Un nuovo sciame sismico ha interessato all’alba l’area dei Campi Flegrei, confermando lo stato di agitazione tettonico-vulcanica che da mesi tiene in apprensione la popolazione e gli esperti. A partire dalle 6:00 del mattino, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha rilevato oltre venti scosse nell’area flegrea, con l’evento più significativo registrato alle 6:11. La scossa, di magnitudo 2.2 e a una profondità di soli 2 chilometri, è stata distintamente avvertita in varie zone del capoluogo partenopeo, in particolare nei quartieri occidentali come Bagnoli, Fuorigrotta e nella zona di Pozzuoli.
Lo sciame odierno si inserisce in un contesto geodinamico estremamente delicato. I Campi Flegrei, una delle caldere vulcaniche più attive d’Europa, stanno attraversando da anni una fase di sollevamento del suolo (bradisismo) che, secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Vesuviano, ha raggiunto incrementi superiori ai 20 millimetri al mese. Questo fenomeno, accompagnato da frequenti micro-scosse, è interpretato come un segnale di pressione crescente nel sottosuolo, dovuta al movimento di fluidi magmatici o idrotermali che modificano l’equilibrio geomeccanico della crosta terrestre.
Sebbene la scossa principale di stamattina sia stata di bassa magnitudo, l’energia rilasciata è stata sufficiente per essere percepita dalla popolazione in superficie, soprattutto a causa della bassa profondità ipocentrale. Nessun danno è stato segnalato finora, né a persone né a strutture, ma la ripetitività e la frequenza degli eventi sta contribuendo a mantenere alto il livello di allerta tra i residenti e le autorità locali. La Protezione Civile e l’amministrazione comunale di Napoli, in costante collegamento con l’INGV e la Prefettura, continuano a monitorare l’evoluzione del fenomeno.
Nel frattempo, gli scienziati invitano alla calma ma ribadiscono l’importanza di una preparazione preventiva efficace. La zona dei Campi Flegrei, densamente abitata e geologicamente fragile, rappresenta una delle aree a maggiore rischio vulcanico al mondo. Eventi come quello odierno non sono inusuali, ma vanno letti all’interno di una cornice di sorveglianza continua e aggiornamento scientifico costante. In tale ottica, l’analisi dei parametri sismici, geochimici e deformativi rimane cruciale per comprendere se il sistema vulcanico stia semplicemente “respirando” o se si stia avvicinando a una fase più critica. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
