Il mese di dicembre si conferma uno dei periodi più intensi per gli appassionati di astronomia, con il cielo notturno che offre lo spettacolo delle Geminidi, considerate unanimemente lo sciame meteorico più prolifico e affascinante dell’intero anno. L’Unione Astrofili Italiani ha comunicato che le meteore saranno attive dal 4 al 20 dicembre, con un picco di massima intensità previsto nella notte tra il 13 e il 14 del mese, quando sarà possibile osservare una media compresa tra 120 e 150 meteore visibili all’ora in condizioni ottimali di osservazione.
La peculiarità che distingue le Geminidi dalla maggior parte degli altri sciami meteorici risiede nella loro origine, che non è riconducibile ai detriti di una cometa bensì all’asteroide anomalo 3200 Phaethon, un corpo roccioso del diametro di circa 5-6 chilometri scoperto nel 1983. Gli astronomi ritengono che Phaethon possa essere l’antico nucleo di una cometa estinta oppure una cosiddetta cometa rocciosa, un oggetto che ha progressivamente perso i suoi elementi volatili durante i ripetuti passaggi in prossimità del Sole. L’asteroide presenta infatti un’orbita estremamente eccentrica che lo porta a soli 0,14 unità astronomiche dalla nostra stella, una distanza inferiore a quella di Mercurio, esponendolo a temperature superficiali che raggiungono circa 750 gradi centigradi durante il perielio.
Questo intenso riscaldamento provoca lo stress termico delle rocce e la conseguente dispersione di polveri e detriti di piccole dimensioni che, intercettati dalla Terra durante l’attraversamento dell’orbita, danno origine allo sciame meteorico. Studi recenti condotti attraverso i dati della sonda Parker Solar Probe della NASA hanno tuttavia evidenziato che la scia di detriti delle Geminidi contiene una massa di materiale significativamente superiore a quella che Phaethon potrebbe liberare durante i suoi avvicinamenti solari, suggerendo che un evento catastrofico, forse la frammentazione di una porzione dell’asteroide, possa aver originato la corrente meteorica alcune migliaia di anni fa.
Le caratteristiche osservative delle Geminidi le rendono particolarmente apprezzate dagli astrofili e da chiunque desideri ammirare il fenomeno senza strumentazioni particolari. Le meteore di questo sciame si distinguono per la loro relativa lentezza, con una velocità di ingresso in atmosfera di circa 35 chilometri al secondo contro i 70 chilometri al secondo delle Leonidi di novembre, circostanza che ne facilita l’osservazione e la fotografia. Le scie luminose risultano molto brillanti e persistenti, attraversando il cielo con traiettorie spettacolari che catturano immediatamente l’attenzione degli osservatori.
Un ulteriore elemento distintivo delle Geminidi è rappresentato dalla molteplicità di colori con cui le meteore brillano durante la disintegrazione in atmosfera, un fenomeno dovuto alla diversa composizione chimica dei frammenti rocciosi. La presenza di sodio conferisce alle scie una tonalità giallo-arancione, mentre il ferro produce colorazioni gialle, il magnesio genera sfumature verde-blu e il calcio determina tinte viola-blu. Questa varietà cromatica, unita all’elevata luminosità, rende le Geminidi uno degli spettacoli celesti più suggestivi dell’anno, superando per intensità anche le celebri Perseidi di agosto comunemente associate alla notte di San Lorenzo.
Le condizioni di osservazione per il 2025 si preannunciano particolarmente favorevoli in quanto durante il picco del 13-14 dicembre la Luna sarà nella fase calante e sorgerà a notte ben inoltrata, riducendo al minimo il disturbo luminoso del satellite naturale. Il radiante dello sciame, ovvero il punto da cui le meteore sembrano provenire, si trova nella costellazione dei Gemelli, in prossimità della stella Castore, e raggiunge la massima elevazione nel cielo intorno alle ore 2 di notte. La fascia oraria più favorevole per l’osservazione si estende comunque dalle 21 fino alle prime luci dell’alba, consentendo diverse ore di spettacolo continuativo.
