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MediaWorld diventa cinese, il colosso asiatico JD.com acquisisce la maggioranza

JD.com ha acquisito l’85,2% di Ceconomy, proprietaria di MediaMarkt, Saturn e MediaWorld, ridisegnando il panorama del retail europeo dell’elettronica.

Il gigante dell’e-commerce cinese JD.com ha concluso l’acquisizione dell’85,2% della tedesca Ceconomy, la holding che controlla i marchi MediaMarkt, Saturn e in Italia MediaWorld. L’operazione, valutata circa 2,5 miliardi di dollari, segna uno dei più significativi tentativi di penetrazione del mercato europeo della distribuzione elettronica da parte di un attore asiatico, modificando in profondità gli equilibri competitivi del settore e tracciando nuovi scenari nel contesto della presenza commerciale cinese sul continente.

L’assetto proprietario di JD.com è articolato: circa il 60% della quota acquisita proviene dall’offerta pubblica di acquisto lanciata dal gruppo, mentre il restante 25,35% è frutto dell’accordo con Convergenta, la holding della famiglia Kellerhals, storicamente protagonista della crescita di MediaMarkt e che rimarrà presente nella governance. Con questa operazione, JD.com raggiunge il controllo significativo della struttura e consolida la propria quota di diritti di voto al 59,8%, trasformandosi nel nuovo azionista di riferimento.

Le fasi del percorso acquisitivo

L’avanzata del gruppo cinese si è strutturata in fasi successive. A luglio 2025 JD.com aveva già rilevato il 32% di Ceconomy per circa 2,2 miliardi di euro, posizionandosi allora come principale azionista esterno. La successiva offerta pubblica di acquisto ha accelerato il processo, permettendo a Pechino di consolidare il controllo operativo. L’Autorità federale antitrust tedesca ha concesso il via libera a settembre, ritenendo che JD.com fosse fino a quel momento “attiva in Germania solo in misura molto limitata” e quindi non rappresentasse una minaccia concorrenziale immediata in termini di concentrazione di mercato. Tuttavia, l’operazione non è ancora pienamente conclusiva: resta subordinata all’approvazione delle autorità competenti in materia di commercio estero e al vaglio del regolamento UE sulle sovvenzioni estere, con chiusura definitiva attesa nella prima metà del 2026.

L’importanza strategica per JD.com

Per il colosso dell’e-commerce cinese, l’acquisizione rappresenta un salto di scala qualitativo nel mercato europeo. JD.com, terzo player dell’e-commerce in Cina dietro Alibaba e PDD Holdings, ha costruito la propria leadership nel mercato domestico integrandola logistica proprietaria, gli algoritmi di intelligenza artificiale, la gestione predittiva dei magazzini e il controllo verticale della supply chain. Nel terzo trimestre 2025 ha registrato 142 miliardi di dollari di fatturato, con una crescita di oltre il 15%, confermando la solidità del modello operativo.

Attraverso l’acquisizione di Ceconomy, JD.com accede a uno dei seguenti asset determinanti: una rete di oltre 1.000 negozi fisici sparsi in undici Paesi europei, un’infrastruttura commerciale capillare che avrebbe richiesto anni per essere costruita autonomamente; una piattaforma omnicanale già operativa, che integra negozi, marketplace e app digitali; circa 48 mila dipendenti e un fatturato superiore ai 22,4 miliardi di euro (dati 2024). Per JD.com significa accelerare l’espansione internazionale senza dover partire da zero, inserendo direttamente le proprie competenze logistiche e tecnologiche dentro una struttura distributiva già consolidata.

L’impatto sul mercato europeo

L’ingresso del gigante cinese modifica profondamente gli equilibri nel retail europeo dell’elettronica di consumo. Fino ad oggi, nessun player asiatico era riuscito a competere su larga scala con Amazon nel contesto europeo, unendo l’automazione logistica, i tempi di consegna estremamente rapidi e la capillarità della rete. JD.com dispone di queste competenze: processa quotidianamente 20 milioni di ordini, garantisce consegne in giornata su scala globale e ha conquistato il 10% del mercato delle consegne istantanee in Cina.

L’unione tra la potenza logistica digitale cinese e la capillarità dei negozi europei rappresenta uno dei punti di svolta potenzialmente più rilevanti per l’intero settore. I negozi fisici potranno evolvere in spazi ibridi integrati, offrendo servizi quali il ritiro in negozio, l’assistenza tecnica, la gestione dei resi e il supporto post-vendita, tutti coordin con l’ecosistema digitale. Contemporaneamente, l’ingresso di JD.com introduce una pressione competitiva significativa sui prezzi: il gruppo è noto per politiche di pricing particolarmente aggressive, il che potrebbe indurre una standardizzazione al ribasso dei listini europei e margini compressi per i retailer tradizionali.

Amazon ha già reagito, riducendo le commissioni applicate ai venditori europei in risposta alla concorrenza di marketplace come Shein e Temu, anticipando possibili scenari di ulteriore compressione di margini. Per i fornitori europei e i piccoli retailer, l’arrivo di JD.com apre scenari di ulteriore consolidamento del mercato e pressione competitiva senza precedenti.

