Il mese di dicembre si è aperto con un’anomalia termica di rilievo sull’Italia, destinata a intensificarsi nei prossimi giorni. A seguito del consolidamento di un campo di alta pressione subtropicale di matrice nordafricana, le temperature registreranno un incremento significativo su larga parte del territorio nazionale, con scarti positivi fino a 10-12°C rispetto alle medie climatologiche del periodo. Una dinamica che, sebbene non inedita nel contesto della climatologia recente, si presenta con intensità e persistenza tali da rendere questo episodio particolarmente degno di attenzione.
Il cambiamento si è reso evidente già durante il ponte dell’Immacolata, con un progressivo indebolimento della circolazione atlantica e l’espansione dell’anticiclone verso l’Europa meridionale. Il blocco alto-pressorio ha favorito condizioni di stabilità atmosferica, cieli sereni e un graduale aumento delle temperature massime, specialmente durante le ore centrali della giornata. Il culmine di questa fase è atteso tra mercoledì e giovedì, quando il promontorio anticiclonico raggiungerà la sua massima espansione verticale e orizzontale, portando con sé masse d’aria calde di origine subtropicale con isoterme positive fino a 10/12°C alla quota di 850 hPa (circa 1500 metri), tipiche di un contesto tardo primaverile.
Le aree più interessate dal rialzo termico saranno le regioni meridionali e le due isole maggiori. In Sicilia e Sardegna si potranno toccare punte di 20°C nelle aree interne e sui litorali meridionali, con valori prossimi a quelli di fine marzo o inizio aprile. Anche in Puglia, Calabria e Campania si prevedono massime comprese tra 17 e 19°C, mentre al Centro Italia, Roma potrebbe raggiungere i 14-15°C, con un andamento simile lungo la dorsale adriatica. Va tuttavia segnalata la presenza di nubi basse di tipo marittimo su alcuni settori costieri e interni della Toscana e del Lazio, dove l’inversione termica e lo strato d’aria umida prossima al suolo limiteranno localmente il riscaldamento diurno.
Situazione più statica al Nord, dove l’anticiclone porterà sì stabilità, ma anche un peggioramento delle condizioni microclimatiche a causa dell’accumulo di umidità e inquinanti nei bassi strati. La Val Padana sarà teatro di fitte nebbie e cieli grigi persistenti, con escursioni termiche ridotte e fenomeni di inversione termica marcati durante la notte. L’assenza di ventilazione e la mancanza di precipitazioni aggraveranno la qualità dell’aria, soprattutto nei grandi centri urbani come Milano, Torino e Bologna, dove si attende un incremento dei livelli di PM10 oltre le soglie di attenzione.
Particolarmente anomala la situazione in quota: sulle Alpi occidentali e sull’Appennino settentrionale, le temperature a 3000 metri si manterranno prossime a +2/+4°C, e si dovrà superare la quota dei 4000 metri per ritrovare valori prossimi allo zero termico. Una condizione del tutto incompatibile con il normale andamento invernale e che, se prolungata, rischia di compromettere ulteriormente la tenuta del già ridotto innevamento naturale.
Le ultime elaborazioni modellistiche indicano una persistenza dell’anticiclone almeno fino al termine della settimana. Solo a partire dalla prossima, infatti, si intravedono segnali di una possibile erosione del promontorio subtropicale da parte di correnti atlantiche più fresche e instabili. Fino ad allora, l’Italia resterà sotto l’influsso di una fase straordinariamente mite, soleggiata e asciutta, con tutti gli effetti collaterali che ne derivano in termini ambientali e sanitari.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
