L’universo calcistico milanese si trova nel mezzo di speculazioni straordinarie che potrebbero ridisegnare il futuro del club rossonero attraverso l’ingresso di una delle famiglie più influenti dello sport mondiale. La famiglia Steinbrenner, dinastia incontrastata dei New York Yankees, emerge nelle cronache calcistiche come potenziale protagonista di una delle operazioni più significative del panorama europeo contemporaneo.
La storia della famiglia Steinbrenner inizia con George Michael Steinbrenner III, nato nel 1930 a Bay Village nell’Ohio, figlio di Henry Steinbrenner che dirigeva la Kinsman Marine Transit. Dopo aver conseguito il diploma presso la Culver Military Academy e successivamente la laurea al Williams College, George prestò servizio nell’aviazione durante la Guerra di Corea prima di completare gli studi con un master in educazione fisica presso la Ohio State University.
Il momento decisivo arrivò nel gennaio 1973, quando Steinbrenner guidò un gruppo di dodici investitori nell’acquisizione dei New York Yankees dalla CBS per 10 milioni di dollari, investendo personalmente 168.000 dollari dell’operazione. La promessa iniziale di non interferire nelle operazioni quotidiane della squadra si rivelò rapidamente illusoria, tanto da guadagnargli il soprannome di “The Boss”.
Sotto la sua gestione, gli Yankees conquistarono sette titoli delle World Series e undici pennant dell’American League, trasformando la franchigia in un impero commerciale. Il valore della squadra raggiunse 1,5 miliardi di dollari nel 2009, secondo Forbes, mentre oggi il patrimonio complessivo della famiglia è stimato intorno ai 4 miliardi di dollari.
Dopo la morte di George Steinbrenner nel luglio 2010, il controllo della franchigia passò al figlio Hal, che aveva assunto la presidenza già nel 2008. Hal Steinbrenner, educato al Williams College e all’Università della Florida, ha mantenuto l’approccio vincente paterno pur adottando uno stile gestionale più riservato e orientato al business.
La Yankee Global Enterprises, società controllata dalla famiglia Steinbrenner, oggi gestisce un portafoglio diversificato che include la partecipazione nella YES Network, quote del New York City FC nella Major League Soccer e, dal 2022, una partecipazione minoritaria del 10% nell’AC Milan.
L’interesse della famiglia Steinbrenner per il calcio europeo si concretizzò nell’agosto 2022, quando RedBird Capital Partners completò l’acquisizione dell’AC Milan da Elliott Management per 1,2 miliardi di euro. Nell’operazione, Yankee Global Enterprises acquisì una partecipazione minoritaria nel club rossonero, consolidando la partnership pluridecennale tra RedBird e la famiglia Steinbrenner.
Gerry Cardinale, fondatore di RedBird e precedentemente banchiere presso Goldman Sachs, aveva già collaborato con gli Steinbrenner nella creazione della YES Network nel 2002, stabilendo una relazione commerciale destinata a perdurare nel tempo. La sinergia tra Milan e Yankees si è manifestata attraverso merchandise condiviso, contenuti televisivi sulla YES Network e iniziative promozionali congiunte.
Secondo indiscrezioni diffuse dal giornalista Carlo Pellegatti attraverso il suo canale YouTube nel settembre 2025, Gerry Cardinale starebbe valutando una ristrutturazione societaria che vedrebbe la famiglia Steinbrenner acquisire il controllo maggioritario dell’AC Milan. L’operazione si baserebbe sul pagamento del vendor loan di circa 700 milioni di euro che RedBird deve restituire a Elliott Management entro agosto 2025.
Pellegatti ha descritto il piano come la creazione di una “New Company da 7 miliardi di euro”, combinando il valore degli Yankees (stimato tra 6 e 7,5 miliardi) con quello del Milan (circa 1 miliardo). La proposta prevede che Cardinale mantenga un ruolo operativo mentre gli Steinbrenner assumerebbero la proprietà effettiva, trasformando il Milan da investimento di un fondo a patrimonio di una famiglia.
Franco Ordine, autorevole cronista sportivo, ha espresso scetticismo riguardo a queste speculazioni, sottolineando l’assenza di conferme ufficiali e ricordando precedenti voci rivelatesi infondate. Fonti vicine alla proprietà del Milan hanno negato categoricamente l’esistenza di trattative in corso con la famiglia Steinbrenner.
La struttura del vendor loan rappresenta un elemento di complessità significativo nell’eventuale cessione del club. Elliott Management mantiene garanzie e diritti di nomina di due consiglieri nel board del Milan, rendendo necessario il coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti per qualsiasi modifica sostanziale della proprietà.
L’eventuale acquisizione del controllo del Milan da parte degli Steinbrenner porterebbe nel calcio europeo un modello gestionale che ha rivoluzionato lo sport americano. La famiglia ha trasformato gli Yankees da semplice squadra di baseball in un brand globale riconoscibile anche in mercati dove questo sport non ha tradizione.
La filosofia gestionale degli Steinbrenner si basa su investimenti a lungo termine, sviluppo infrastrutturale e creazione di valore commerciale sostenibile. Il loro approccio potrebbe rivelarsi particolarmente prezioso per il Milan nella risoluzione della questione stadio e nel consolidamento della presenza internazionale del brand rossonero.
L’esperienza nella gestione di atleti di élite, l’expertise nello sviluppo di network televisivi proprietari e la capacità di attrarre sponsor globali rappresenterebbero asset strategici per un club chiamato a competere ai massimi livelli europei.
L’ingresso degli Steinbrenner come proprietari maggioritari segnerebbe il passaggio da una logica di investimento finanziario a medio termine, tipica dei fondi, a una visione familiare multi-generazionale. Questa transizione potrebbe garantire al Milan la stabilità necessaria per progetti di lungo periodo, dalla costruzione del nuovo stadio allo sviluppo del settore giovanile.
La famiglia Steinbrenner ha dimostrato nel corso di cinque decenni la capacità di mantenere competitività sportiva e crescita economica, elementi essenziali per un club che ambisce a riconquistare stabilmente i vertici del calcio mondiale. Il loro modello di business, studiato nelle università americane come caso di eccellenza nella gestione sportiva, potrebbe rappresentare un’evoluzione naturale per il Milan nell’era della globalizzazione calcistica.
Tuttavia, la complessità dell’operazione, le resistenze di Elliott Management e l’assenza di conferme ufficiali mantengono queste prospettive nel regno delle speculazioni, in attesa di sviluppi concreti che potrebbero ridefinire il futuro del club rossonero.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!