Powerbank in aereo, controlli più rigidi negli aeroporti italiani: scattano i sequestri 

Aeroporti italiani intensificano controlli sui powerbank per l’estate, ma la confusione normativa porta a sequestri anche di dispositivi conformi alle regole internazionali.

Gli aeroporti italiani stanno intensificando i controlli sui powerbank in vista della stagione estiva, ma la confusione normativa sta portando al sequestro di dispositivi che potrebbero essere trasportati legalmente. L’inasprimento delle verifiche arriva dopo una serie di incidenti gravi avvenuti nel trasporto aereo, con episodi di powerbank che hanno preso fuoco durante i voli, costringendo i piloti ad atterraggi d’emergenza e scatenando il panico tra i passeggeri.

Il caso più recente risale al 31 maggio 2025, quando un volo della China Southern Airlines, il CZ6850, partito da Hangzhou e diretto a Shenzhen, è dovuto rientrare all’aeroporto di partenza dopo soli quindici minuti dal decollo a causa dell’esplosione di un powerbank. Il dispositivo, la classica batteria esterna utilizzata per ricaricare dispositivi elettronici, ha preso fuoco all’interno di una cappelliera, vicino alla batteria di una macchina fotografica, scatenando il panico tra i passeggeri e costringendo l’equipaggio a gestire una situazione di emergenza che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche.

Questo episodio ha riacceso l’attenzione delle autorità aeroportuali sui rischi legati al trasporto di batterie al litio, che se danneggiate o surriscaldate possono scatenare incendi e addirittura esplosioni. Un fenomeno non isolato, considerando che la Federal Aviation Administration ha dichiarato che le batterie al litio, come quelle presenti nei powerbank, sono tra le principali cause di incendi a bordo, con una media di tre episodi ogni due settimane. La gravità della situazione ha spinto molte compagnie aeree asiatiche ad adottare misure ancora più restrittive, con Singapore Airlines e la sua low-cost Scoot che dall’aprile 2025 hanno vietato completamente l’uso e la ricarica dei powerbank durante il volo.

In Italia, la risposta a questi episodi si è tradotta in un incremento significativo dei controlli di sicurezza negli aeroporti, con particolare attenzione ai dispositivi di ricarica portatili che i passeggeri tentano di trasportare. La normativa di riferimento, stabilita dal regolamento IATA Dangerous Goods Regulations, è chiara nei suoi principi fondamentali: i powerbank devono essere trasportati esclusivamente nel bagaglio a mano e mai nel bagaglio da stiva, con limiti precisi per la capacità espressa in wattora. I dispositivi fino a 100 Wh possono essere portati senza approvazione, mentre quelli tra 100 e 160 Wh necessitano dell’autorizzazione della compagnia aerea, e oltre 160 Wh il trasporto è completamente vietato.

Tuttavia, l’applicazione pratica di queste normative sta creando non poche difficoltà, sia per i passeggeri che per gli addetti alla sicurezza aeroportuale. Il problema principale risiede nell’identificazione della capacità effettiva dei powerbank, che spesso non riportano chiaramente l’indicazione dei wattora ma solo i milliampereora, creando confusione durante i controlli. Un esempio emblematico è rappresentato dai powerbank da 20.000 mAh, dove l’indicazione dei Wh compare spesso in caratteri minuscoli tra decine di altre informazioni tecniche quasi impossibili da leggere senza una lente di ingrandimento. Questa mancanza di standardizzazione nell’etichettatura sta portando a situazioni paradossali, dove dispositivi perfettamente conformi alle normative vengono sequestrati per eccesso di prudenza.

La situazione si complica ulteriormente quando i voli sono particolarmente affollati e i passeggeri vengono costretti a imbarcare in stiva bagagli che inizialmente intendevano portare in cabina. In questi casi, i powerbank contenuti nei bagagli finiscono automaticamente fuorilegge, venendo scoperti e confiscati durante le ispezioni di sicurezza. Colleghi giornalisti in viaggio di lavoro hanno riferito di episodi in cui, costretti a imbarcare il bagaglio per aereo pieno, si sono visti ritirare i powerbank all’ultimo momento, senza sapere se questi dispositivi sarebbero stati poi restituiti al ritorno.

La confusione regna sovrana anche tra il personale addetto ai controlli di sicurezza, che spesso deve applicare formule creative per determinare la conformità dei dispositivi. Sono state documentate conversazioni surreali tra passeggeri e addetti alla sicurezza, con questi ultimi che suggerivano di dividere il valore dei milliampereora per mille oppure di moltiplicare determinati valori tra loro, dimostrando una comprensione limitata delle reali normative. Questa situazione evidenzia un gap formativo significativo che rischia di penalizzare ingiustamente i viaggiatori e di creare precedenti arbitrari nell’applicazione delle regole.

La necessità di una maggiore chiarezza normativa diventa ancora più urgente considerando l’evoluzione del mercato dei dispositivi di ricarica portatile. Se si analizzano dieci powerbank in offerta sui principali portali di e-commerce, emerge che l’indicazione di capacità è quasi sempre espressa esclusivamente in milliampereora, mentre i wattora non sono indicati da nessuna parte. Questa lacuna rappresenta un ostacolo significativo per i consumatori che vogliono acquistare dispositivi conformi alle normative aeronautiche e per gli addetti ai controlli che devono valutarne la conformità in tempi rapidi.

Parallelo a questi sviluppi, alcune iniziative positive stanno emergendo nel panorama aeroportuale italiano. L’aeroporto di Fiumicino ha introdotto un servizio gratuito di prestito powerbank nell’area imbarchi E, con ventotto stazioni distribuite strategicamente che permettono ai passeggeri di ricaricare i propri dispositivi senza portare a bordo batterie proprie. Questo servizio, gestito dalla startup Tomorrowtech, rappresenta una soluzione innovativa che potrebbe essere replicata in altri scali per ridurre i rischi legati al trasporto di dispositivi personali.

L’intensificazione dei controlli negli aeroporti italiani si inserisce in un contesto internazionale caratterizzato da un approccio sempre più rigoroso alla sicurezza aerea. Compagnie come Air Busan hanno addirittura introdotto un divieto totale sul trasporto di powerbank, sia nel bagaglio a mano che in quello da stiva, mentre altre hanno limitato significativamente l’uso di questi dispositivi durante il volo. Questi precedenti internazionali potrebbero influenzare l’evoluzione delle politiche italiane ed europee nei prossimi mesi, specialmente se dovessero verificarsi nuovi incidenti.

La stagione estiva rappresenterà un banco di prova cruciale per l’efficacia di queste nuove misure di sicurezza. Con l’aumento del traffico passeggeri previsto nei mesi di luglio e agosto, gli aeroporti dovranno bilanciare l’esigenza di garantire la massima sicurezza con quella di mantenere la fluidità delle operazioni di controllo. L’implementazione di protocolli più chiari e la formazione adeguata del personale addetto ai controlli potrebbero ridurre significativamente i disagi per i passeggeri, evitando il sequestro ingiustificato di dispositivi conformi alle normative e migliorando l’esperienza complessiva del viaggio aereo.