Il 2026 si preannuncia come un anno particolarmente oneroso per gli automobilisti italiani, che si troveranno a dover fronteggiare una nuova ondata di rincari a partire dal primo di gennaio. Secondo le stime elaborate dal Codacons, l’associazione a tutela dei consumatori che ha analizzato nel dettaglio le misure contenute nella Legge di Bilancio e nei decreti collegati, la spesa per la gestione dei veicoli privati subirà un incremento significativo su due fronti principali: i carburanti, con particolare riferimento al gasolio, e le coperture assicurative accessorie alla Responsabilità Civile Auto. Se da un lato il Governo ha deciso di bloccare l’adeguamento all’inflazione delle sanzioni amministrative per le violazioni al Codice della Strada, offrendo un lieve respiro sul fronte delle multe, dall’altro le nuove disposizioni fiscali rischiano di pesare in modo considerevole sui bilanci familiari, erodendo ulteriormente il potere d’acquisto dei cittadini.
La prima voce di spesa a subire un ritocco verso l’alto riguarda il comparto dei carburanti, in virtù del meccanismo di riallineamento delle accise previsto dall’Esecutivo. La misura, che rientra nel più ampio piano di revisione dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD), stabilisce una rimodulazione delle imposte che gravano su benzina e diesel, con l’obiettivo dichiarato di equiparare il trattamento fiscale dei due prodotti. A partire dal 1° gennaio 2026, l’accisa sul gasolio subirà un incremento pari a 4,05 centesimi di euro al litro. Tale aumento, sebbene possa apparire contenuto in valore assoluto, assume una rilevanza maggiore se si considera l’applicazione dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) al 22%, che viene calcolata anche sulla componente dell’accisa. In termini pratici, il costo alla pompa per un litro di diesel crescerà complessivamente di circa 5 centesimi.
Le ripercussioni sulle tasche dei 16,6 milioni di proprietari di vetture a gasolio censiti in Italia saranno immediate. Il Codacons ha calcolato che, per un pieno medio di 50 litri, l’esborso supplementare sarà di circa 2,47 euro rispetto alle tariffe attuali. Proiettando questo dato su base annua e ipotizzando una media di due pieni al mese, l’aggravio per singola autovettura ammonterà a 59,3 euro. Si tratta di una cifra che va a sommarsi ai rincari già registrati nel corso del 2025 e che potrebbe avere effetti a cascata sull’intera economia nazionale: essendo il diesel il carburante primario per il trasporto merci su gomma, è plausibile attendersi un incremento dei costi di logistica che, inevitabilmente, verrà scaricato sui prezzi al dettaglio dei beni di largo consumo, alimentando ulteriormente la spirale inflazionistica.
Contestualmente all’aumento del gasolio, la manovra prevede una riduzione dell’accisa sulla benzina di pari importo (4,05 centesimi). Tuttavia, l’esperienza storica e le dinamiche del mercato petrolifero suggeriscono cautela nell’interpretare questo taglio come un risparmio garantito per l’utente finale. Spesso, infatti, le riduzioni fiscali vengono assorbite dalle fluttuazioni del prezzo industriale della materia prima o dai margini della distribuzione, annullando di fatto il beneficio per il consumatore, mentre gli aumenti fiscali tendono a trasferirsi immediatamente e integralmente sul prezzo alla pompa.
Il secondo fronte critico evidenziato dal Codacons riguarda il settore assicurativo. Un emendamento “omnibus” inserito nel Disegno di Legge di Bilancio introduce una modifica sostanziale alla tassazione di alcune garanzie accessorie spesso abbinate alla polizza Rc auto obbligatoria. Nello specifico, l’aliquota dell’imposta sulle assicurazioni relativa alle polizze per infortuni al conducente e per l’assistenza stradale passerà dall’attuale 2,5% al 12,5%. Questo incremento di dieci punti percentuali si applicherà a tutti i contratti stipulati o rinnovati a decorrere dal 1° gennaio 2026.
Sebbene la misura non colpisca l’aliquota base della Responsabilità Civile, essa incide su coperture che sono divenute ormai fondamentali per la sicurezza degli automobilisti. La polizza infortuni conducente, in particolare, è l’unica garanzia che tutela chi guida in caso di sinistro con colpa, colmando un vuoto normativo della Rc auto standard che copre solo i terzi trasportati. L’aumento della tassazione su queste voci specifiche è stato concepito per generare un maggior gettito per le casse dello Stato, stimato in circa 115 milioni di euro per il prossimo anno. È evidente che tale onere fiscale verrà traslato dalle compagnie assicurative sui clienti finali attraverso un adeguamento al rialzo dei premi lordi.
Questo ulteriore rincaro si inserisce in un contesto di prezzi già in forte ascesa per il settore assicurativo. I dati citati dal Codacons, basati sulle rilevazioni dell’Ivass (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni), mostrano come il costo medio di una polizza Rc auto sia cresciuto in modo costante negli ultimi tre anni. Rispetto al mese di gennaio 2022, quando il premio medio si attestava a 353 euro, si è passati ai 415 euro registrati nel secondo trimestre del 2025. L’incremento complessivo del 17,5%, pari a circa 62 euro a polizza, riflette le tensioni inflazionistiche che hanno colpito il costo dei pezzi di ricambio e la manodopera delle carrozzerie, ma pone un serio problema di sostenibilità economica per le famiglie, specialmente nelle aree del Paese dove le tariffe sono storicamente più elevate.
L’unica nota positiva in questo scenario di aumenti generalizzati riguarda le sanzioni amministrative per le violazioni al Codice della Strada. Come ricordato dall’associazione, il Governo ha optato per il terzo blocco consecutivo dell’aggiornamento biennale degli importi delle multe, che per legge dovrebbero essere adeguati all’indice ISTAT dei prezzi al consumo. Senza questo intervento di sterilizzazione, le sanzioni avrebbero subito un rincaro automatico stimato attorno al 15-16% nel corso dell’ultimo triennio. L’ultimo adeguamento effettivo risale infatti al 2019 (+2,2%), seguito da una lieve flessione nel 2021 (-0,2%) e dai successivi congelamenti decisi in considerazione delle difficoltà economiche post-pandemiche e della crisi energetica.
In conclusione, il bilancio previsionale per il 2026 delineato dal Codacons restituisce l’immagine di un anno complesso per la mobilità privata. La combinazione tra l’aumento della pressione fiscale sui carburanti diesel e l’inasprimento delle tasse sulle garanzie assicurative accessorie determinerà una “stangata” complessiva che, secondo le proiezioni, potrebbe costare alle famiglie italiane centinaia di milioni di euro in aggregato. Resta da verificare se l’Esecutivo prevedrà misure compensative o correttivi in corso d’anno per mitigare l’impatto di questi provvedimenti sui ceti meno abbienti e sui pendolari che utilizzano l’auto per necessità lavorative. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
