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Meteo, le ultime previsioni per Natale e Capodanno: colpo di scena all’orizzonte

Mite fino a Natale, ma occhi puntati su Capodanno: il Vortice Polare potrebbe cedere, aprendo la porta all’inverno vero nella prima metà di gennaio. Ma la strada è ancora lunga e incerta.

Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, l’atmosfera sopra il continente europeo si trova a un bivio dinamico e tutt’altro che risolto. Le ultime elaborazioni modellistiche dei principali centri meteorologici europei — ECMWF, Met Office, DWD, Météo-France e AEMET — delineano un quadro dominato da condizioni prevalentemente miti e instabili, ma attraversato da segnali di possibile rottura barica proprio a cavallo tra fine dicembre e inizio gennaio. È una situazione in bilico, in cui l’inverno sembra ancora trattenuto dalle maglie di una circolazione atlantica vivace, ma con il potenziale per cambiare volto nel breve-medio termine.

In una stagione influenzata da un episodio di La Niña di debole intensità nel Pacifico centrale e da un Vortice Polare stratosferico disturbato ma non ancora collassato, ci si attendeva un inverno più dinamico sul fronte freddo. Tuttavia, la risposta troposferica è stata finora ben diversa. La circolazione zonale sull’Atlantico ha mantenuto un profilo forte e persistente, spingendo masse d’aria temperate verso il cuore dell’Europa, inibendo qualsiasi blocco anticiclonico stabile. È proprio questa l’anomalia barica che sta condizionando l’avvio dell’inverno meteorologico 2025/2026.

In Germania, il Deutscher Wetterdienst fotografa un dicembre insolitamente mite: valori massimi giornalieri compresi tra +10 e +15°C in pianura, con assenza di accumuli nevosi degni di nota, anche alle medie altitudini. La tradizione del “Weihnachtstauwetter” — il classico disgelo natalizio — viene meno quest’anno, per la semplice ragione che non vi è nulla da disgelare. Le attuali proiezioni mantengono un profilo termico sopra media fino a ridosso del Natale, con una possibile ma non confermata inversione di tendenza verso il 25-26 dicembre. Il pattern dominante resta però quello sud-occidentale, con umidità, cieli grigi e precipitazioni sparse, mentre l’ipotesi di un blocco scandinavo capace di innescare un flusso retrogrado da est resta marginale (probabilità inferiore al 40%).

Simile la situazione in Francia, dove Météo-France conferma un flusso zonale attivo fino al 20-22 dicembre, responsabile di piogge frequenti e temperature sensibilmente superiori alle medie del periodo. Eventuali fasi più stabili, legate a una temporanea rimonta anticiclonica, non garantirebbero condizioni soleggiate, ma piuttosto stagnazione dell’umidità nei bassi strati, cieli opachi e inversioni termiche, con rischio di nebbie persistenti nei bassopiani. La neve, confinata alle alte quote alpine e pirenaiche, resta al momento esclusa dalle basse altitudini.

Dal Regno Unito, il Met Office osserva con attenzione una crescente possibilità di blocco atlantico — evento sinottico che, se confermato, potrebbe mutare profondamente il disegno barico europeo. I prodotti probabilistici ECMWF indicano un 38% di chance per un regime di “Scandinavian Blocking” attorno a Natale, ma con un margine d’incertezza ancora elevato. Due gli scenari principali: se il blocco risultasse debole o decentrato, prevarrà ancora il flusso zonale umido e mite, con piogge insistenti sull’ovest britannico; in caso contrario, l’intrusione dell’alta pressione verso nord favorirebbe condizioni più fredde e secche, con inversioni marcate e gelate, ma con scarsa probabilità di nevicate diffuse (limitate alle Highlands scozzesi e ai rilievi nordici).

La Spagna, secondo AEMET, si conferma l’eccezione termica più marcata del continente: l’anticiclone subtropicale domina la scena iberica, con anomalie termiche positive fino a +6/+8°C rispetto alla norma. Le proiezioni indicano valori massimi fino a +24/+25°C in Andalusia e nella Comunità Valenciana tra Natale e Santo Stefano, con assenza quasi totale di pioggia su tutta la penisola, salvo qualche disturbo sul versante galiziano a cavallo del Capodanno. Si tratta di un assetto barico che ricorda più la seconda metà di marzo che il cuore dell’inverno.

E proprio a Capodanno potrebbe giocarsi il primo vero turning point stagionale. Le simulazioni a lungo termine ECMWF e le analisi di Severe Weather Europe convergono su un ulteriore indebolimento del Vortice Polare stratosferico tra il 28 dicembre e il 2 gennaio. Un evento di Stratwarming — se sufficientemente intenso e ben accoppiato con la troposfera — potrebbe determinare una fase di “final warming precoce”, spezzando il flusso zonale e aprendo la strada a irruzioni artiche o continentali. Il tempo di propagazione di questi segnali è però lento (fino a due settimane), e l’impatto si avvertirebbe realisticamente solo dopo l’Epifania. L’inverno, insomma, sembra voler attendere prima di affermarsi, rimandando il proprio esordio più deciso alla prima o seconda decade di gennaio.

Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!