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10 Regole per “sopravvivere” al pranzo e alla cena di Natale con i parenti senza perdere la pazienza

Dalla gestione delle domande indiscrete alle strategie per evitare argomenti divisivi: le dieci regole fondamentali per affrontare pranzi e cene natalizie con i parenti mantenendo la serenità.

Il Natale si avvicina e con esso l’inevitabile maratona di pranzi e cenoni in famiglia. Luci scintillanti, tavole imbandite e l’immancabile atmosfera festiva fanno da cornice a un momento che dovrebbe essere di gioia condivisa, ma che troppo spesso si trasforma in un percorso a ostacoli tra domande indiscrete, argomenti spinosi e dinamiche familiari complesse. Secondo un recente sondaggio condotto da Unobravo, servizio di psicologia online, il cinquantacinque per cento degli italiani teme le conversazioni sulla perdita di una persona cara durante le festività, mentre il quarantadue per cento ammette di sentirsi sotto pressione quando si parla di questioni economiche. I pettegolezzi e i fatti di famiglia spaventano il trentotto per cento dei partecipanti, confermando che il periodo natalizio, pur nella sua bellezza, nasconde insidie emotive significative.

Navigare tra i rapporti familiari durante le feste richiede strategia, autocontrollo e una buona dose di preparazione psicologica. Le domande che puntualmente arrivano a tavola tra una portata e l’altra rappresentano un vero e proprio campo minato: dallo stato sentimentale alla situazione lavorativa, dal peso corporeo ai progetti di maternità, nulla sembra sfuggire alla curiosità dei parenti. Eppure esistono tecniche e strategie concrete per gestire queste situazioni senza compromettere la serenità personale né rovinare l’atmosfera delle feste. La chiave sta nel trovare un equilibrio tra educazione, assertività e protezione dei propri confini emotivi.

Prima regola: preparare mentalmente le vie di fuga

Pianificare in anticipo una strategia di uscita è fondamentale per mantenere il controllo della situazione. Non si tratta di essere scortesi o di sfuggire ai propri doveri familiari, ma di creare delle valvole di sfogo per quando la pressione diventa eccessiva. Una telefonata concordata con un amico fidato, la scusa del cane rimasto solo a casa, oppure un impegno preso per il pomeriggio possono rappresentare delle ancora di salvezza legittime. Gli esperti suggeriscono di comunicare con garbo eventuali necessità di pausa, allontanandosi temporaneamente dalla stanza quando la conversazione prende una piega scomoda. Una passeggiata per digerire, il pretesto di aiutare in cucina o semplicemente prendere aria sul balcone permettono di resettare emotivamente senza creare tensioni.

Seconda regola: padroneggiare l’arte della risposta evasiva

Di fronte alla classica domanda “Quando ti sposi?” o “Quando fate un figlio?”, rispondere in modo diretto può risultare controproducente e alimentare ulteriori interrogatori. La strategia più efficace consiste nell’utilizzare risposte vaghe ma educate che chiudano elegantemente la conversazione. Frasi come “Quando il destino lo vorrà”, “Ne stiamo parlando”, oppure “Ci stiamo godendo questo momento” funzionano da scudo gentile contro l’invadenza. La psicologa e terapeuta consultata dal Guardian suggerisce una tecnica ancora più diretta: rispondere con un semplice “Preferisco non parlarne oggi, grazie”, accompagnato da un sorriso cordiale. Questa frase, apparentemente banale, stabilisce un confine chiaro senza risultare aggressiva, comunicando con fermezza ma rispetto che quel territorio è off limits.

