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L’Anticiclone delle Azzorre, cos’è e perché non influenza più le estati in Italia

L’Anticiclone delle Azzorre, sistema di alta pressione oceanica che garantiva estati mediterranee miti, ha perso influenza sul clima italiano per i cambiamenti climatici che ne hanno alterato posizione e forza, lasciando spazio all’anticiclone africano più caldo e umido.

L’Anticiclone delle Azzorre rappresenta una delle figure bariche più significative per il clima europeo e mediterraneo, eppure negli ultimi decenni la sua influenza sulle condizioni meteorologiche italiane è drasticamente diminuita. Questo sistema di alta pressione, che per decenni ha garantito le classiche estati mediterranee caratterizzate da temperature gradevoli e stabilità atmosferica, ha progressivamente ceduto il campo all’anticiclone africano, portando con sé profondi cambiamenti nel nostro clima estivo.

L’Anticiclone delle Azzorre è un’area di alta pressione semipermanente di origine subtropicale oceanica che si forma nell’Oceano Atlantico settentrionale, con il suo massimo di pressione atmosferica mediamente localizzato in prossimità dell’omonimo arcipelago portoghese. La sua origine deriva direttamente dalla circolazione atmosferica globale e rappresenta il risultato della subsidenza atmosferica della cella di Hadley intertropicale. Questa circolazione convettiva coinvolge l’atmosfera nella fascia climatica tropicale, generando un’ascesa di grandi masse d’aria calda nei pressi dell’equatore che, dopo essere risalita fino a circa 10-15 chilometri di altezza, si sposta in quota verso i tropici per poi ridiscendere verso la superficie intorno ai 30 gradi di latitudine.

Il meccanismo di formazione è strettamente legato alla differenza di temperatura tra l’equatore e i poli. Le alte temperature delle zone equatoriali, innescate dalla radiazione solare, determinano un aumento dell’aria calda che sale sia in altitudine che in latitudine fino a 30-40 gradi Nord, dove l’aria calda discende attraverso un processo di affondamento che si traduce in una corrente ascensionale costante. Questo insieme di processi fisici genera l’anticiclone, creando una fascia di alte pressioni semi-permanenti caratteristica delle latitudini subtropicali di entrambi gli emisferi.

Le caratteristiche distintive dell’Anticiclone delle Azzorre sono intimamente legate alla sua natura oceanica. Le masse d’aria che lo compongono presentano valori di temperatura moderati, proprio grazie al contatto prolungato con le acque tiepide dell’Oceano Atlantico, dove difficilmente si superano i 25 gradi Celsius. La mitezza delle acque atlantiche limita anche l’evaporazione, rendendo l’aria trasportata relativamente poco umida rispetto ad altri sistemi anticiclonici.

Il ruolo tradizionale nel clima mediterraneo

Storicamente, l’Anticiclone delle Azzorre ha svolto un ruolo fondamentale nel determinare le condizioni climatiche dell’Europa occidentale e del bacino mediterraneo. Durante la stagione estiva, questo sistema tendeva ad espandersi verso est, interessando tutto il bacino del Mediterraneo, gran parte dell’Europa centrale e la parte meridionale dell’Inghilterra. La sua presenza garantiva stabilità atmosferica e condizioni meteorologiche caratterizzate da cieli sereni o poco nuvolosi, temperature gradevoli e occasionali temporali localizzati.

L’anticiclone agiva come un vero e proprio blocco atmosferico, impedendo l’arrivo di sistemi frontali e di bassa pressione dalla zona atlantica occidentale. Questa configurazione barica determinava le classiche estati mediterranee, con giornate piacevolmente calde ma non torride, serate fresche e qualche sporadico temporale estivo localizzato. Il clima risultante era caratterizzato da un equilibrio termico che rendeva la stagione estiva particolarmente gradevole, con temperature che raramente raggiungevano valori estremi.

