L’Italia si prepara ad affrontare una delle ondate di calore più intense dell’estate 2025, con lo zero termico destinato a raggiungere quote eccezionali superiori ai 5000 metri di altitudine . Il fenomeno, provocato dall’espansione dell’anticiclone africano, interesserà l’intero territorio nazionale compresi i massicci alpini più elevati come il Monte Bianco . Secondo le previsioni meteorologiche più aggiornate, questa configurazione atmosferica estrema rappresenta un evento climatico di particolare gravità che si inserisce in un contesto di anomalie termiche già registrate nel corso del mese di giugno 2025 .
Lo zero termico rappresenta la quota espressa in metri alla quale la temperatura dell’aria in libera atmosfera passa da valori positivi a valori negativi, un parametro fondamentale per comprendere l’intensità delle ondate di calore in alta montagna . Questo dato viene rilevato attraverso radiosonde, palloni aerostatici dotati di strumentazione scientifica che vengono lanciati quotidianamente dai principali aeroporti italiani e internazionali per misurare i profili termici dell’atmosfera . Durante la stagione estiva, lo zero termico oscilla normalmente intorno ai 3200-3500 metri di altitudine, quota che corrisponde tradizionalmente alle nevi perenni e ai ghiacciai alpini .
Il superamento della soglia dei 5000 metri rappresenta un evento eccezionale che fino al 2022 si era verificato soltanto in una occasione nell’arco di quasi settant’anni di rilevazioni sistematiche . Negli ultimi tre anni, tuttavia, tale valore è stato superato in molteplici occasioni, evidenziando una tendenza preoccupante legata ai cambiamenti climatici in corso . L’attuale previsione di uno zero termico oltre i 5000 metri indica che tutte le vette alpine, compresa la cima del Monte Bianco che raggiunge i 4810 metri, registreranno temperature superiori allo zero .
L’ondata di calore in corso è alimentata dall’espansione dell’anticiclone africano un sistema di alta pressione di origine subtropicale che porta masse d’aria particolarmente calde su tutto il territorio italiano . Questa configurazione atmosferica, che ha sostituito il più mite Anticiclone delle Azzorre, determina condizioni di stabilità meteorologica caratterizzate da cielo sereno e temperature elevate sia in pianura che in montagna . Le previsioni indicano che il dominio dell’anticiclone africano si protrarrà almeno fino alla fine del mese di giugno o addirittura fino ai primi giorni di luglio, configurando una delle ondate di calore più durature dell’estate 2025 .
Le temperature massime previste raggiungeranno valori compresi tra i 35 e i 40 gradi nelle zone pianeggianti, mentre anche le temperature minime rimarranno su livelli eccezionalmente elevati, dando luogo al fenomeno delle “notti tropicali” con valori superiori ai 20-24 gradi . Il Ministero della Salute ha già attivato il sistema nazionale di prevenzione per gli effetti negativi delle ondate di calore, assegnando il bollino rosso, massimo livello di allerta, a diverse città italiane tra cui Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Perugia e Torino per il 26 giugno 2025 .
Gli effetti sui ghiacciai del Monte Bianco
Il raggiungimento di temperature positive anche sulla cima del Monte Bianco avrà conseguenze drammatiche sui ghiacciai del massiccio alpino, già sottoposti a un processo di regressione accelerato negli ultimi decenni . I dati raccolti dall’Osservatorio del Monte Bianco mostrano che nell’area del massiccio le temperature annue sono aumentate di 0.2-0.5 gradi ogni decennio dalla fine degli anni Ottanta, superando i tassi di riscaldamento globale . I ghiacciai dell’Argentière, di Giétro e del Rutor, costantemente monitorati, presentano tutti bilanci di massa negativi con perdite di volume comprese tra 12 e 20 metri di acqua equivalente in soli sedici anni .
Le elevate temperature registrate nelle precedenti ondate di calore estreme hanno già prodotto effetti senza precedenti sui ghiacciai alpini, come documentato nell’estate del 2024 quando la stazione meteorologica del Colle Major, situata a 4750 metri di altitudine, ha registrato temperature superiori allo zero per 33 ore consecutive . Secondo l’Arpa Valle d’Aosta, questa persistenza di temperature elevate alle alte quote è responsabile dell’intensa fusione glaciale e della veloce riduzione della copertura nivale . L’abbondante manto nevoso presente alle alte quote si trasforma e si riduce rapidamente, liberando grandi quantità di acqua di fusione che contribuisce alla riduzione delle masse glaciali .
Le conseguenze ambientali e i rischi per l’ecosistema alpino
Il fenomeno dello zero termico a quote così elevate comporta conseguenze gravissime per l’intero ecosistema alpino, con particolare riferimento alla stabilità delle pareti rocciose e alla sicurezza delle vallate sottostanti . Il venir meno dell’azione cementante del ghiaccio determina un aumento del rischio di crolli e frammentazioni delle pareti rocciose, come già documentato nel caso del crollo della parete est del Monviso nel 2019 . L’instabilità delle masse glaciali può inoltre generare situazioni di emergenza, come nel caso del ghiacciaio Planpincieux sul versante italiano del Monte Bianco, dove una massa di 250mila metri cubi di neve e ghiaccio minaccia di precipitare a valle .
La scomparsa progressiva dei ghiacciai alpini comporta anche gravi conseguenze per la disponibilità di risorse idriche, poiché questi costituiscono tradizionalmente importanti serbatoi d’acqua per le vallate alpine . Le aree di alta montagna stanno sperimentando cambiamenti ecosistemici a una velocità senza precedenti, con un incremento medio della lunghezza della stagione senza neve al suolo compreso tra le due e le quattro settimane all’anno . Le zone prossime ai ghiacciai si stanno riscaldando il doppio rispetto a quelle situate ad appena tre chilometri di distanza, evidenziando come gli ambienti glaciali siano particolarmente vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico .
I precedenti storici e il contesto climatico globale
L’evento meteorologico in corso si inserisce in una serie di ondate di calore eccezionali registrate negli ultimi anni, che hanno stabilito nuovi record di temperatura anche in alta quota . Nell’agosto del 2023, il radiosondaggio di Novara Cameri aveva registrato lo zero termico all’altitudine di 5328 metri, mentre in Svizzera era stato raggiunto il nuovo record altitudinale di 5298 metri misurato dalla stazione di Payerne . Questi valori estremi testimoniano l’intensificarsi del fenomeno delle ondate di calore in ambiente alpino, con temperature che raggiungono livelli mai registrati in precedenza .
L’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha definito queste condizioni come parte di un’ondata di calore che ha raggiunto “nuove altezze” in Europa, con gran parte della Svizzera sotto allerta per ondate di calore . Il fenomeno non è circoscritto alle Alpi italiane, ma interessa l’intero arco alpino europeo, dove si registrano anomalie termiche di 8-10 gradi superiori alla media stagionale . La frequenza crescente di questi eventi estremi evidenzia come il cambiamento climatico stia modificando profondamente i pattern meteorologici delle regioni montane, con conseguenze destinate a protrarsi nel lungo termine anche in caso di riduzione drastica delle emissioni di gas serra .