Emissioni globali di gas serra in calo a febbraio 2025, segnali positivi nonostante la crescita in Cina

Le emissioni globali di gas serra calano dello 0,47% a febbraio 2025 secondo Climate TRACE, con il settore trasporti che guida la riduzione (-1,29%) mentre la Cina registra un modesto aumento contenuto.
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I dati preliminari relativi alle emissioni globali di gas serra per il mese di febbraio 2025 rivelano una tendenza incoraggiante verso la riduzione dell’impatto climatico a livello mondiale, con un calo complessivo dello 0,47% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Le rilevazioni effettuate da Climate TRACE indicano che le emissioni totali del secondo mese dell’anno hanno raggiunto 5,04 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente, un dato che rappresenta un significativo passo avanti nella lotta ai cambiamenti climatici nonostante la persistenza di alcune sfide regionali.

L’analisi complessiva dei primi due mesi del 2025 conferma questa tendenza positiva, con emissioni cumulative pari a 10,32 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente, registrando una diminuzione dello 0,55% rispetto al corrispondente periodo del 2024. Questi risultati assumono particolare rilevanza se considerati nel contesto delle temperature record registrate nei primi mesi dell’anno, quando gennaio 2025 ha fatto segnare un aumento della temperatura globale di 1,75°C rispetto al periodo pre-industriale, confermando la necessità urgente di interventi strutturali per contenere l’escalation del riscaldamento planetario.

Performance differenziate tra le maggiori economie mondiali

La distribuzione geografica delle variazioni emissive presenta un quadro articolato che riflette le diverse strategie energetiche e le condizioni economiche specifiche di ciascun paese. La Cina, che mantiene la posizione di principale emettitore mondiale con 1,47 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente, ha registrato un incremento contenuto dello 0,21% rispetto a febbraio 2024, pari a 3,04 milioni di tonnellate aggiuntive. Questo dato, seppur rappresenti un aumento in termini assoluti, evidenzia una moderazione significativa rispetto ai trend storici di crescita emissiva del gigante asiatico, suggerendo l’efficacia delle politiche di transizione energetica implementate da Pechino.

In controtendenza rispetto alla Cina, le altre principali economie hanno registrato riduzioni sostanziali delle proprie emissioni. Gli Stati Uniti hanno conseguito il calo più significativo in termini assoluti, con una diminuzione di 6,88 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, corrispondente a una riduzione dell’1,18% su base annua. La Russia ha seguito con una contrazione di 2,06 milioni di tonnellate, equivalente allo 0,63%, mentre India e Indonesia hanno entrambe registrato cali dello 0,63% e 0,72% rispettivamente, con riduzioni di 1,97 e 0,87 milioni di tonnellate. L’Unione Europea, considerata come blocco unico e terzo maggiore emettitore globale, ha conseguito una riduzione dello 0,79%, pari a 2,63 milioni di tonnellate in meno rispetto al febbraio precedente.

Analisi settoriale: trasporti guidano la decarbonizzazione

L’esame delle emissioni per settore economico rivela dinamiche interessanti che illuminano i progressi della transizione energetica globale. Il comparto dei trasporti si è distinto per aver registrato la riduzione più marcata, con un calo dell’1,29% rispetto a febbraio 2024, un risultato che testimonia l’accelerazione nell’adozione di tecnologie di mobilità sostenibile e l’efficacia delle politiche di elettrificazione del parco veicoli implementate in numerosi paesi. Questa performance è particolarmente significativa considerando il ruolo tradizionalmente centrale del settore dei trasporti nelle emissioni globali e la sua resistenza storica ai processi di decarbonizzazione.

Parallelamente ai trasporti, anche i settori delle operazioni sui combustibili fossili, manifatturiero ed energetico hanno contribuito alla riduzione complessiva delle emissioni, evidenziando una transizione diffusa verso pratiche produttive a minor intensità carbonica. Al contrario, il settore edilizio ha registrato un incremento delle emissioni su base annua, probabilmente correlato alle condizioni climatiche eccezionali registrate nei primi mesi del 2025 e al conseguente aumento della domanda energetica per il riscaldamento e raffreddamento degli edifici. Le emissioni di metano, gas serra particolarmente impattante per il riscaldamento globale, hanno mostrato una sostanziale stabilità con 31,70 milioni di tonnellate, registrando una variazione pressoché nulla dello 0,01% rispetto al febbraio precedente.

Il caso cinese: segnali di svolta nella strategia energetica

Nonostante l’incremento registrato a febbraio, l’analisi dell’evoluzione delle emissioni cinesi nel contesto più ampio del primo trimestre 2025 rivela tendenze incoraggianti che potrebbero preludere a una svolta storica nella traiettoria emissiva del paese. Secondo le analisi del Centro per la ricerca sull’energia e l’aria pulita, la Cina ha registrato una riduzione dell’1,6% delle emissioni di CO2 nel primo trimestre del 2025 nonostante un aumento del 2,5% della domanda di energia elettrica, un risultato che testimonia l’efficacia degli investimenti massicci nelle energie rinnovabili implementati da Pechino negli ultimi anni.

Questa performance è stata resa possibile dalla crescita esponenziale della capacità di generazione da fonti pulite, con la Cina che ha sviluppato una capacità eolica e solare quasi doppia rispetto a quella di tutti gli altri paesi combinati. Gli esperti del settore mostrano crescente ottimismo riguardo alla possibilità che il gigante asiatico raggiunga il picco delle emissioni con almeno cinque anni di anticipo rispetto all’obiettivo ufficiale del 2030, con il 44% degli specialisti che ritiene che il culmine possa essere già stato toccato nel 2024 o al più tardi nel 2025. Il consumo di carbone, tradizionalmente il pilastro del mix energetico cinese, dovrebbe raggiungere il picco nel 2025 prima di iniziare una fase di declino strutturale.

Implicazioni climatiche e prospettive future

I dati sulle emissioni di febbraio 2025 si inseriscono in un contesto climatico caratterizzato da condizioni termiche estreme che continuano a evidenziare l’urgenza dell’azione climatica globale. Febbraio 2025 è stato il terzo febbraio più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media di 1,59°C superiore ai livelli pre-industriali, proseguendo un trend allarmante che ha visto 19 degli ultimi 20 mesi superare la soglia di 1,5°C stabilita dall’Accordo di Parigi. Particolarmente preoccupante è la situazione del ghiaccio marino globale, che ha raggiunto nuovi minimi storici all’inizio di febbraio, con l’estensione del ghiaccio artico che ha toccato il livello più basso mai registrato per il mese.

Le prospettive per il completamento del 2025 presentano elementi di cautela temperata dal crescente momentum verso la decarbonizzazione. Mentre gli scienziati del Berkeley Earth e del Met Office britannico prevedono che il 2025 diventerà il terzo anno più caldo mai registrato, leggermente al di sotto dei record del 2024 e 2023 a causa del passaggio verso il fenomeno La Niña, i dati sulle emissioni suggeriscono che la curva delle emissioni globali potrebbe aver iniziato una fase di stabilizzazione. La sfida principale rimane quella di accelerare ulteriormente la transizione energetica per garantire riduzioni più sostanziali e durature, particolarmente attraverso l’implementazione di politiche che sostengano la diffusione delle tecnologie pulite e l’efficientamento energetico a livello globale.