L’Italia si prepara ad affrontare una settimana meteorologica particolarmente intensa che vedrà il Paese diviso tra gli ultimi strascichi dell’ondata di calore africana e l’arrivo di una fase di maltempo esplosivo caratterizzato da fenomeni estremi. Dopo giorni di temperature eccezionali che porteranno i termometri a sfiorare i 40 gradi nelle zone interne della Sardegna, della Sicilia e valori compresi tra 37 e 38 gradi su gran parte del territorio nazionale, la situazione meteorologica è destinata a cambiare radicalmente già a partire dalla prossima settimana. Il contrasto termico tra le masse d’aria calda attualmente presenti sulla Penisola e quelle fresche in arrivo dall’Europa creerà le condizioni ideali per lo sviluppo di fenomeni temporaleschi di notevole intensità, con il rischio concreto di eventi meteo estremi su diverse regioni italiane.
La causa di questo cambiamento risiede nella formazione di una vasta area di bassa pressione presente sull’Europa che, nelle prossime ore, inizierà a pilotare masse d’aria molto instabili e fresche verso il bacino del Mediterraneo. L’anticiclone africano che ha dominato la scena meteorologica italiana nelle ultime settimane, portando con sé aria torrida dal deserto del Sahara, mostrerà i primi segni di cedimento proprio a causa dell’arrivo di questa perturbazione atlantica. Gli esperti meteorologi parlano di una situazione particolarmente critica che vedrà l’insinuarsi di un’insidiosa “goccia fredda” in arrivo dalla Francia, destinata a perforare letteralmente la bolla di caldo africano e a scatenare una marcata instabilità atmosferica. Questo fenomeno, noto in meteorologia come contrasto barico, rappresenta uno degli elementi più pericolosi per lo sviluppo di temporali violenti e fenomeni estremi.
Il peggioramento delle condizioni meteorologiche sarà amplificato dalla formazione di una ciclogenesi sul mar Tirreno, fenomeno che rappresenta una delle configurazioni atmosferiche più pericolose per il territorio italiano. Le correnti fresche in ingresso dall’Europa andranno infatti ad alimentare la formazione di un vortice depressionario che si svilupperà rapidamente sulle acque del Mediterraneo centrale, creando una situazione di instabilità particolarmente accentuata. Questo tipo di configurazione meteorologica è nota agli esperti come “ciclogenesi esplosiva”, un termine tecnico che descrive una rapida intensificazione di un sistema depressionario caratterizzato da un abbassamento della pressione atmosferica di almeno un millibar all’ora per un periodo di almeno 24 ore consecutive. Il fenomeno determinerà precipitazioni abbondanti, spesso concentrate in aree ristrette, accompagnate da violente raffiche di vento e da un’intensa attività elettrica.
La particolare posizione geografica del mar Tirreno, unitamente alla morfologia delle coste e dei rilievi circostanti, rende questa zona del Mediterraneo particolarmente favorevole allo sviluppo di ciclogenesi secondarie che tendono ad approfondirsi sopra le acque relativamente calde del mare. Il contrasto tra l’aria calda e umida presente nei bassi strati atmosferici, riscaldata dal prolungato dominio dell’anticiclone africano, e le masse d’aria fredda in quota provenienti dall’Europa settentrionale, creerà un ambiente atmosferico estremamente instabile. Questa situazione fornirà l’energia potenziale necessaria per alimentare sistemi temporaleschi di notevole violenza, con la possibilità che si formino supercelle temporalesche in grado di generare grandinate devastanti e tornado.