MediaWorld e il mercato italiano

In Italia, MediaWorld rappresenta il secondo mercato strategico per Ceconomy dopo la Germania. La catena conta 144 punti vendita sul territorio nazionale, 5.000 dipendenti e nel 2024 ha registrato un fatturato di 2,4 miliardi di euro, confermando una crescita della propria quota di mercato. Nel medesimo esercizio fiscale (1 ottobre 2023 – 30 settembre 2024), l’azienda ha investito 25,7 milioni di euro per inaugurare 10 nuovi negozi, modernizzarne 13 e aprire 5 shop-in-shop in alleanza con Bennet, segnalando un numero record di aperture e un commitment significativo all’espansione territoriale.

L’acquisizione comporta trasformazioni articolate per il mercato italiano. JD.com potrebbe accelerare l’integrazione tra il canale fisico e quello digitale, velocizzare i tempi di logistica e consegna, introdurre nuovi servizi digitali evoluti, incrementare l’accesso diretto a forniture provenienti dalla Cina e rafforzare ulteriormente la funzione di marketplace. L’esperienza dei negozi MediaWorld potrebbe allinearsi ai modelli omnicanale già testati in Cina, dove il retailer cinese ha una lunga esperienza nell’integrazione di touchpoint fisici e piattaforme digitali.

Tuttavia, l’operazione rimane soggetta a un vaglio normativo specifico nel contesto italiano. A novembre il governo Meloni ha concesso un’approvazione condizionata applicando la disciplina della “golden power“, il meccanismo che consente l’esercizio di poteri speciali su operazioni ritenute strategiche per il Paese. Il Consiglio dei ministri ha imposto “prescrizioni” non specificate per autorizzare il passaggio di MediaWorld a JD.com, traducendo la cautela europea verso gli investimenti cinesi in asset commerciali strategici.

Il contesto geopolitico e regolatorio

L’acquisizione si inserisce in un quadro di crescente attenzione europea verso le strategie di penetrazione commerciale cinese. La Commissione europea e le autorità nazionali antitrust stanno valutando con maggiore scrupolo l’ingresso di capitali extra-europei in settori ritenuti sensibili, in particolare alla luce della strategia cinese di esportazione di prodotti a prezzi competitivi verso l’UE come compensazione per le perdite commerciali con gli Stati Uniti dovute alle politiche tariffarie dell’amministrazione Trump.

Bruxelles dovrà valutare possibili distorsioni legate a sovvenzioni pubbliche cinesi, il ruolo crescente di un gigante e-commerce extra-europeo nel controllo di una grande catena continentale, la tutela dei dati e della supply chain, oltre agli effetti sulla concorrenza e sull’accesso equo alla distribuzione. Il regolamento UE sulle sovvenzioni estere rappresenta uno dei principali ostacoli normativi, con l’UE intenzionata a verificare l’assenza di aiuti pubblici distorsivi dietro l’operazione.

L’approvazione tedesca dell’antitrust a settembre è stata facilitata dalla conclusione che JD.com era “attiva molto limitatamente” in Germania prima dell’operazione; tuttavia, l’effetto cumulativo dell’acquisizione di Ceconomy cambierà questo dato in maniera strutturale nel corso del 2026. L’UE, in parallelo, sta esaminando con attenzione il fenomeno più ampio della penetrazione commerciale cinese in Europa, onde verificare che non comporti distorsioni concorrenziali irreversibili.

Prospettive di trasformazione del retail europeo

Per l’ecosistema retail europeo, l’operazione traccia scenari di profonda ristrutturazione. JD.com introduce modelli operativi che unificano l’automazione logistica, l’intelligenza artificiale applicata alle strategie di pricing e assortimento, l’integrazione omnicanale e la gestione di enormi quantità di dati sui comportamenti dei consumatori. Questo modello rappresenta una discontinuità rispetto al paradigma tradizionale europeo del retail, ancora largamente organizzato su logiche di separazione tra canale fisico e digitale.

L’impatto atteso si articola su più livelli: consolidamento del mercato, con potenziali processi di integrazione tra catene concorrenti; effetti domino sulla filiera, coinvolgendo fornitori, operatori logistici e service provider; innalzamento degli standard attesi sulla customer experience, costringendo i competitor tradizionali a investimenti significativi; maggiore pressione sui prezzi e compressione dei margini; nuove dinamiche di sourcing diretto dalla Cina verso l’Europa.

Chiude il percorso autorizzativo il fatto che la conclusione definitiva dell’operazione è attesa nella prima metà del 2026. Fino a quel momento, JD.com continuerà a consolidare la propria quota nella governance di Ceconomy, mentre i vari istituti nazionali e sovranazionali di regolazione valuteranno le implicazioni strategie, concorrenziali e geopolitiche dell’operazione. La trasfomazione del retail europeo dell’elettronica di consumo è già in corso; con JD.com, essa avrà accelerazioni e direzioni che attualmente risultano ancora solo parzialmente prevedibili. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!