Per godere appieno del fenomeno, gli esperti raccomandano di allontanarsi dalle fonti di inquinamento luminoso delle aree urbane, concedendo agli occhi circa trenta minuti per adattarsi completamente al buio. Non sono necessari strumenti ottici particolari poiché le Geminidi sono perfettamente visibili a occhio nudo, e anzi l’uso di telescopi o binocoli ridurrebbe il campo visivo compromettendo la possibilità di cogliere le scie che attraversano ampie porzioni di cielo. In Italia, alcune località risultano particolarmente indicate per l’osservazione, tra cui l’Alta Val Tidone e il Monte Cimone in Emilia-Romagna, le Dolomiti, la Valtellina e in generale tutte le aree montane distanti dai centri abitati.
Il cielo di dicembre 2025 offre peraltro ulteriori appuntamenti astronomici di rilievo che si intrecciano con lo spettacolo delle Geminidi. Il 5 dicembre è prevista l’ultima Superluna dell’anno, denominata Superluna Fredda, quando il nostro satellite raggiungerà la fase piena trovandosi a soli 357.218 chilometri dalla Terra, apparendo circa l’8 per cento più grande e il 15 per cento più luminosa rispetto a una Luna piena ordinaria. Il solstizio d’inverno cadrà il 21 dicembre alle 16:04 ora italiana, segnando l’inizio astronomico della stagione fredda e il giorno più corto dell’anno.
Dal 17 al 26 dicembre sarà inoltre attivo lo sciame delle Ursidi, con radiante nella costellazione dell’Orsa Minore e picco previsto nella notte tra il 21 e il 22 dicembre, in coincidenza con il solstizio. Pur essendo uno sciame meno intenso delle Geminidi, con un tasso di circa 10 meteore all’ora, le condizioni di osservazione saranno eccellenti grazie alla Luna nuova del 20 dicembre che garantirà cieli completamente bui. Altri sciami minori attivi nel mese includono le sigma Hydrids con picco il 7 dicembre, le Monocerotids il 10 dicembre e le Coma Berenicids il 19 dicembre, sebbene con frequenze di meteore inferiori alle 10 all’ora.
Lo sciame delle Geminidi rappresenta un fenomeno relativamente recente nella storia dell’osservazione astronomica, con le prime segnalazioni documentate risalenti alla metà del XIX secolo, precisamente al 1862. Gli astronomi hanno notato un progressivo incremento dell’intensità dello sciame nel corso dei decenni, circostanza che alcuni ricercatori attribuiscono all’evoluzione orbitale della corrente di detriti e alla sua interazione gravitazionale con i pianeti del Sistema Solare. Secondo alcune stime, tuttavia, le Geminidi potrebbero esaurirsi entro un centinaio d’anni a causa della dispersione dei meteoroidi nello spazio interplanetario.
La missione spaziale DESTINY+ dell’agenzia spaziale giapponese JAXA, il cui lancio è previsto per il 2028, ha in programma un sorvolo ravvicinato dell’asteroide Phaethon nel 2030 a una distanza di circa 500 chilometri, con l’obiettivo di studiare da vicino le proprietà fisiche e chimiche del corpo celeste e comprendere meglio i meccanismi di formazione della corrente meteorica. Le osservazioni della sonda potranno fornire risposte definitive sulla natura di questo oggetto enigmatico, chiarendo se si tratti effettivamente di un asteroide atipico, di una cometa estinta o di un ibrido tra le due categorie.
Per chi desidera immortalare lo spettacolo delle Geminidi attraverso la fotografia, è consigliabile utilizzare una fotocamera reflex o mirrorless montata su un treppiede stabile, impostando tempi di esposizione compresi tra 30 e 60 secondi con obiettivi grandangolari e valori ISO elevati. La relativa lentezza delle meteore di questo sciame facilita la cattura delle scie luminose rispetto ad altri fenomeni meteorici più rapidi. L’uso di un intervallometro consente di automatizzare una serie di scatti consecutivi, aumentando le probabilità di immortalare una o più meteore durante la sessione fotografica notturna. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
