Stasera occhi al cielo, sarà possibile vedere l’Aurora Boreale anche in Italia: Ecco dove e da che ora

Una potente tempesta geomagnetica G3-G4 causata da un’espulsione di massa coronale dal Sole potrebbe rendere visibile l’aurora boreale anche in Italia nella notte del 1 giugno, con migliori condizioni di osservazione tra le 22:00 e le 02:00 nelle zone montane e collinari del Nord e Centro Italia.
Credit © Daisy Dobrijevic

Un evento astronomico di eccezionale rarità per le latitudini italiane si prepara a illuminare i cieli della Penisola nella notte del primo giugno 2025, quando l’aurora boreale potrebbe manifestarsi anche a quote relativamente basse grazie a una potente tempesta geomagnetica in arrivo dalla nostra stella.

La causa di questo straordinario fenomeno risiede in una violenta eruzione solare verificatasi nelle prime ore del 31 maggio 2025, quando la regione attiva AR 4100, posizionata quasi al centro del disco solare e orientata direttamente verso la Terra, ha prodotto un brillamento di classe M8.2 di lunga durata con picco registrato alle 02:05 ora italiana. L’evento ha generato una massicccia espulsione di massa coronale che, secondo i modelli predittivi della NASA, dovrebbe raggiungere la magnetosfera terrestre proprio nella giornata odierna intorno alle 14:00 ora italiana.

Le previsioni elaborate dallo Space Weather Prediction Center della NOAA indicano la probabilità di una tempesta geomagnetica di intensità compresa tra G3 e G4, con un indice Kp stimato tra 6 e 8, condizioni che rendono possibile l’osservazione di fenomeni aurorali anche a latitudini insolite come quelle italiane. La dottoressa Clementina Sasso, astrofisica solare dell’INAF attualmente presso il Goddard Space Flight Center della NASA, ha confermato che il modello M2M Enlil-WSA+Cone gestito dal centro dove si trova prevede condizioni favorevoli per aurore visibili a basse latitudini.

La finestra temporale più favorevole per l’osservazione del fenomeno si colloca tra le 22:00 di questa sera e le 02:00 del mattino del 2 giugno, periodo durante il quale l’attività geomagnetica dovrebbe raggiungere la massima intensità. Le condizioni ottimali richiedono cieli sereni e l’assenza di inquinamento luminoso, rendendo le aree montane e collinari del Nord e Centro Italia i luoghi più promettenti per assistere allo spettacolo celeste. Tra le zone potenzialmente più favorevoli figurano l’Appennino Tosco-Emiliano, le aree pedemontane del Triveneto, le colline umbre e marchigiane, e alcune zone interne della Toscana.

Le Dolomiti rappresentano tradizionalmente una delle mete più ambite per l’osservazione astronomica grazie alla qualità dei loro cieli, con particolare riferimento alle zone attorno a Cortina d’Ampezzo e alla Val di Fassa. Analogamente, la Val d’Aosta offre condizioni eccellenti attraverso il Parco Nazionale del Gran Paradiso, mentre in Piemonte si segnalano le Alpi Retiche e l’Alpe Devero. Il Friuli Venezia Giulia presenta opportunità interessanti nelle Alpi Giulie e nelle aree montane vicino a Tarvisio, così come la Lombardia con la Valtellina e la zona del Passo dello Stelvio.

Il fenomeno dell’aurora boreale si manifesta quando le particelle cariche del vento solare, accelerate attraverso processi nella coda magnetosferica terrestre, seguono le linee di campo magnetico del pianeta dirigendosi verso le regioni polari. Durante questo percorso, gli elettroni collidono con gli atomi di ossigeno e azoto presenti nell’alta atmosfera, trasferendo loro energia che viene successivamente rilasciata sotto forma di luce visibile quando gli atomi tornano a stati energetici più bassi. Questo processo, analogo al funzionamento di una lampada al neon, genera tipicamente aurore verdi a quote comprese tra 100 e 300 chilometri di altezza.

Tuttavia, quando l’attività solare raggiunge intensità particolarmente elevate, le particelle provenienti dal Sole possono interagire con l’ossigeno molecolare a quote superiori, tra 400 e 800 chilometri, producendo il caratteristico colore rosso che contraddistingue le aurore visibili alle latitudini italiane. Questo spiega perché gli osservatori italiani che hanno avuto la fortuna di assistere a fenomeni simili nel 2024 e a Capodanno 2025 hanno prevalentemente documentato aurore di tonalità rossastre piuttosto che il classico verde tipico delle regioni artiche.

La situazione attuale presenta caratteristiche particolarmente favorevoli grazie alla combinazione di più fattori concomitanti. Oltre alla CME principale proveniente dalla regione AR 4100, la Terra si trova attualmente investita da un flusso di vento solare ad altissima velocità, superiore a 2,5 milioni di chilometri orari, che ha già generato una serie di tempeste geomagnetiche di intensità G1, G2 e G3 a partire dal 30 maggio. Questo fenomeno, noto come regione di interazione co-rotante o CIR, si verifica quando flussi di vento solare a velocità diverse interagiscono generando onde d’urto simili a quelle prodotte dalle CME.

L’intensificazione dell’attività solare si inserisce nel contesto del venticinquesimo ciclo undecennale della nostra stella, iniziato a fine 2019 e attualmente in avvicinamento al suo picco massimo. Questo periodo di elevata attività ha già regalato agli osservatori italiani diverse opportunità di assistere a fenomeni aurorali, eventi che fino a pochi anni fa erano considerati praticamente impossibili alle nostre latitudini ma che stanno diventando sempre più frequenti.

Oltre alle classiche aurore, le condizioni geomagnetiche previste potrebbero favorire la manifestazione di fenomeni correlati come gli archi SAR (Stable Auroral Red arcs) e le STEVE (Strong Thermal Emission Velocity Enhancement), caratterizzati da emissioni di luce rossastra nella parte alta dell’atmosfera che, pur essendo spesso appena percettibili a occhio nudo, risultano molto evidenti nelle fotografie a lunga esposizione. Questi fenomeni si manifestano tipicamente guardando verso nord e richiedono condizioni di buio pressoché totale per essere apprezzati al meglio.

Le tempeste geomagnetiche di intensità G3-G4 possono tuttavia comportare anche conseguenze di natura tecnica, con possibili interferenze sui sistemi di comunicazione radio, sui dispositivi GPS e sulle reti elettriche ad alta tensione. Tuttavia, le autorità competenti non hanno al momento segnalato criticità particolari, mantenendo l’attenzione focalizzata principalmente sulle opportunità di osservazione del fenomeno luminoso. Per chi intenda tentare l’osservazione, risulta fondamentale scegliere location caratterizzate da cieli scuri e assenza di inquinamento luminoso, rivolgendo lo sguardo verso l’orizzonte settentrionale e attendendo eventuali manifestazioni luminose che potrebbero durare da pochi minuti a diverse ore, testimonianzo il dialogo continuo tra la nostra stella e il campo magnetico terrestre.