Il caso del portalettere di Reggio Emilia richiamato per “stakanovismo” ha acceso un acceso dibattito sul rapporto tra dedizione al lavoro e rispetto delle regole contrattuali. L’uomo, dipendente di Poste Italiane, ha accumulato oltre 15 ore di straordinario non autorizzato in due mesi, convinto di fare il proprio dovere completando la consegna della corrispondenza anche oltre l’orario.
Ma per l’ufficio Risorse umane non si tratta di zelo encomiabile: lunedì scorso gli è stata recapitata una lettera di contestazione disciplinare per violazione del contratto nazionale, che richiede l’autorizzazione preventiva agli straordinari. La vicenda ha suscitato reazioni contrastanti: c’è chi vede nell’eccesso di scrupolo un segnale di senso del dovere e chi, invece, sottolinea come il rispetto delle norme sulla gestione dell’orario sia indispensabile per tutelare sia i lavoratori sia l’azienda.
Il sindacato ha già annunciato l’intenzione di seguire da vicino la procedura disciplinare, segnalando che la carenza di personale e i carichi di lavoro eccessivi possono spingere i dipendenti a sforare l’orario pur di garantire il servizio. Poste Italiane, dal canto suo, ha ribadito la centralità del rispetto degli accordi contrattuali, senza commentare ulteriormente il caso specifico. L’episodio riaccende i riflettori sulle difficoltà croniche del settore postale, dove la conciliazione tra efficienza e condizioni di lavoro resta una sfida aperta.