La stagione televisiva si appresta a chiudere con una notizia che scuote profondamente l’assetto della televisione pubblica italiana: un piano di ridimensionamento da 25 milioni di euro che investirà i palinsesti autunnali della Rai per il periodo 2025-2026, determinando la cancellazione di numerosi programmi storici e mettendo in discussione il futuro di volti noti del servizio pubblico televisivo. L’indiscrezione, riportata con dovizia di particolari dal portale specializzato Davide Maggio, delinea uno scenario che preannuncia una delle ristrutturazioni più drastiche degli ultimi anni per Viale Mazzini, con ripercussioni significative su fasce orarie che da decenni rappresentano l’identità culturale e informativa della rete ammiraglia.
Il cuore della manovra di razionalizzazione colpirà in modo particolare la terza serata, quella fascia notturna che ha sempre costituito un presidio culturale importante per la televisione pubblica, offrendo spazi di approfondimento e riflessione quando l’audience televisiva si assottiglia ma mantiene un carattere qualitativo elevato. Secondo le indiscrezioni emerse, a pagare il prezzo più alto di questa operazione sarà Gigi Marzullo, figura storica della terza serata di Rai1 che rischia di vedere cancellati ben quattro dei suoi programmi: “Sottovoce”, trasmesso dal lunedì al giovedì, “Cinematografo” del venerdì, “Applausi” del sabato e “Milleunlibro” della domenica. La potenziale eliminazione di questi format rappresenterebbe un colpo durissimo per uno dei simboli notturni della Rai, che da decenni accompagna gli spettatori nelle ore piccole con un mix di cultura, spettacolo e interviste che hanno fatto la storia della televisione italiana.
La strategia di contenimento dei costi non risparmierà nemmeno Rai2, dove potrebbero scomparire dal palinsesto “Generazione Z” di Monica Setta, talk show dedicato ai più giovani collocato nella terza serata del giovedì, e “Tango” di Luisella Costamagna, programma di attualità che occupa la fascia notturna del venerdì. Per Monica Setta, tuttavia, la situazione potrebbe non essere completamente negativa, considerando che un’altra delle sue trasmissioni, “Storie di Donne al Bivio”, dovrebbe mantenere il proprio spazio nel palinsesto, benché con un possibile spostamento dalla terza alla seconda serata. Questa rimodulazione evidenzia come la direzione aziendale stia procedendo con criteri selettivi, valutando attentamente i risultati di ascolto e l’impatto economico di ciascun programma.
I tagli previsti non si limiteranno esclusivamente alla programmazione notturna, ma si estenderanno anche al daytime, quella fascia oraria diurna che costituisce il tessuto connettivo della programmazione televisiva quotidiana. Tra i programmi che potrebbero non trovare più spazio nei palinsesti figura “Il Caffè” di Pino Strabioli, trasmissione culturale che va in onda la domenica mattina su Rai1 e che dal 2011 rappresenta un appuntamento fisso per gli appassionati di teatro, cinema, libri e musica. Analogamente, potrebbe essere cancellato “Rebus” di Giorgio Zanchini, programma di approfondimento giornalistico che occupa la domenica pomeriggio di Rai3 e che ha saputo distinguersi per la qualità delle sue inchieste e dei suoi dibattiti.
Particolarmente delicata appare la situazione di “Citofonare Rai2”, il programma domenicale condotto dalla coppia Simona Ventura e Paola Perego, il cui futuro rimane avvolto nell’incertezza. Le voci relative a una possibile cancellazione si intrecciano con le indiscrezioni sul futuro professionale della Ventura, che nelle ultime settimane ha fatto ritorno a Mediaset come opinionista de “L’Isola dei Famosi”, suscitando speculazioni su un possibile rientro stabile nella rete commerciale. Questo scenario evidenzia come i tagli programmati dalla Rai possano avere ripercussioni che vanno oltre la semplice riorganizzazione dei palinsesti, influenzando le scelte professionali dei conduttori e ridisegnando gli equilibri tra le diverse emittenti televisive.
La portata di questa operazione di ridimensionamento assume contorni ancora più significativi se si considera la storia e l’importanza dei nomi coinvolti nel processo di revisione. Gigi Marzullo, in particolare, rappresenta una figura iconica della televisione italiana, avendo debuttato su Rai1 nel 1983 con “Forte Fortissimo” e costruendo nel corso dei decenni un rapporto consolidato con il pubblico notturno. La sua eventuale estromissione dai palinsesti costituirebbe un precedente storico, considerando che già nel 2020 il giornalista avellinese aveva dovuto affrontare le conseguenze di una policy aziendale che vietava i “doppi incarichi”, quando ricopriva il ruolo di vicedirettore di Rai1, situazione che aveva portato alla creazione di un meccanismo surreale in cui i suoi programmi continuavano ad andare in onda con il conduttore oscurato dal video.
Le decisioni definitive su questa complessa operazione di riorganizzazione saranno comunicate durante la presentazione ufficiale dei palinsesti Rai, evento programmato per il 27 giugno 2025 a Napoli presso il Centro di Produzione Televisiva. Fino a quel momento, le indiscrezioni circolate mantengono il carattere di ipotesi, anche se le fonti che le hanno diffuse appaiono particolarmente attendibili e dettagliate. L’appuntamento napoletano rappresenterà quindi un momento cruciale per comprendere l’effettiva portata di questa rivoluzione dei palinsesti e per valutare se alcune delle decisioni più drastiche potranno essere riviste in extremis, considerando il peso specifico dei nomi coinvolti e le possibili pressioni interne ed esterne che potrebbero influenzare le scelte finali.
Questo scenario di tagli e ristrutturazioni si inserisce in un contesto più ampio di razionalizzazione che caratterizza l’evoluzione del servizio pubblico televisivo, chiamato a confrontarsi con le sfide economiche e le trasformazioni del mercato dell’intrattenimento. La decisione di concentrare i tagli principalmente sulle fasce orarie meno commerciali, come la terza serata e alcune fasce del daytime domenicale, riflette una strategia che privilegia l’ottimizzazione delle risorse rispetto al mantenimento di tradizioni consolidate, aprendo interrogativi sul futuro dell’offerta culturale e informativa della televisione pubblica italiana nell’era della competizione digitale e delle piattaforme streaming.