La sua estensione verso il Mediterraneo comportava una circolazione di venti occidentali o nord-occidentali che mantenevano il tempo stabile e non consentivano alle temperature di salire eccessivamente. Il clima sull’Italia risultava caldo e leggermente afoso, ma la combinazione tra temperature non troppo elevate e umidità moderata non creava un disagio fisico significativo. Sui litorali, inoltre, era sempre presente una brezza marina che soffiava dal tardo mattino fino al tardo pomeriggio, contribuendo ulteriormente al comfort climatico.

Perché l’Anticiclone delle Azzorre non influenza più l’Italia

Negli ultimi venti-trent’anni, l’influenza dell’Anticiclone delle Azzorre sul clima italiano e mediterraneo è progressivamente diminuita, lasciando spazio al predominio dell’anticiclone africano. Questo cambiamento rappresenta una delle manifestazioni più evidenti dell’alterazione dei pattern di circolazione atmosferica su scala globale, strettamente connessa ai cambiamenti climatici in corso.

Il riscaldamento globale sta alterando la circolazione atmosferica a livello planetario, influenzando significativamente la corrente a getto, un potente flusso di vento che, modificandosi in risposta alle anomalie termiche, cambia la posizione dell’anticiclone delle Azzorre. Questo fenomeno ha portato a una maggiore variabilità e imprevedibilità della capacità dell’anticiclone di stabilizzare il meteo in Europa occidentale. L’incremento delle temperature globali ha ridotto il contrasto termico che spinge le correnti a getto, rendendo queste ultime più lente e deboli.

Uno studio pubblicato su Nature Geoscience ha dimostrato che negli ultimi 200 anni, in concomitanza con l’incremento di gas serra in atmosfera, l’Anticiclone delle Azzorre ha iniziato a espandersi in modo anomalo. Nel corso del ventesimo secolo si è verificata una forte correlazione tra il ritmo di espansione accelerato dell’anticiclone e la crescita delle emissioni di gas serra. Questa espansione ha comportato condizioni più siccitose sull’Europa occidentale, con la Penisola Iberica che ha registrato un forte inaridimento annuale di 5-10 millimetri per decennio durante la seconda metà del ventesimo secolo.

Invece di distendersi con il proprio margine orientale verso il mar Mediterraneo centro-occidentale, come avveniva durante le classiche estati mediterranee, l’alta pressione delle Azzorre tende a rimanere relegata in pieno Atlantico, propagandosi verso le alte latitudini fino a lambire l’Islanda, le coste meridionali della Groenlandia e addirittura la Scandinavia. Questo spostamento verso nord è il risultato di un indebolimento della corrente a getto in Atlantico che comporta una discesa di aria fredda verso le Canarie e le Azzorre.

L’Oscillazione Atlantica Multidecadale gioca anch’essa un ruolo cruciale nel determinare la forza e la posizione dell’anticiclone. Durante le fasi positive di questo ciclo naturale, quando le temperature dell’Atlantico sono più calde, l’anticiclone tende a spostarsi verso nord, riducendo il suo impatto stabilizzante sul meteo europeo. Inoltre, il sollevamento in latitudine della fascia anticiclonica subtropicale continentale dell’Arabia Saudita ha contribuito a un sollevamento in blocco di tutta la fascia anticiclonica subtropicale.

La differenza tra Anticiclone delle Azzorre e Anticiclone Africano

L’Anticiclone Africano, definito anche anticiclone subtropicale africano o nordafricano, rappresenta un sistema di alta pressione radicalmente diverso dall’Anticiclone delle Azzorre per origine, caratteristiche e impatti sul clima mediterraneo. Si tratta di un’area anticiclonica dinamica di natura subtropicale continentale che interessa in modo pressoché permanente tutta l’area dell’Africa settentrionale occupata dal deserto del Sahara.

