L’insufficienza venosa cronica (IVC) è una condizione patologica caratterizzata dall’incapacità delle vene, in particolare degli arti inferiori, di svolgere correttamente la loro funzione: riportare il sangue verso il cuore. Si tratta di una delle affezioni vascolari più diffuse nei Paesi industrializzati, con una prevalenza che può superare il 40% nella popolazione adulta, specialmente tra le donne.
Alla base del problema vi è il malfunzionamento delle valvole venose, strutture a “nido di rondine” che normalmente impediscono al sangue di refluire verso il basso sotto l’effetto della gravità. Quando queste valvole si indeboliscono o vengono danneggiate, il sangue tende a ristagnare nelle vene delle gambe, aumentando la pressione all’interno del sistema venoso e causando un insieme di sintomi progressivi e debilitanti.
Cause e fattori di rischio
L’insorgenza dell’IVC è legata a una molteplicità di fattori. Alcuni sono non modificabili, come la familiarità o l’età avanzata, altri invece sono legati allo stile di vita:
- Obesità: il peso in eccesso ostacola il ritorno venoso.
- Sedentarietà: la mancanza di movimento riduce il “massaggio muscolare” che facilita il flusso del sangue verso l’alto.
- Professioni a rischio: chi passa molte ore in piedi o seduto ha una maggiore probabilità di sviluppare l’IVC.
- Gravidanza: i cambiamenti ormonali e la pressione dell’utero sulle vene pelviche favoriscono la comparsa del disturbo.
Anche traumi, trombosi venose pregresse o alterazioni anatomiche congenite possono contribuire allo sviluppo della malattia.
Sintomi da non ignorare
I sintomi dell’insufficienza venosa cronica possono manifestarsi gradualmente, rendendo difficile una diagnosi tempestiva. I segni clinici più frequenti includono:
- Senso di pesantezza e stanchezza alle gambe, soprattutto a fine giornata.
- Edema (gonfiore), in particolare intorno alle caviglie.
- Dolore e crampi notturni.
- Comparsa di varici (vene varicose visibili e tortuose).
- Alterazioni cutanee: discromie, ispessimenti, dermatiti.
- Nei casi più avanzati, ulcere venose, lesioni difficili da guarire e ad alto rischio di infezione.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi dell’IVC viene formulata attraverso l’anamnesi, l’esame clinico e test strumentali non invasivi, come il Doppler venoso o l’eco-color Doppler, che permettono di visualizzare il flusso sanguigno e l’eventuale presenza di reflussi o ostruzioni.
Il trattamento varia in base alla gravità del quadro clinico:
- Approccio conservativo: uso di calze elastiche a compressione graduata, esercizio fisico regolare (soprattutto camminata), sollevamento periodico delle gambe e controllo del peso corporeo.
- Terapie farmacologiche: flebotonici a base di flavonoidi, diosmina o altri principi attivi ad azione vasoprotettrice.
- Interventi chirurgici o mini-invasivi: ablazione termica con laser o radiofrequenza, scleroterapia, flebectomia ambulatoriale.
È fondamentale un approccio personalizzato e multidisciplinare per evitare l’evoluzione verso forme gravi e invalidanti.
La prevenzione parte dal movimento
Il ruolo della prevenzione è centrale: mantenere uno stile di vita attivo, evitare l’immobilità prolungata, indossare calzature adeguate e monitorare regolarmente la salute vascolare, specialmente in presenza di fattori predisponenti. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!