Il peggioramento atteso nella giornata di venerdì 26 settembre segna un cambio di passo importante nello scenario meteorologico delle regioni alpine. L’ingresso di un fronte perturbato di matrice atlantica porterà un marcato incremento dell’instabilità, con precipitazioni diffuse e un deciso calo delle temperature in quota. Gli effetti più evidenti si registreranno lungo l’arco alpino, dove sono attese nevicate localmente abbondanti, accompagnate da un abbassamento significativo della quota neve.
Sui settori alpini di confine occidentali, in particolare tra l’alta Valle d’Aosta e l’alto Piemonte, la quota neve potrà scendere fino ai 1700-1500 metri, un livello piuttosto basso per il periodo, favorito dalla concomitante diminuzione dello zero termico, previsto in calo fino a 2200-2300 metri. Su località come Cervinia, situata a circa 2000 metri di quota, i fiocchi cadranno in modo più consistente, con accumuli previsti compresi tra i 10 e i 15 centimetri entro la fine dell’evento. Sulle creste più elevate, oltre i 3000 metri, gli apporti nevosi saranno ben più significativi, con stime che parlano di 40-50 cm, soprattutto sulle Grandes Murailles e sulle cime del Monte Rosa.

Più a est, lungo i settori alpini centrali e orientali, la quota neve si manterrà generalmente più alta, intorno ai 2000-2200 metri, con fenomeni meno intensi ma comunque capaci di imbiancare le vette più alte tra Trentino, Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.
Questo primo episodio di nevicate a bassa quota rappresenta un chiaro segnale del progressivo ingresso nella stagione fredda, con dinamiche atmosferiche ormai tipiche dell’autunno avanzato. Le condizioni rimarranno instabili anche nelle giornate successive, con possibili ulteriori apporti nevosi oltre i 1800-2000 metri e temperature al di sotto della media del periodo.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!