La differenza principale risiede nell’origine geografica e nella natura delle masse d’aria coinvolte. Mentre l’Anticiclone delle Azzorre nasce in una zona oceanica relativamente temperata ed è alimentato da masse d’aria di origine marittima, l’anticiclone africano si sviluppa nel cuore del deserto del Sahara, una delle aree più torride del pianeta. La sua formazione avviene sopra terre aride, dove l’aria si riscalda in modo rapido ed estremo sotto il sole implacabile del deserto.

L’anticiclone africano è caratterizzato da elevati valori di geopotenziale, soprattutto durante i mesi estivi, mentre la pressione al suolo non presenta valori particolarmente alti a causa delle temperature elevate nell’area di formazione. Nei mesi estivi sono ricorrenti minimi relativi di pressione al suolo alle quote medio-basse a causa della stazionarietà nei bassi strati di caldissime masse d’aria. Quando questo sistema viene a interessare le nostre latitudini, è responsabile di periodi di stabilità atmosferica e valori termici molto elevati che tendono ad andare significativamente sopra media.

L’aria contenuta nell’anticiclone africano è inizialmente molto calda e asciutta di origine sahariana, priva di umidità. Tuttavia, nel suo spostamento verso il Mediterraneo, questa massa d’aria attraversa il mare e incamera vapor d’acqua a causa della maggiore evaporazione delle acque marine. Il risultato è che arriva sul nostro paese carica di umidità, con temperature molto elevate e tassi di umidità eccessivi frequentemente superiori al 70 per cento anche in pieno giorno.

Questa combinazione di temperature elevate e alta umidità causa un disagio fisico intenso con elevato rischio di colpi di calore. Inoltre, la circolazione delle brezze risulta ridotta al lumicino, eliminando quel naturale sistema di ventilazione che caratterizzava le estati sotto l’influenza dell’Anticiclone delle Azzorre. L’anticiclone africano presenta geopotenziali più elevati rispetto all’anticiclone delle Azzorre, determinando maggiore stabilità ed è molto più difficile per le perturbazioni atlantiche spodestarla dalla sua posizione di dominio una volta che si è instaurata.

Il sistema climatico mediterraneo

La progressiva sostituzione dell’Anticiclone delle Azzorre con quello africano rappresenta un cambiamento fondamentale nel sistema climatico mediterraneo. Negli ultimi anni capita sempre più frequentemente che il flusso perturbato atlantico sprofondi in pieno Oceano Atlantico a ovest della penisola Iberica, determinando una risposta anticiclonica in direzione del Mediterraneo occidentale con richiamo di aria calda direttamente dal Nord Africa.

L’alta pressione africana si è alzata di latitudine nel corso degli anni e la fascia anticiclonica rimane più a nord rispetto al passato, rendendo più complesso per il flusso perturbato atlantico abbassarsi di latitudine e determinare fasi di maltempo durante la stagione calda. Questo nuovo assetto atmosferico ha portato a estati caratterizzate da ondate di calore più intense e durature, che si spingono verso il Centro e Nord Europa, generando condizioni di caldo estremo che possono perdurare a lungo.

Le conseguenze di questo cambiamento sono evidenti: lo squilibrio tra masse d’aria fredde e calde, acuito dai nuovi assetti atmosferici, sta favorendo un aumento dei fenomeni meteorologici estremi. Quando l’aria fredda di origine sub-polare si scontra con l’aria calda e umida lasciata dal ritiro dell’Anticiclone Africano, si verificano eventi violenti come grandinate, nubifragi, trombe d’aria e alluvioni lampo.

Nonostante il suo declino, l’Anticiclone delle Azzorre non è completamente scomparso. Rimane un attore importante, anche se meno predominante rispetto al passato, nella definizione del meteo estivo europeo. Tuttavia, la sua influenza è diventata meno prevedibile e più variabile a causa di una combinazione di fattori climatici e atmosferici che continuano a evolversi. Il futuro di questo sistema anticiclonico appare incerto in un contesto di cambiamenti climatici globali e di crescente potenza degli anticicloni di origine africana.