Milano – Un sistema che ricorda da vicino il meccanismo del “pizzo” è stato scoperto all’interno di Mediaset, sebbene all’insaputa della stessa azienda. Questo schema, definito come una vera e propria “cresta” sui contratti, ha coinvolto decine di consulenti, tra autori, registi e tecnici, per un periodo prolungato. La vicenda è emersa a seguito di un audit interno che ha portato alla luce pratiche illecite orchestrate da un agente esterno al gruppo televisivo del Biscione.
Secondo quanto riportato, il sistema prevedeva che i consulenti fossero costretti a versare una percentuale dei loro compensi a una società intermediaria per poter ottenere o mantenere incarichi lavorativi presso Mediaset. Questa pratica, che ha danneggiato economicamente numerosi professionisti del settore, è stata portata avanti senza che la dirigenza dell’azienda ne fosse a conoscenza. L’audit interno, avviato verso la metà del 2024, ha permesso di individuare le irregolarità e di prendere provvedimenti contro i responsabili.
Il cuore dello scandalo ruota attorno a un manager esterno, che avrebbe agito come intermediario tra i consulenti e l’azienda. Questo individuo avrebbe richiesto somme di denaro in cambio della garanzia di contratti o rinnovi lavorativi. Il sistema era ben strutturato e sembrava operare indisturbato da anni, fino a quando alcune segnalazioni anonime hanno spinto Mediaset a indagare. L’esito delle verifiche ha portato al licenziamento immediato del manager coinvolto e all’avvio di un’indagine legale per accertare le responsabilità penali.
La vicenda ha sollevato interrogativi sulla trasparenza dei processi di selezione e gestione dei consulenti all’interno dell’azienda. Sebbene Mediaset abbia dichiarato di essere parte lesa in questa situazione, il caso ha evidenziato la necessità di rafforzare i controlli interni per prevenire episodi simili in futuro. La dirigenza ha assicurato che verranno implementate misure più rigorose per garantire la correttezza e la legalità delle procedure contrattuali.
Molti di loro hanno dichiarato di aver accettato le condizioni imposte dall’intermediario per paura di perdere opportunità lavorative in un settore già caratterizzato da precarietà e competizione elevata. Alcuni hanno deciso di intraprendere azioni legali per ottenere il risarcimento delle somme versate ingiustamente.
La scoperta dello scandalo ha avuto ripercussioni anche sull’immagine pubblica di Mediaset, nonostante l’azienda abbia ribadito con fermezza la propria estraneità ai fatti. In una nota ufficiale, il gruppo televisivo ha sottolineato il proprio impegno nel tutelare i diritti dei lavoratori e nel perseguire ogni forma di illecito che possa minare la fiducia nei confronti dell’organizzazione.