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Francesco Sarcina attacca Fedez, Tony Effe e Sfera Ebbasta: “Robaccia, testi da vomito”

Francesco Sarcina ha criticato aspramente Fedez, Tony Effe e Sfera Ebbasta definendo la loro musica priva di contenuti, con testi scadenti e uso eccessivo di autotune.
Credit © Mediaset

La serata di sabato a Trinitapoli, in provincia di Barletta-Andria-Trani, ha visto il frontman de Le Vibrazioni, Francesco Sarcina, calcare il palco con la consueta carica energetica che lo caratterizza da oltre vent’anni. Tuttavia, tra un brano e l’altro, Sarcina ha riservato al pubblico un fuori programma destinato a far discutere: un monologo critico, al vetriolo, nei confronti di alcuni tra i più popolari esponenti della scena musicale italiana contemporanea

L’artista milanese non si è limitato alla semplice esibizione, ma ha deciso di lasciare il segno anche parlando senza freni di rapper e cantanti pop che dominano le rotazioni radiofoniche e le playlist delle piattaforme digitali. Con voce ferma e toni decisi, ha esordito rivolgendo un interrogativo provocatorio a chi, paga 50 o 70 euro per assistere ai loro concerti, senza però specificare se si riferisse al pubblico più giovane o agli appassionati di musica urbana. “Io non ho nulla contro un genere”, ha precisato, “ma mi chiedo se davvero valga la pena investire una cifra simile per ascoltare certe cose”.

La critica di Sarcina si è articolata in osservazioni sulla qualità dei testi, ritenuti a suo dire scadenti e privi di contenuto significativo, e sull’uso massiccio dell’autotune, che secondo l’ex frontman de Le Vibrazioni finisce per rendere incomprensibile la voce dei performer. “Già i loro testi fanno schifo, poi cantano con l’autotune o non cantano proprio. Devo davvero fare un elenco? L’autotune andrebbe usato per intonare, ma usato come loro non si capisce nulla” ha tuonato, scatenando applausi convinti da parte di una fetta del pubblico e sguardi perplessi in altre zone del parterre

Il culmine dell’intervento è arrivato quando Sarcina ha fatto nomi e cognomi. Prima ha citato Tony Effe e Fedez: “Una massa di robaccia brutta in cui non capisci nemmeno chi è chi, tra beat ripetitivi e strofe riempitive”. Poi ha rivolto parole ancora più dure nei confronti di Sfera Ebbasta, definendolo “uno dei peggiori” e accusandolo di “ostentare ignoranza e consumismo in una forma così spudorata da far venire il voltastomaco”. A proposito della presunta ostentazione di ricchezza, Sarcina ha sottolineato come spesso si tratti di un’illusione costruita ad arte, priva di contenuti autentici: “Capito che brutta razza? Questi tizi insultano, dicono parolacce e puntano il dito soprattutto contro il mondo femminile, senza alcuna riflessione”.

Non sono mancati nemmeno riferimenti alla politica, con velate frecciate ai personaggi istituzionali che, secondo Sarcina, si comportano allo stesso modo di chi vende musica di basso profilo: “In altri ambiti, se qualcosa non ti piace, lo dici apertamente e te la prendi. In questo caso, invece, sembra quasi vietato criticare la musica di oggi, come se fosse un dogma intoccabile”. L’artista ha chiuso il suo intervento invitando il pubblico a riflettere sulla differenza tra esecuzione live e musica confezionata in studio, affermando che chi era presente alla serata di Trinitapoli stava cantando meglio del 90% dei cantanti passati in radio.

Le reazioni sui social non si sono fatte attendere. Da un lato, molti utenti hanno plaudito al coraggio di Sarcina nel rompere gli schemi e nel mettere in discussione i gusti musicali dominanti, giudicando il suo sfogo un atto di sincerità e coerenza artistica. Dall’altro, non sono mancati i sostenitori dei rapper citati, che hanno difeso il valore della trap e del pop urbano come forme espressive legittime, capaci di raccontare il disagio delle nuove generazioni e di innovare il linguaggio musicale

Critiche hanno preso di mira il tenor grintoso di Sarcina e alcuni hanno bollato il suo discorso come il classico sfogo “della vecchia guardia” che non vuole riconoscere il cambiamento del panorama musicale. In particolare, fan di Fedez hanno ricordato come il rapper milanese abbia esplorato temi sociali e culturali con testi che, seppur privi di complessi costrutti poetici, risultano efficaci nel contesto della musica contemporanea. Anche Sfera Ebbasta ha risposto indirettamente, attraverso alcuni post che celebrano il proprio successo internazionale e l’affetto dei fan, senza fare riferimento diretto alle parole di Sarcina

Il dibattito ha assunto contorni più ampi, coinvolgendo critici musicali e giornalisti, i quali si sono interrogati sul senso di una polemica accesa in un momento storico in cui i confini tra generi si fanno sempre più sfumati. Alcuni commentatori hanno sottolineato come qualsiasi artista di successo, a prescindere dal genere, sia legittimato a esprimere opinioni e che il pubblico, in definitiva, è libero di scegliere se ascoltare o ignorare determinate proposte

Il concerto di Trinitapoli rimarrà nella memoria degli spettatori non solo per l’esibizione dal vivo di brani storici come “Dedicato a te” e “Vieni da me”, ma soprattutto per il fuori programma che ha polarizzato le opinioni e alimentato una discussione sulla qualità e sulla direzione della musica italiana contemporanea. L’intervento di Francesco Sarcina si inserisce in un solco che vede da un lato l’affermazione di nuovi linguaggi musicali e dall’altro la difesa di un approccio più tradizionale, che mette al centro la performance vocale e la scrittura dei testi come elementi distintivi di un’artista.

Il dibattito proseguirà nelle prossime settimane, tra post sui social, talk show e commenti sui media specializzati, ma resta il fatto che, stasera a Trinitapoli, la musica non è stata solo suono, ma anche parola e provocazionePer restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!