Federico Fashion Style in crisi? “Ecco perché ho chiuso il mio salone di Napoli”

Federico Fashion Style chiude il salone di Napoli dopo quattro anni per dedicarsi alla figlia e per le incertezze sul futuro del gruppo Coin che ospitava il punto vendita.
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Il celebre hairstylist Federico Lauri, noto al grande pubblico come Federico Fashion Style, ha chiuso definitivamente il salone di bellezza ubicato nel cuore del quartiere Vomero a Napoli, all’interno del palazzo Coin di via Alessandro Scarlatti. La decisione, comunicata senza alcun preavviso ufficiale sui canali social del parrucchiere delle celebrità, ha sorpreso la clientela partenopea e gli appassionati del marchio, che si sono trovati di fronte a un locale completamente trasformato e a contatti telefonici disattivati.

L’apertura del salone napoletano risaliva al luglio 2021, quando Federico Fashion Style aveva inaugurato con grande clamore mediatico la nuova sede nel prestigioso quartiere del Vomero, coinvolgendo numerose personalità del mondo dello spettacolo come Valeria Marini, Giulia De Lellis, Tina Cipollari e Gianni Sperti. All’epoca dell’inaugurazione, l’imprenditore aveva dichiarato la sua soddisfazione per l’apertura nella città partenopea, sottolineando come “tutte le mie feste più calde le ho fatte qui” e anticipando che “il salone delle meraviglie a Napoli sarà particolare, con la napoletanità verace di queste donne splendide”.

Dopo quattro anni di attività, tuttavia, il punto vendita napoletano ha cessato definitivamente le operazioni commerciali, lasciando spazio a un negozio di abbigliamento i cui manichini hanno sostituito le caratteristiche poltrone da parrucchiere e gli specchi del salone. I clienti che hanno tentato di prenotare appuntamenti si sono imbattuti in un numero telefonico completamente disattivato, mentre il personale della sede centrale di Anzio ha confermato telefonicamente la chiusura definitiva del punto vendita partenopeo senza fornire indicazioni precise su eventuali riaperture future.

Contattato dalla redazione di Fanpage per chiarire le motivazioni dietro questa decisione improvvisa, Federico Fashion Style ha fornito una spiegazione articolata che tocca aspetti sia personali che imprenditoriali della sua scelta. Il parrucchiere delle celebrità ha dichiarato di aver “chiuso Napoli per star vicino a mia figlia”, precisando di aver “preferito in questo momento particolare della sua crescita di dedicarmi a lei”. La motivazione familiare appare centrale nella decisione dell’imprenditore, che ha sottolineato come la gestione di sette negozi in Italia rappresentasse un impegno eccessivamente gravoso per un genitore separato che desidera dedicare maggiore attenzione al ruolo genitoriale.

La chiusura del salone napoletano, tuttavia, non è riconducibile esclusivamente a motivazioni di carattere personale, ma si inserisce in un contesto più ampio di incertezze economiche che stanno interessando il gruppo Coin. Federico Fashion Style ha infatti spiegato di aver “preso anche la palla al balzo” in relazione alle “incertezze nel futuro dei magazzini Coin”, anticipando possibili problematiche legate alla continuità operativa del grande magazzino che ospitava il suo salone. L’hairstylist ha precisato di non aver avuto “problemi sugli affitti a Napoli” e che “il negozio andava bene”, escludendo quindi difficoltà economiche dirette come causa della chiusura.

Le preoccupazioni espresse da Federico Fashion Style riguardo al futuro del gruppo Coin trovano riscontro nelle recenti vicende che stanno interessando la storica catena commerciale italiana. Il Gruppo Coin sta attraversando una profonda crisi finanziaria caratterizzata da un debito complessivo di circa 80 milioni di euro e dalla necessità di chiudere 8 punti vendita nel corso del 2025, coinvolgendo complessivamente 92 dipendenti di cui 50 solo nel territorio romano. La crisi ha portato all’avvio di una procedura di composizione negoziata della crisi a giugno 2024, con l’obiettivo di consentire il risanamento dell’impresa attraverso il supporto di un esperto indipendente e il dialogo con i creditori.

Il piano di risanamento del gruppo Coin prevede la chiusura di diversi punti vendita strategici, tra cui quello di Grugliasco nel Torinese, due a Roma, uno a San Donà di Piave in provincia di Venezia, a Latina, a Vicenza, a Milano City Life e quello di Sesto Fiorentino. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha istituito un tavolo permanente per monitorare la situazione aziendale, mentre l’azienda ha manifestato disponibilità per un confronto costruttivo con i rappresentanti dei lavoratori per individuare soluzioni utili per una ripresa economica entro il 2026. L’intervento di Invitalia nel capitale societario, attraverso il Fondo Salvaguardia Imprese, ha portato un’iniezione di liquidità di dieci milioni di euro, pari al 30,1% del capitale, che si aggiunge ai 21,2 milioni di euro provenienti dai nuovi investitori Sagitta Sgr e Mia Srl.

Nonostante la chiusura del punto vendita napoletano, Federico Fashion Style ha lasciato aperta la possibilità di un ritorno nella città partenopea, dichiarando che “passata questa tempesta personale tornerò in città”. Nel frattempo, l’imprenditore ha invitato la clientela napoletana a raggiungere i suoi saloni di Roma e Anzio, mantenendo operativi gli altri sette punti vendita distribuiti sul territorio nazionale, inclusi quelli di Milano, Firenze e persino Sharm el Sheikh, dove gestisce un punto beauty all’interno di un resort di lusso. La rete commerciale di Federico Fashion Style continua quindi a operare normalmente, con l’eccezione temporanea del punto vendita partenopeo che aveva rappresentato una tappa importante nell’espansione del marchio nel meridione d’Italia.

L’assenza di comunicazioni ufficiali sui canali social di Federico Fashion Style ha destato particolare sorpresa, considerando la consueta attività comunicativa dell’imprenditore sui social media. Mentre continuava a pubblicare listini prezzi e disponibilità di appuntamenti per gli altri saloni, il silenzio riguardo alla sede napoletana è risultato particolarmente eloquente, confermando indirettamente la definitività della chiusura. La vicenda si inserisce nel più ampio panorama delle difficoltà che stanno interessando il settore del commercio al dettaglio in Italia, dove le procedure di composizione negoziata della crisi sono aumentate del 60%, testimoniando un clima economico particolarmente complesso per le aziende del settore.