Usa, anche italiani tra gli immigrati che saranno deportati a Guantanamo. Tajani: “Pronti a rimpatriarli”

Trump prepara la deportazione di 9000 migranti a Guantanamo, inclusi italiani ed europei. Tajani assicura la disponibilità dell’Italia al rimpatrio, escludendo trasferimenti verso la base cubana.

L’amministrazione Trump si prepara a dare vita alla più vasta operazione di deportazione di massa nella storia americana, coinvolgendo il trasferimento di circa novemila migranti irregolari presso la base militare di Guantanamo Bay, Cuba. Secondo quanto rivelato dal Washington Post attraverso fonti anonime dell’amministrazione, tra i deportati figurerebbero centinaia di cittadini europei, compresi italiani, in quella che rappresenta una svolta senza precedenti nella gestione dell’immigrazione irregolare negli Stati Uniti.

Il piano prevede lo screening medico di novemila persone per determinare la loro idoneità fisica al trasferimento presso la famigerata struttura di detenzione, tristemente nota per aver ospitato presunti terroristi dopo gli attentati dell’11 settembre. L’operazione dovrebbe iniziare entro la settimana corrente, rappresentando un incremento esponenziale rispetto alle circa cinquecento persone trattenute temporaneamente nella base dai primi mesi dell’anno.

L’elenco dei paesi coinvolti include, oltre all’Italia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Irlanda, Belgio, Paesi Bassi, Lituania, Polonia, Turchia e Ucraina. Secondo le fonti del Washington Post, l’amministrazione Trump non intende informare preventivamente i governi stranieri interessati, nemmeno quelli considerati alleati strategici degli Stati Uniti. La motivazione ufficiale addotta dalle autorità americane riguarda la necessità di liberare spazio nei centri di detenzione nazionali, ormai saturi a seguito dell’intensificazione delle politiche anti-immigrazione.

Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha immediatamente reagito alle indiscrezioni, dichiarando in un’intervista a RTL 102.5 che “non vi è possibilità che gli italiani siano trasferiti a Guantanamo”. Tajani ha precisato che l’Italia ha già comunicato all’amministrazione americana la propria disponibilità a rimpatriare i connazionali irregolari “nel pieno rispetto dei loro diritti individuali e dell’assistenza consolare”. Il vicepremier ha inoltre annunciato una telefonata programmata con il segretario di Stato Marco Rubio per ottenere ulteriori chiarimenti sulla questione.

Secondo le prime informazioni raccolte dal Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, Guantanamo verrebbe utilizzata principalmente per i cittadini di paesi che rifiutano di accettare i rimpatri. L’Italia, avendo già manifestato la propria collaborazione con le autorità americane, non dovrebbe vedere i propri cittadini coinvolti nei trasferimenti verso la base cubana. Tajani ha sottolineato che “non c’è da allarmarsi” e che la situazione “non è da drammatizzare”.

Le operazioni di deportazione si inseriscono in un contesto di forte tensione sociale, particolarmente evidente a Los Angeles, dove da giorni si susseguono manifestazioni contro le politiche migratorie dell’amministrazione Trump. Il presidente americano ha dispiegato settecentoventi marines e quattromila uomini della Guardia Nazionale per contenere le proteste, definendo i manifestanti “animali” e “nemici stranieri” durante un discorso alla base militare di Fort Bragg.

Il governatore della California Gavin Newsom ha reagito duramente alle decisioni federali, presentando ricorso presso un tribunale federale per bloccare l’impiego di truppe militari contro i civili e definendo le azioni di Trump “la folle fantasia di un presidente dittatoriale”. Una corte federale ha emesso un ordine restrittivo temporaneo che limita l’impiego delle truppe militari, consentendone l’utilizzo solo per la protezione degli edifici federali.

La sindaca di Los Angeles Karen Bass ha imposto un coprifuoco notturno in un’area di due chilometri e mezzo quadrati nel centro della metropoli, dopo che ventitré negozi erano stati saccheggiati e numerose facciate danneggiate. Il Dipartimento di Polizia di Los Angeles ha effettuato “decine di arresti” durante le operazioni notturne, con un incremento costante: ventisette arresti venerdì, quaranta sabato, centoquattordici domenica e centonovantasette lunedì.

L’utilizzo di Guantanamo per finalità migratorie rappresenta un’escalation significativa rispetto ai piani iniziali dell’amministrazione Trump, che a gennaio aveva annunciato l’intenzione di trasferire fino a trentamila migranti presso la struttura. Tuttavia, permangono dubbi sulla reale capacità della base di ospitare un numero così elevato di detenuti, considerando che le strutture attuali sono state progettate per scopi diversi.

Il Dipartimento di Stato americano ha mantenuto un profilo basso sulla questione, limitandosi a dichiarare che Guantanamo “non è la destinazione finale” per i deportati, ma rappresenta una tappa intermedia prima del rimpatrio nei paesi di origine. Questa precisazione non ha tuttavia placato le preoccupazioni delle diplomazie europee, alcune delle quali avrebbero tentato, senza successo, di convincere l’amministrazione Trump a rivedere la propria posizione.

La questione solleva interrogativi significativi sui rapporti tra Stati Uniti e alleati europei, considerando che la decisione di procedere senza preavviso diplomatico rappresenta una rottura con le consuetudini internazionali. Diversi paesi europei, Italia compresa, hanno storicamente collaborato con Washington nel riaccogliere i propri cittadini espulsi dagli Stati Uniti, rendendo la scelta di ricorrere a Guantanamo particolarmente controversa.

L’operazione si configura come il più ampio utilizzo della base di Guantanamo per finalità di detenzione migratoria nella storia recente, segnando una svolta nelle politiche di gestione dell’immigrazione irregolare. L’inclusione di cittadini europei apre un nuovo fronte di tensione diplomatica tra Washington e i partner occidentali, mentre le proteste domestiche evidenziano le divisioni profonde nella società americana riguardo alle politiche migratorie dell’amministrazione Trump.