Referendum, affluenza finale stimata tra 29% e 31%: le proiezioni per la seconda giornata

Referendum su lavoro e cittadinanza verso una chiusura stimata tra 29% e 31% di affluenza, lontano dal quorum del 50%. Prima giornata conclusa al 22,73% con differenze territoriali significative.

I cinque referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza si avviano verso una chiusura che dovrebbe attestarsi secondo le proiezioni basate sui dati storici tra il 29% e il 31% di affluenza finale, un risultato che rimarrebbe comunque lontano dal quorum del 50% più uno necessario per la validità della consultazione. La prima giornata di voto si è conclusa domenica sera con un’affluenza del 22,73% degli aventi diritto, dato che colloca questa tornata referendaria in una posizione intermedia rispetto ai precedenti storici recenti.

La progressione oraria registrata durante la giornata di domenica ha evidenziato un andamento costante ma contenuto della partecipazione elettorale, con l’affluenza che alle ore 12 si attestava al 7,41% per poi crescere al 16,16% alle ore 19 e raggiungere infine il 22,73% alla chiusura dei seggi alle 23. Questi dati, seppur superiori a quelli registrati nei referendum abrogativi del 2022 sulla giustizia quando alla stessa ora si era fermata al 20,9%, mantengono comunque una distanza significativa dai livelli di partecipazione necessari per il superamento del quorum costituzionale.

Il confronto con i referendum del 2011, quando si votava su quesiti riguardanti l’acqua pubblica e il nucleare con una struttura temporale analoga su due giornate, evidenzia una significativa differenza nei livelli di partecipazione. In quella occasione, alla fine del primo giorno di voto l’affluenza aveva raggiunto il 41%, quasi il doppio del dato attuale, per poi chiudersi con un risultato finale che superò il 55% e garantì ampiamente il raggiungimento del quorum. La differenza sostanziale tra i due casi può essere attribuita sia al diverso contesto politico e mediatico del 2011, caratterizzato da una mobilitazione più intensa dell’opinione pubblica, sia alla natura specifica dei quesiti proposti in quella tornata.

La metodologia di proiezione dell’affluenza finale si basa sull’analisi dei pattern storici delle consultazioni elettorali su due giornate, in particolare confrontando i dati con le elezioni politiche del 2013 e del 2018, quando il voto si svolgeva sia di domenica che di lunedì mattina. In quelle occasioni, la seconda giornata di votazione, limitata alla fascia oraria 7-15, generava tipicamente un incremento compreso tra il 25% e il 35% rispetto al totale dell’affluenza registrata nel primo giorno. Applicando questa percentuale al dato di domenica sera, si ottiene una stima che colloca l’affluenza finale in un intervallo compreso tra il 28,6% nello scenario più pessimistico e il 30,8% in quello più ottimistico.

La comparazione con le elezioni politiche del 2022, che pure si svolsero in una sola giornata ma registrarono un’affluenza finale del 63,91%, evidenzia la sostanziale differenza tra le dinamiche di partecipazione alle consultazioni elettorali e quelle referendarie. Mentre nelle politiche del 2022 l’affluenza alle ore 12 era già del 19,21%, superiore al dato attuale del referendum alle stesse ore, la progressione successiva nelle elezioni parlamentari fu molto più marcata, raggiungendo il 51,16% alle ore 19. Questa differenza sottolinea come l’interesse dell’elettorato verso i referendum abrogativi risulti strutturalmente più contenuto rispetto alle consultazioni per il rinnovo degli organi rappresentativi.

L’elemento cruciale per affinare la previsione dell’affluenza finale sarà rappresentato dal dato intermedio delle ore 12 di lunedì, che fornirà un’indicazione precisa sull’andamento della partecipazione nella seconda giornata. Storicamente, la fascia oraria mattutina del lunedì nelle consultazioni su due giorni tende a concentrare una quota significativa dell’affluenza aggiuntiva, particolarmente tra gli elettori che per motivi lavorativi o personali non hanno potuto recarsi ai seggi durante la domenica. Se l’affluenza parziale delle ore 12 dovesse attestarsi intorno al 5%, si potrebbe ragionevolmente ipotizzare una chiusura verso il limite superiore della forchetta prevista, mentre un dato più contenuto tra il 3% e il 4% orienterebbe le proiezioni verso valori più bassi.

Il contesto politico attuale, caratterizzato dalla posizione di astensione assunta dal governo e dai partiti di maggioranza, rappresenta un fattore determinante nel contenimento della partecipazione elettorale. La strategia dell’astensionismo mirato, finalizzata a impedire il raggiungimento del quorum, ha trovato espressione nelle dichiarazioni di diversi esponenti dell’esecutivo, incluso il ministro della Giustizia Nordio che ha esplicitamente annunciato la propria intenzione di non recarsi alle urne. Questa dinamica politica, unita alla limitata copertura mediatica dei contenuti specifici dei quesiti referendari, contribuisce a spiegare i livelli di affluenza registrati fino a questo momento.

La distribuzione territoriale dell’affluenza evidenzia inoltre come alcune realtà locali abbiano mostrato una partecipazione più elevata rispetto alla media nazionale. In Liguria, comuni come Bonassola hanno raggiunto il 30,05% di affluenza, mentre in provincia di Genova località come Rossiglione hanno superato il 28%. Questi dati puntuali confermano come la mobilitazione elettorale rimanga legata anche a fattori locali e alla presenza di reti associative e sindacali particolarmente attive nel territorio, considerando che i quesiti sono stati promossi dalla Cgil di Maurizio Landini.

Modello di proiezione: cosa possiamo aspettarci oggi

Sulla base dei dati attuali e dei confronti con le consultazioni passate, possiamo stimare quanta affluenza aggiuntiva potrebbe generarsi nella fascia 7:00–15:00 di oggi, lunedì.

📈 Incremento stimato nella seconda giornata

Scenario% Aggiuntiva stimata oggiAffluenza finale stimata
Pessimista+6,6% (+30% di 22%)28,6%
Realistico+7,7% (+35%)29,7%
Ottimista+8,8% (+40%)30,8%

Affluenza finale stimata tra il 29% e il 31%

Dati alla mano, la previsione più probabile colloca l’affluenza finale tra il 29% e il 31%. Si tratta di un valore in linea con i trend recenti dei referendum, che mostrano una partecipazione modesta, e anche influenzato positivamente dalla possibilità di voto nella seconda giornata.

A meno di mobilitazioni impreviste o picchi dell’ultima ora, è improbabile che l’affluenza superi il 32%, mentre appare altrettanto improbabile che resti sotto il 28%.

L’aggiornamento dell’affluenza alle ore 12 di oggi sarà il prossimo indicatore decisivo. Se il dato delle 12 supererà il 5%, sarà ragionevole attendersi una chiusura verso il limite alto del nostro intervallo. Se invece sarà più vicino al 3-4%, la stima più realistica resterà attorno al 29% complessivo.

La proiezione è basata su:

modello moltiplicativo sulla base di affluenza giornaliera.

analisi comparata delle fasce orarie di voto;

andamento storico di consultazioni su due giorni;

confronto tra referendum e elezioni politiche;