Festa della Repubblica, il Sindaco di Merano Katharina Zeller non canta l’Inno Italiano -VIDEO-

La sindaca di Merano Katharina Zeller torna al centro delle polemiche dopo aver scelto di non cantare l’Inno di Mameli durante le celebrazioni del 2 giugno a Bolzano, nonostante indossasse la fascia tricolore.
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Le celebrazioni per la Festa della Repubblica del 2 giugno in piazza Walther a Bolzano si trasformano nuovamente in un caso politico che infiamma il dibattito nazionale. Katharina Zeller, sindaca di Merano eletta tra le file della Suedtiroler Volkspartei, torna al centro delle polemiche per il suo comportamento durante l’esecuzione dell’Inno di Mameli, quando ha scelto di rimanere in silenzio mentre tutti gli altri presenti cantavano “Fratelli d’Italia”.

L’episodio si è verificato durante la cerimonia ufficiale del 2 giugno, quando le telecamere hanno immortalato la prima cittadina meranese accanto al sindaco di Bolzano Claudio Corrarati, all’europarlamentare Luigi Spagnolli e al vicepresidente del consiglio provinciale Marco Galateo di Fratelli d’Italia. Mentre tutti i presenti intonavano l’inno nazionale e i militari rendevano gli onori, Zeller è rimasta immobile e in silenzio, con un’espressione che oscillava tra l’imbarazzo e l’indifferenza, nonostante indossasse regolarmente la fascia tricolore che aveva tanto fatto discutere nelle settimane precedenti.

Il gesto della sindaca altoatesina assume particolare rilevanza considerando che si tratta del secondo episodio controverso nel giro di appena due settimane. Durante il suo insediamento come primo cittadino di Merano, avvenuto a metà maggio, Zeller si era infatti tolta volontariamente la fascia tricolore subito dopo che l’ex sindaco Dario Dal Medico gliela aveva posta sulle spalle, creando un caso nazionale che aveva coinvolto esponenti politici di ogni schieramento. In quell’occasione, un video aveva catturato la scena in cui la neosindaca, visibilmente infastidita, si sfilava la fascia dicendo “Mettiamola via, dai” e aggiungendo in un fuorionda che il tricolore non le piaceva particolarmente.

La reazione politica al nuovo episodio non si è fatta attendere, con diversi esponenti che hanno interpretato il silenzio durante l’inno come un ulteriore segnale di mancanza di rispetto verso i simboli dello Stato italiano. Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia, aveva già lanciato una raccolta firme per chiedere le dimissioni di Zeller dopo il primo episodio, definendo il suo comportamento “un incredibile sfregio” e sostenendo che “la fascia tricolore non è un semplice ornamento, ma il simbolo dello Stato e dell’unità nazionale”. Anche il senatore di Fratelli d’Italia Matteo Gelmetti aveva depositato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno, mentre il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Angelo Bonelli aveva parlato di “fatto estremamente grave” invocando l’intervento del ministro Piantedosi.

La questione assume contorni particolarmente delicati nel contesto dell’Alto Adige, dove il rapporto tra identità tirolese e appartenenza italiana rappresenta da sempre un tema sensibile e complesso. La sindaca Zeller, avvocato trentottenne che era stata vicesindaco di Dal Medico nella precedente amministrazione, ha sempre rivendicato la sua appartenenza culturale tedesca e il legame con le tradizioni tirolesi. Dopo il primo episodio controverso, aveva fornito una spiegazione articolata del suo gesto, sostenendo che in Alto Adige “per consuetudine, il distintivo ufficiale previsto per i sindaci è il medaglione con lo stemma della città” e che l’insistenza del suo predecessore nel farle indossare la fascia era stata percepita come “un gesto provocatorio e un chiaro segnale di sgarbo istituzionale”.

La vicenda si inserisce in un quadro più ampio che riguarda l’evoluzione del rapporto tra la minoranza linguistica tedesca e lo Stato italiano, un processo di integrazione che negli ultimi decenni aveva raggiunto livelli di equilibrio considerevoli. Come sottolineato da diversi analisti, l’integrazione degli altoatesini nella Repubblica italiana è stata “un miracolo realizzato grazie a una classe politica che ha saputo agire da classe dirigente”, indirizzando faticosamente la propria comunità verso una direzione inizialmente sgradita a larga parte della popolazione. In questo contesto, i gesti simbolici assumono un peso particolare perché possono essere interpretati come segnali di apertura o chiusura verso il processo di integrazione nazionale.

Il comportamento della sindaca durante le celebrazioni del 2 giugno solleva interrogativi sulla natura della sua scelta: si è trattato di una “dimenticanza” dovuta all’inesperienza e all’emozione del momento, oppure di una decisione consapevole e politicamente orientata? La risposta a questa domanda appare cruciale per comprendere se il caso Zeller rappresenti un episodio isolato dovuto a fattori contingenti oppure il segnale di un cambiamento più profondo negli orientamenti della classe dirigente sudtirolese. Il fatto che la sindaca abbia scelto di indossare la fascia tricolore, contrariamente a quanto accaduto durante l’insediamento, ma poi di rimanere in silenzio durante l’inno nazionale, suggerisce una posizione intermedia che potrebbe riflettere le complessità identitarie della sua comunità di riferimento.

Le celebrazioni del 2 giugno a Bolzano si sono svolte regolarmente nonostante le tensioni, con la partecipazione di diverse autorità locali e la consegna di onorificenze della Repubblica, tra cui quella al presidente di Confesercenti Mirco Benetello, riconosciuto per l’impegno durante la pandemia. Parallelamente alle cerimonie ufficiali, si è svolta una manifestazione pro Palestina in piazza Domenicani, organizzata dall’Anpi Alto Adige che ha ribadito l’importanza “dell’attuazione dei valori fondamentali di pace, lavoro, democrazia e diritti su cui si fonda la nostra Costituzione, nata dalla Resistenza e dalla lotta antifascista”. Cerimonie parallele per la Festa della Repubblica si sono tenute anche a Laives e Bressanone, confermando la partecipazione diffusa delle istituzioni altoatesine alle celebrazioni nazionali.

Il caso Zeller evidenzia come i simboli nazionali continuino a rappresentare un terreno di confronto politico e culturale, particolarmente nelle aree di confine dove convivono diverse identità linguistiche e storiche. La questione trascende i confini provinciali e tocca temi fondamentali come il rispetto delle istituzioni, l’integrazione delle minoranze linguistiche e il significato stesso dell’appartenenza nazionale in un contesto europeo sempre più integrato. Mentre le polemiche si intensificano e le reazioni politiche si moltiplicano, resta da vedere se la sindaca fornirà chiarimenti sul suo comportamento durante l’inno nazionale e se questo episodio avrà conseguenze sulla sua credibilità istituzionale e sui rapporti tra la sua amministrazione e le autorità nazionali.