Le ultime proiezioni hanno individuato in martedì 17, mercoledì 18 e giovedì 19 giugno le giornate di massima criticità per quanto riguarda il rischio di fenomeni meteorologici estremi. Durante questo periodo, le temperature previste per l’Italia mostreranno i primi segni di moderazione rispetto ai picchi eccezionali dei giorni precedenti, con valori che si attesteranno intorno ai 29-30 gradi per le massime e 19-21 gradi per le minime. Tuttavia, proprio questo graduale abbassamento termico rappresenterà il segnale dell’arrivo della perturbazione e dell’intensificarsi dell’instabilità atmosferica. Le previsioni meteorologiche indicano che il maltempo si manifesterà inizialmente con carattere sparso e irregolare, per poi assumere connotati sempre più organizzati e violenti nelle ore successive.

Le regioni del Nord Est e quelle del Centro Sud risulteranno maggiormente esposte al rischio di eventi meteorologici estremi durante questa fase critica. In particolare, le zone alpine e prealpine del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, insieme ai settori tirrenici di Toscana, Lazio, Campania e Calabria, dovranno fare i conti con la possibilità di precipitazioni eccezionalmente intense. I modelli meteorologici suggeriscono che localmente potrebbero cadere quantitativi di pioggia compresi tra 100 e 150 millimetri in pochissimo tempo, equivalenti alle precipitazioni normalmente attese nell’arco di un intero mese. Questa concentrazione temporale degli apporti pluviometrici aumenterà significativamente il rischio di fenomeni alluvionali improvvisi, le cosiddette “alluvioni lampo”, particolarmente pericolose perché interessano fasce ristrette di territorio scaricando al suolo quantità d’acqua enormi in tempi brevissimi.
Il maltempo che investirà l’Italia nella prossima settimana si caratterizzerà per la molteplicità e l’intensità dei fenomeni meteorologici che si manifesteranno contemporaneamente su diverse aree del territorio nazionale. I nubifragi rappresenteranno il fenomeno più pericoloso e diffuso, con precipitazioni che potranno assumere carattere torrenziale soprattutto durante le ore pomeridiane e serali, quando il riscaldamento diurno avrà aumentato l’instabilità atmosferica. La formazione di celle temporalesche autorigeneranti non è da escludere, fenomeno che si verifica quando i sistemi temporaleschi si mantengono stazionari o si muovono molto lentamente, scaricando quantità eccezionali di pioggia sulla stessa area per ore consecutive. Questo tipo di configurazione meteorologica è responsabile delle alluvioni più devastanti degli ultimi anni e richiede la massima attenzione da parte delle autorità competenti e della popolazione.

Le grandinate costituiranno un altro elemento di forte preoccupazione durante questa fase di maltempo intenso. La presenza di correnti ascensionali particolarmente violenti all’interno delle celle temporalesche più sviluppate favorirà la formazione di chicchi di grandine di dimensioni considerevoli, potenzialmente in grado di causare danni significativi alle colture agricole, alle automobili e alle strutture. Il rischio di supercelle temporalesche, sistemi particolarmente organizzati e persistenti caratterizzati da rotazione interna, aumenterà la probabilità di grandinate devastanti soprattutto nelle aree pianeggianti del Nord Italia e nelle zone collinari del Centro. Le cronache meteorologiche degli ultimi anni hanno documentato episodi di grandinate con chicchi superiori ai cinque centimetri di diametro, eventi che potrebbero ripetersi durante questa fase di maltempo estremo.
La ventilazione raggiungerà intensità da burrasca lungo le coste tirreniche, dove sono previste raffiche che potranno superare gli 80-90 chilometri orari. Questi venti burrascosi, alimentati dalla profonda circolazione ciclonica che si svilupperà sul mar Tirreno, determineranno condizioni di mare molto agitato con il rischio concreto di mareggiate lungo i litorali di Lazio, Campania e Calabria. Le raffiche più intense si concentreranno soprattutto nelle ore notturne e durante i passaggi delle celle temporalesche più organizzate, quando la discesa di aria fredda dall’alta atmosfera verso il suolo genererà improvvisi colpi di vento particolarmente violenti. La combinazione tra venti forti e precipitazioni intense creerà condizioni di navigazione estremamente pericolose, con possibili disagi per i collegamenti marittimi tra la terraferma e le isole.