Una serata che doveva essere all’insegna del relax si è trasformata in un momento di forte tensione al bar Primavera di Pordenone, storico locale di viale Aquileia aperto dal 1892 e noto per il suo servizio continuato 24 ore su 24 . L’episodio, verificatosi nella serata del 16 giugno, ha visto protagonista il celebre cocktail Negroni, diventato inaspettatamente oggetto di una accesa controversia che ha sfiorato la rissa tra gruppi di giovani frequentatori del locale .
Secondo le ricostruzioni fornite dalle fonti locali, tutto è iniziato quando un gruppo di ragazzi stranieri ha espresso disagio per il nome del cocktail, ritenendo la denominazione “Negroni” offensiva e di carattere razzista . La contestazione ha rapidamente infiammato gli animi, innescando una discussione dai toni molto accesi con altri avventori del locale che si trovavano presente al momento dell’ordinazione . La situazione è degenerata quando sono intervenuti altri giovani di parere opposto, con i quali sono volate parole grosse e si è temuto il peggio .
L’intervento risolutivo è arrivato dalla barista Graziella Piccolo, che è riuscita a riportare la calma nel locale evitando che la discussione degenerasse in scontro fisico . Due ragazze presenti alla discussione hanno contribuito a sedare gli animi, intervenendo per dividere i litiganti e riportare la situazione alla normalità . Il personale del locale si è dimostrato determinante nel gestire una situazione che poteva avere conseguenze ben più gravi, considerando la tensione palpabile tra i sette giovani coinvolti nell’episodio .
La vicenda ha riacceso il dibattito su quella che alcuni definiscono “follia del politicamente corretto”, evidenziando come anche denominazioni storiche di prodotti gastronomici possano diventare oggetto di controversie legate a presunte connotazioni offensive . Il caso del Negroni si inserisce in un contesto più ampio di discussioni sulla sensibilità linguistica e culturale, che negli ultimi anni ha coinvolto vari prodotti commerciali e denominazioni tradizionali in diversi paesi .
Il cocktail Negroni, riconosciuto ufficialmente dall’International Bartenders Association e considerato uno dei più famosi al mondo, ha origini storiche ben documentate che risalgono ai primi decenni del Novecento . Fu ideato a Firenze tra il 1919 e il 1920 dal conte Camillo Negroni di Fiesole, frequentatore assiduo del Caffè Casoni in via de’ Tornabuoni . La creazione del cocktail avvenne quando il conte chiese al barman Fosco Scarselli di modificare il suo abituale aperitivo Americano, sostituendo l’acqua gassata con del gin per ottenere una bevanda più robusta, ispirandosi alle abitudini di consumo apprese durante i suoi soggiorni negli Stati Uniti .
La denominazione del cocktail deriva direttamente dal cognome del suo ideatore e non presenta alcuna matrice offensiva o discriminatoria nella sua origine etimologica . Il conte Camillo Negroni era un aristocratico fiorentino che aveva viaggiato molto all’estero, in particolare negli Stati Uniti dove aveva lavorato come cowboy al confine tra Alberta e Montana e come tiratore di scherma a New York durante la Belle Époque americana . Queste esperienze internazionali lo avevano abituato a cocktail più forti rispetto alle bevande tradizionali italiane dell’epoca, portandolo a richiedere la modifica del classico Americano che divenne poi il cocktail a lui intitolato .
La ricetta originale del Negroni prevedeva parti uguali di gin, vermut rosso e bitter Campari, serviti in un bicchiere old fashioned con ghiaccio e guarniti con una fetta d’arancia invece del limone tradizionalmente utilizzato per l’Americano . Il nuovo cocktail divenne rapidamente popolare tra gli avventori del Caffè Casoni, che iniziarono a richiedere “un Americano alla maniera del conte Negroni”, abbreviando successivamente la richiesta in un semplice “Negroni” . La bevanda si diffuse poi in tutta Italia e nel mondo, diventando uno dei simboli della mixology italiana e raggiungendo nel 2022 il primato di cocktail più venduto e consumato al mondo secondo il magazine Drinks International .
Il bar Primavera, teatro dell’episodio, rappresenta una istituzione storica della città di Pordenone, essendo il primo locale del Friuli Venezia Giulia ad aver adottato l’orario continuato 24 ore su 24 e l’apertura sette giorni su sette . Situato in una posizione strategica all’angolo tra via Revedole e viale Aquileia, il locale offre servizi di colazione, snack bar, cocktail bar e vendita tabacchi, caratterizzandosi per la sua ampia terrazza e il parcheggio dedicato . La sua lunga storia, che risale al 1892, lo ha reso un punto di riferimento per la comunità locale e un luogo di incontro per diverse generazioni di pordenonesi .
L’episodio di Pordenone si colloca in un panorama più ampio di controversie legate al politicamente corretto che hanno coinvolto negli ultimi anni vari prodotti alimentari e bevande la cui denominazione è stata ritenuta potenzialmente offensiva da alcuni gruppi . Casi simili hanno riguardato prodotti come i cioccolatini Moretti, l’amaro Montenegro e altri alimenti che presentano nella loro denominazione termini che potrebbero essere interpretati come riferimenti etnici o culturali . Tuttavia, come nel caso del Negroni, spesso si tratta di denominazioni che derivano da nomi propri di persone, luoghi geografici o tradizioni storiche senza alcuna intenzione discriminatoria .
La vicenda ha suscitato reazioni contrastanti nell’opinione pubblica, con alcuni che sottolineano l’importanza di prestare attenzione alla sensibilità culturale e linguistica, mentre altri criticano quella che considerano un’eccessiva radicalizzazione del dibattito sul politicamente corretto . Il caso evidenzia le sfide che la società contemporanea deve affrontare nel bilanciare il rispetto per le diverse sensibilità culturali con la preservazione delle tradizioni storiche e gastronomiche . La questione assume particolare rilevanza considerando che il Negroni è riconosciuto come patrimonio culturale italiano e rappresenta un’eccellenza della mixology nazionale apprezzata in tutto il mondo .
Fortunamente, l’episodio si è concluso senza conseguenze fisiche per i protagonisti, grazie all’intervento tempestivo del personale del locale e alla mediazione delle persone presenti . Tuttavia, la vicenda ha evidenziato come anche situazioni apparentemente banali possano trasformarsi in momenti di forte tensione quando entrano in gioco questioni legate alla sensibilità culturale e alle interpretazioni del linguaggio . Il caso del bar Primavera di Pordenone rappresenta un esempio emblematico di come il dibattito sul politicamente corretto possa influenzare anche aspetti della vita quotidiana come l’ordinazione di un cocktail in un locale pubblico .