giorni di giugno 2024.

Tra le caratteristiche più insidiose dello Heat Dome vi è l’assenza di refrigerio notturno. Le temperature minime restano elevate, compromettendo il naturale raffreddamento del suolo e l’equilibrio fisiologico delle persone. In queste situazioni, la percezione del calore può raggiungere valori superiori ai 45°C, aggravando il fenomeno del caldo umido e causando condizioni di stress termico estremo.

Le ondate di calore associate alle cupole termiche rappresentano un rischio significativo per la salute pubblica, con un aumento complessivo del tasso di mortalità della popolazione. Secondo il Lancet Countdown, una collaborazione internazionale di ricerca che monitora l’evoluzione degli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute, nel rapporto 2023 i decessi riferibili alle ondate di calore nel 2022 sarebbero stati circa 70.000 solo nell’estate europea. L’Italia risulta essere il Paese dell’Unione Europea in cui l’impatto sulla mortalità è stato più pesante.

A farne le spese soprattutto le persone più fragili, con effetti che includono non solo la disidratazione, ma il colpo di sole, i crampi, l’edema, la congestione, gli effetti sulla pressione arteriosa e lo stress da calore. Nel 2023, il caldo ha causato circa 5.000 morti tra gli anziani in Italia in un solo mese, dal 16 luglio al 15 agosto. Secondo una metanalisi del 2022, a ogni grado di temperatura esterna in più corrisponde un aumento di mortalità cardiovascolare del 2,1%.

Il colpo di calore rappresenta la forma più grave di malattia da calore e può essere fatale. Si verifica quando l’organismo non è più in grado di controllare la propria temperatura corporea, che aumenta rapidamente, e in questi casi è richiesto un intervento medico immediato. Anche le complicazioni cardiovascolari e respiratorie e le malattie renali sono aggravate dal caldo, e la maggior parte dei decessi legati al caldo sono dovuti a eventi cardiovascolari.

L’ambiente urbano soffre in modo particolare l’effetto Heat Dome. Tra asfalto, cemento e scarsa ventilazione, le isole di calore cittadine amplificano l’effetto della cupola, rendendo le giornate e le notti torride insostenibili. In città fa sensibilmente più caldo rispetto alle aree rurali circostanti a causa della diffusa cementificazione e della maggiore concentrazione di superfici asfaltate che assorbono più calore solare. Inoltre, il calore emesso dai veicoli, dagli impianti industriali e dai sistemi di riscaldamento e condizionamento delle abitazioni contribuisce ad aumentare la temperatura.

Gli effetti peggiori dei Heat Dome si concentrano nei centri urbani, dove l’isola di calore urbana peggiora la situazione: il cemento, l’asfalto e i materiali edilizi accumulano calore durante il giorno e lo rilasciano lentamente durante la notte. Le notti tropicali, chiamate così perché la temperatura nelle ore notturne non riesce a scendere al di sotto dei 20°C, possono raggiungere all’alba anche picchi superiori ai 25-26°C.

Record storici e situazione attuale

Il 2021 è stato caratterizzato da eventi Heat Dome particolarmente intensi, con il record europeo di temperatura stabilito in Sicilia il 11 agosto 2021, quando la colonnina di mercurio ha raggiunto la stratosferica soglia di 48,8°C a Siracusa. Questo valore rappresenta non solo il record italiano, ma anche il più alto mai registrato in tutta l’Europa. L’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha cercato di verificare questa temperatura riportata per stabilire se costituisca un nuovo record per l’Europa continentale.

Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato per l’Europa, con temperature record nelle regioni centro-orientali e sudorientali. Il 60% dell’Europa ha visto più giorni della media con almeno “forte stress da caldo”, ovvero con una temperatura percepita oltre i 38°C. Durante l’anno, c’è stato un notevole contrasto est-ovest nelle condizioni climatiche, con condizioni estremamente secche e spesso da record a est e condizioni calde ma umide a ovest.

Le proiezioni per l’estate 2025 indicano la possibilità di eventi Heat Dome particolarmente intensi tra luglio e agosto, con ondate di calore persistenti e temperature massime anche di 44-45°C in Puglia, Sicilia e altre regioni del Sud Italia. Il meteo di giugno 2025 si è già aperto con un’anomalia termica dirompente, segnata da giornate roventi che hanno portato le temperature oltre i 35°C su molte città della Pianura Padana.

Cambiamenti climatici e frequenza crescente

La frequenza di questo tipo di fenomeni e la loro entità sono accentuate dal riscaldamento globale. Ricerche pubblicate su riviste come Nature e Science confermano che la frequenza delle Heat Dome è in aumento, e che eventi un tempo eccezionali stanno diventando normalità annuale. Le stagioni estive iniziano sempre prima e finiscono sempre più tardi: il caldo del 2023 e del 2024 ha già segnato nuovi limiti, anticipando la calura alla fine di maggio e prolungandola fino a ottobre.

Il cambiamento climatico fa sì che le temperature massime nelle ondate di calore analizzate raggiungano +2,5°C nell’Europa meridionale, +2°C in quella centrale rispetto a quanto sarebbe accaduto senza l’influenza antropica. Le cupole di calore non si sono formate per la prima volta in questi anni, ma oggi la loro comparsa è resa più frequente dal cambiamento climatico. Le temperature di mari e oceani stanno salendo e ciò contribuisce a intensificare questi fenomeni estremi.

Tra il 2000 e il 2016, il numero di persone esposte alle ondate di calore è aumentato di circa 125 milioni. Il riscaldamento globale può intensificare gli effetti delle alte pressioni atmosferiche, rendendo più probabili e severi questi eventi estremi. L’Europa è il continente che si riscalda più velocemente, con un riscaldamento doppio rispetto alla media globale a partire dagli anni ’80, mentre il riscaldamento globale è a circa +1,3°C rispetto alla media del periodo pre-industriale, l’Europa è già a +2,4°C.

Questo scenario conferma che l’Heat Dome non rappresenta più un fenomeno eccezionale, ma una realtà meteorologica sempre più frequente che richiede strategie di adattamento e prevenzione sempre più sofisticate per proteggere la salute pubblica e mitigare gli impatti socio-economici delle ondate di calore estreme.