L’inverno 2025-2026 ha già dato segnali netti di voler uscire dagli schemi convenzionali, innescando dinamiche atmosferiche complesse e degne di attenzione. Tra fine novembre e i primissimi giorni di dicembre, la stratosfera polare ha infatti registrato un Sudden Stratospheric Warming (SSW) di particolare intensità e con tempistiche estremamente precoci, tali da collocarlo tra i più anticipati degli ultimi decenni. In termini dinamici, si è osservato un incremento delle temperature stratosferiche superiori ai 50 hPa di oltre 40°C in pochi giorni, accompagnato da un rapido aumento della pressione geopotenziale. Il Vortice Polare stratosferico, ancora in fase di consolidamento stagionale, è stato profondamente disturbato da questa dinamica, al punto da subire una marcata deformazione e una tendenza alla frammentazione in più lobi.
La propagazione del disturbo stratosferico verso la troposfera, com’è noto, non è immediata ma avviene solitamente con un ritardo compreso tra 3 e 6 settimane. Tale meccanismo di downward coupling comporta una modifica strutturale della circolazione emisferica, influenzando la distribuzione delle onde planetarie e il bilancio di anomalia tra le alte e le medie latitudini. I dati di analisi e le reanalisi ECMWF mostrano una predisposizione crescente verso una configurazione barica caratterizzata da blocchi anticiclonici in area polare e flussi meridiani pronunciati.
Le simulazioni numeriche confermano che il Vortice Polare troposferico tende a riprodurre la suddivisione in due lobi principali: uno con asse sul settore artico-canadese e l’altro proteso verso la Siberia. In questa struttura bifida, le intrusioni anticicloniche alle alte latitudini – tra Groenlandia, Mare di Barents e regione scandinava – diventano più frequenti, favorendo irruzioni di aria artica lungo i canali tra i due nuclei di bassa pressione. Si tratta di una configurazione che, in termini climatologici, corrisponde a una North Atlantic Oscillation (NAO) negativa o debolmente negativa, scenario associato a un aumento della probabilità di ondate di freddo in Europa e Nord America.
Nel dettaglio, il Nord America si presenta come una delle aree a maggior rischio di eventi estremi. Le regioni dei Grandi Laghi, il Midwest e il Nord-Est degli Stati Uniti risultano esposte a potenziali irruzioni artiche, favorite da un pattern con Jet Stream ondulato e forte scambio meridiano. L’interazione tra masse d’aria molto fredde e i Grandi Laghi, ancora relativamente miti per inerzia termica, potrebbe inoltre innescare significativi episodi di lake-effect snow, con accumuli nevosi ingenti e persistenti.
Sull’Europa, il segnale troposferico risulta altrettanto degno di nota. Le simulazioni a medio e lungo termine (ECMWF Extended Range, GFS e CFSv2) convergono su un’anomalia negativa di temperatura particolarmente marcata tra Europa centro-orientale, Balcani e bacino del Mediterraneo. La presenza reiterata di blocchi atlantici o scandinavi, in concomitanza con correnti da nord-est o est, aumenta sensibilmente il rischio di retrogressioni gelide, soprattutto in presenza di strutture cicloniche a mesoscala generate da contrasti termici elevati. Il Mediterraneo, in tal senso, potrebbe divenire il fulcro di ciclogenesi secondarie con elevata capacità precipitativa, potenzialmente nevose anche a quote collinari in alcune fasi del mese.
Le analogie con precedenti SSW precoci – come quelli del 2009 o del 2018 – rafforzano l’ipotesi di un mese di gennaio termicamente sotto media e con elevata variabilità, in cui il pattern emisferico rimane bloccato su assetti favorevoli a scambi meridiani. Anche se il Vortice Polare dovesse parzialmente ricompattarsi in troposfera nella seconda metà del mese, la persistenza delle anomalie pregresse potrebbe mantenere il sistema atmosferico in una fase instabile e predisposta a ulteriori affondi freddi.
Non si può parlare di gelo costante, né di inverno interamente dominato dal freddo, ma è evidente che gennaio 2026 si profila come un mese dinamico, con fasi anche marcatamente invernali, in controtendenza rispetto alle medie stagionali recenti.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
