L’anticiclone africano si prepara a dominare lo scenario meteorologico italiano con un’intensità che richiama alla mente l’estate rovente del 2003. Secondo gli ultimi aggiornamenti dei modelli previsionali, a partire da martedì 3 giugno, una massa d’aria calda di origine sahariana si espanderà dalle zone desertiche di Marocco e Algeria verso l’Europa meridionale e il bacino del Mediterraneo, inglobando interamente la nostra penisola. Questa configurazione barica promette di generare un’ondata di calore particolarmente intensa, con temperature che potrebbero raggiungere valori eccezionali per il periodo, superando diffusamente i 30-35°C in diverse regioni italiane, con picchi fino a 38-40°C in Sardegna nella seconda parte della settimana.
Il parallelismo con l’estate del 2003 non è casuale e trova fondamento nelle proiezioni elaborate dal Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche (ECMWF), che evidenziano anomalie termiche fino a +3°C rispetto alle medie climatiche su vasta parte dell’Europa centro-occidentale, Italia compresa. Come molti ricorderanno, il giugno di ventidue anni fa segnò l’inizio di una delle stagioni estive più torride della storia climatica europea, con una sequenza ininterrotta di ondate di calore che si protrassero fino ad agosto, quando i termometri superarono abbondantemente i 40°C in numerose località, causando una drammatica emergenza sanitaria con oltre 18.000 vittime nel solo territorio italiano.

Le attuali proiezioni stagionali mostrano un inquietante consenso tra i principali modelli climatici internazionali, inclusi ECMWF, NOAA e Copernicus, riguardo l’instaurarsi di condizioni termiche nettamente superiori alla norma, con particolare intensità prevista tra Lazio, Toscana, Basilicata e Puglia. La causa principale di questa anomalia va ricercata nella particolare configurazione barica che si sta delineando, caratterizzata da valori di pressione atmosferica decisamente superiori alla media climatica su Francia, Penisola Iberica e Italia centro-occidentale, con un massimo anomalo attorno ai +0,9 hPa che favorirà l’espansione precoce dell’anticiclone subtropicale verso il bacino del Mediterraneo.
L’anticiclone africano si rivelerà protagonista assoluto del panorama meteorologico, con una durata e un’intensità che potrebbero insediarsi già dai primi giorni di giugno. Le regioni più colpite saranno il Centro Italia, il Sud e le isole maggiori, dove il caldo si farà sentire con maggiore insistenza, accompagnato da giornate serene, assenza di vento e una radiazione solare intensa e costante. I dati più recenti indicano che questa configurazione potrebbe proseguire senza interruzioni significative anche nel corso di luglio e agosto, innescando una catena di ondate di calore che rischia di collocare il 2025 tra gli anni più caldi e siccitosi mai registrati nella penisola italiana.
Le ultime mappe meteorologiche emesse dai principali centri di calcolo europei ed internazionali mostrano che il caldo aumenterà gradualmente nei prossimi giorni e non avrà una fine a breve termine. Le previsioni sub-stagionali, che arrivano fino a 40 giorni, indicano infatti un dominio dell’alta pressione ad oltranza con un ulteriore straordinario aumento termico dal 5-6 giugno, quando si potrebbero toccare i primi 40°C al Sud e in Sardegna, con condizioni afose particolarmente opprimenti al Centro-Nord.

Il meccanismo alla base di questa situazione meteorologica è piuttosto complesso: tutto nasce da una saccatura atlantica, una zona di bassa pressione in movimento verso la Penisola Iberica e il Marocco, che fungerà da trampolino per un flusso caldo sahariano. L’aria bollente, incanalandosi verso l’Europa sud-occidentale, darà origine a un vasto e potente promontorio di alta pressione che si estenderà fino a tutto il nostro Paese, fungendo da scudo contro ogni velleità perturbata. Una struttura così solida che già da fine maggio ha iniziato a modellare le condizioni meteo in modo stabile e caldo, con cieli per lo più sgombri da nubi e temperature in sensibile aumento.
Tuttavia, il quadro meteorologico non sarà caratterizzato esclusivamente da stabilità e caldo intenso. Il rovescio della medaglia di questa particolare condizione sinottica è rappresentato dal rischio di eventi meteo estremi, poiché il surplus di calore e la crescente umidità nei bassi strati potrebbero fornire il carburante necessario per lo scoppio anche improvviso di precipitazioni intense. La presenza di aria molto calda nei bassi strati, combinata con eventuali infiltrazioni di aria fresca in quota, potrebbe creare le condizioni ideali per temporali improvvisi e localmente violenti, grandinate, nubifragi e downburst con raffiche di vento discendente molto intense, soprattutto nelle regioni settentrionali.
Lo scudo anticiclonico potrebbe infatti non riuscire a difendere completamente il Nord Italia, lasciando scoperte le regioni settentrionali o quanto meno parte di esse. Masse d’aria fresche e instabili in discesa dal Nord Europa potrebbero riuscire a destabilizzare l’atmosfera provocando forti temporali dapprima sulle Alpi e poi anche sulle alte pianure di Piemonte e Lombardia, oltre che tra Veneto orientale e Friuli Venezia Giulia. È importante sottolineare che dopo un’ondata di caldo, al primo ingresso freddo in quota i moti convettivi e i contrasti tra masse d’aria diverse vengono particolarmente esaltati, provocando la genesi di fenomeni temporaleschi violenti, con elevato rischio di grandinate.
Le proiezioni meteorologiche attuali suggeriscono che l’anticiclone africano potrebbe mantenere la sua influenza ben oltre la prima decade di giugno, estendendo il suo dominio per gran parte del mese e forse anche oltre, configurando così uno scenario climatico estremamente caldo e siccitoso che richiama alla memoria le condizioni vissute nell’estate del 2003. Un’eventualità che desta preoccupazione non solo per il comfort quotidiano della popolazione, ma anche per le possibili ripercussioni su agricoltura, risorse idriche e salute pubblica, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili come anziani e bambini.
In definitiva, ci troviamo di fronte alla prospettiva di un giugno eccezionalmente caldo, che potrebbe segnare l’inizio di un’estate caratterizzata da ripetute ondate di calore di origine africana. Una situazione che merita attenta considerazione e monitoraggio costante, soprattutto alla luce dei sempre più evidenti cambiamenti climatici che stanno rendendo questi eventi estremi sempre meno eccezionali e sempre più ricorrenti nel panorama meteorologico mediterraneo.