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Danimarca, lo zoo di Aalborg chiede animali domestici per farli mangiare a leoni, tigri e linci

Lo zoo di Aalborg, in Danimarca, richiede la donazione di animali domestici indesiderati per nutrire i predatori in cattività, scatenando un acceso dibattito internazionale sull’etica zoologica e le pratiche di alimentazione naturale.

Lo zoo di Aalborg, situato nella parte settentrionale della Danimarca, ha scatenato un acceso dibattito internazionale con una richiesta che molti definiscono senza precedenti: l’istituzione zoologica invita i cittadini a donare i propri animali domestici non più desiderati affinché possano essere utilizzati come nutrimento per i grandi predatori ospitati nella struttura.

L’appello, diffuso attraverso i canali social ufficiali dello zoo il 31 luglio scorso, specifica che l’istituzione è disposta ad accettare animali di piccola taglia come conigli, porcellini d’India, polli e persino cavalli di altezza inferiore ai 147 centimetri, purché siano in buone condizioni di salute e muniti della documentazione necessaria. La vicedirettrice Pia Nielsen ha chiarito che questa pratica rappresenta un elemento consolidato della gestione zoologica danese, sottolineando come l’utilizzo di prede intere contribuisca a garantire un’alimentazione quanto più possibile naturale ai carnivori in cattività.

Secondo le dichiarazioni ufficiali della struttura, gli animali donati vengono sottoposti a eutanasia da personale veterinario qualificato attraverso procedure che lo zoo definisce “delicate”, per essere successivamente utilizzati nell’alimentazione di linci eurasiatiche, leoni, tigri e altri carnivori presenti nel parco. L’operazione avviene esclusivamente nei giorni feriali, con un limite massimo di quattro esemplari per donazione, mentre per i cavalli sono previste restrizioni aggiuntive che includono il possesso di passaporto equino e l’assenza di trattamenti veterinari nei trenta giorni precedenti.

La filosofia alla base di questa iniziativa si fonda sul principio della riproduzione fedele della catena alimentare naturale all’interno dell’ambiente controllato dello zoo. Nielsen ha spiegato che quando si mantengono in cattività animali carnivori, risulta fondamentale fornire loro carne accompagnata da pelliccia, ossa e altri elementi organici che compongono le prede naturali, elementi che contribuiscono non soltanto al benessere nutrizionale ma anche al mantenimento di comportamenti istintivi e alla salute dentale dei predatori.

La metodologia adottata dallo zoo di Aalborg si inserisce in un contesto più ampio di pratiche controverse che caratterizzano il sistema zoologico danese. Nel febbraio 2014, lo zoo di Copenaghen aveva generato indignazione internazionale con l’uccisione della giovane giraffa Marius, un esemplare sano di diciotto mesi soppresso per evitare problemi di consanguineità nel programma europeo di riproduzione della specie. La carcassa dell’animale era stata successivamente sezionata pubblicamente davanti ai visitatori, inclusi bambini, per essere poi somministrata ai leoni del parco.

Il caso Marius aveva sollevato interrogativi profondi sull’etica zoologica europea, con l’Associazione Europea di Zoo e Acquari che aveva difeso la decisione come necessaria per la conservazione genetica della specie, nonostante l’esistenza di offerte di adozione da parte di altre strutture zoologiche. La polemica si era ulteriormente intensificata quando, nelle settimane successive, lo stesso zoo aveva proceduto all’eliminazione di quattro leoni per fare spazio a un nuovo maschio dominante nel branco.

Anche altri paesi europei hanno recentemente adottato pratiche simili: lo zoo di Norimberga, in Germania, ha fatto notizia ad agosto per aver soppresso dodici babbuini della Guinea a causa di sovraffollamento, utilizzando successivamente sei delle carcasse per nutrire leoni, tigri, lupi e altri carnivori. Jörg Beckmann, vicedirettore della struttura tedesca, ha giustificato l’operazione sostenendo che l’alimentazione con carcasse complete, comprensive di pelliccia e ossa, contribuisce alla salute dentale dei predatori, evitando la necessità di interventi veterinari per la rimozione del tartaro.

La richiesta dello zoo di Aalborg ha scatenato reazioni contrastanti nell’opinione pubblica internazionale. I sostenitori dell’iniziativa sottolineano l’aspetto pragmatico e ecologicamente sostenibile della proposta, considerando che migliaia di animali domestici vengono comunque soppressi annualmente nei rifugi europei. Questi osservatori evidenziano come la pratica permetta di evitare sprechi, trasformando una necessità dolorosa in un contributo al benessere di altre specie animali.

Dall’altro fronte, le organizzazioni per la protezione degli animali e numerosi cittadini hanno espresso forte disapprovazione, definendo l’iniziativa “macabra” e “eticamente inaccettabile”. I critici sostengono che questa pratica rischi di banalizzare il valore della vita animale e di promuovere un atteggiamento strumentale nei confronti degli animali domestici, trasformandoli in meri oggetti di consumo per altri animali.

L’aspetto economico della questione non è trascurabile: i proprietari di cavalli che decidono di procedere con la donazione possono beneficiare di detrazioni fiscali, considerando il valore dell’animale come contributo caritatevole alla struttura zoologica. Questa componente ha aggiunto un ulteriore elemento di discussione al dibattito, con alcuni osservatori che interpretano l’incentivo fiscale come un’incoraggiamento problematico a liberarsi di animali considerati economicamente onerosi.

Gli esperti di etica zoologica si trovano divisi sulla questione. Mentre alcuni riconoscono la validità scientifica dell’argomentazione relativa all’alimentazione naturale dei predatori in cattività, altri mettono in discussione l’opportunità di coinvolgere il pubblico in queste pratiche, sostenendo che gli zoo dovrebbero assumersi integralmente la responsabilità dell’approvvigionamento alimentare per i propri animali senza ricorrere a donazioni di animali domestici.

La controversia si inserisce in un contesto più ampio di evoluzione del ruolo degli zoo nella società contemporanea. Mentre queste istituzioni si propongono sempre più come centri di conservazione e ricerca scientifica, la gestione degli aspetti più crudi della vita animale in cattività continua a sollevare questioni etiche complesse. Il caso dello zoo di Aalborg rappresenta l’ennesima manifestazione di questa tensione tra esigenze scientifiche, considerazioni etiche e sensibilità pubblica.

La trasparenza adottata dalla struttura danese nel comunicare pubblicamente questa pratica contrasta con l’approccio più discreto tradizionalmente seguito da molti zoo europei. Questa scelta di apertura, pur generando controversie, ha il merito di portare alla luce questioni che spesso rimangono nascoste al pubblico, stimolando un dibattito necessario sul futuro dell’istituzione zoologica e sui suoi metodi operativi.

Il governo danese non si è ancora espresso ufficialmente sulla questione, mentre il dibattito continua a polarizzare l’opinione pubblica europea. La vicenda dello zoo di Aalborg rappresenta un caso emblematico delle sfide etiche che caratterizzano la gestione contemporanea della fauna in cattività, evidenziando la necessità di un confronto approfondito tra esigenze scientifiche, considerazioni morali e aspettative sociali nel delicato equilibrio tra conservazione e benessere animale.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

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