Terza regola: l’umorismo come arma di difesa

Una battuta ben piazzata può disarmare anche il parente più insistente. Rispondere alle domande indiscrete con ironia alleggerisce la tensione e comunica in modo indiretto che la domanda era inappropriata. Alla richiesta “Sei ingrassata?”, si può replicare con “Sto collezionando chili come francobolli”. Quando qualcuno chiede “Ancora single?”, una risposta del tipo “Al momento sto frequentando tre persone, devo scegliere” sposta l’attenzione e trasforma un momento potenzialmente imbarazzante in uno leggero. L’importante è mantenere un tono giocoso e non sarcastico, per evitare che la battuta venga percepita come un attacco. L’umorismo permette di esprimere il proprio disagio senza compromettere i rapporti familiari, creando una barriera protettiva efficace ma socialmente accettabile.

Quarta regola: deviare l’attenzione su altri commensali

Quando ci si accorge di essere sotto i riflettori, una mossa tattica consiste nello spostare l’attenzione su un altro membro della famiglia. Non si tratta di lanciare qualcun altro nella fossa dei leoni con domande imbarazzanti, ma di sottolineare successi e traguardi positivi altrui. Complimentarsi con il cugino per la recente promozione, congratularsi con la cognata per la gravidanza, oppure chiedere alla nonna di raccontare aneddoti del passato sono tecniche efficaci per cambiare argomento senza apparire scortesi. Questa strategia funziona particolarmente bene perché soddisfa il bisogno collettivo di conversazione mantenendo un tono positivo, e permette di allontanare i riflettori da sé in modo naturale e costruttivo.

Quinta regola: stabilire confini chiari prima delle feste

La prevenzione rappresenta la migliore difesa. Comunicare in anticipo, con gentilezza ma fermezza, che determinati argomenti non saranno oggetto di discussione può evitare situazioni spiacevoli. Se possibile, coinvolgere un alleato all’interno della famiglia, come un fratello o un genitore più comprensivo, che possa intervenire quando la conversazione prende una piega scomoda. Gli psicologi suggeriscono di concordare preventivamente con il partner, se presente, delle risposte standard alle domande più comuni, in modo da presentare un fronte unito. Questa preparazione condivisa non solo rafforza la coppia ma comunica agli altri che esistono dei confini da rispettare. Frasi come “Abbiamo deciso di non discutere di questo argomento durante le feste” sono perfettamente legittime e vanno pronunciate con tono calmo ma deciso.

Sesta regola: evitare gli argomenti esplosivi

Politica, religione, vaccini, guerre internazionali: esistono temi che hanno il potere di trasformare un pranzo natalizio in un campo di battaglia. La regola aurea è non essere i primi a sollevare questi argomenti divisivi. Se qualcun altro li introduce, la strategia migliore consiste nel non alimentare la discussione, limitandosi a risposte neutre e generiche. Frasi come “È un argomento complesso”, “Ci sono molti punti di vista interessanti”, oppure “Forse è meglio concentrarci sul pranzo” permettono di sganciarsi dalla conversazione senza schierarsi. Vittorio Vaccaro, esperto di convivialità citato da Il Giornale, sottolinea che mantenere la conversazione su temi leggeri e condivisi è fondamentale per preservare l’armonia: meglio parlare di ricordi comuni, tradizioni familiari, progetti di viaggio o hobby personali.

Settima regola: la tecnica del disco rotto

Quando un parente particolarmente insistente continua a porre la stessa domanda nonostante le risposte evasive, la tecnica del disco rotto si rivela estremamente efficace. Consiste nel ripetere con calma lo stesso concetto, usando sempre le stesse parole, senza fornire ulteriori spiegazioni o giustificazioni. Se qualcuno chiede ripetutamente “Ma quando vi sposate?”, rispondere ogni volta con lo stesso mantra “Quando sarà il momento giusto” senza aggiungere altro. Questa tecnica, utilizzata nella comunicazione assertiva, comunica fermezza senza aggressività e tende a scoraggiare ulteriori tentativi di intrusione. La chiave sta nel mantenere un tono neutro e nel non lasciarsi coinvolgere emotivamente, resistendo alla tentazione di giustificarsi o di fornire spiegazioni dettagliate che alimenterebbero solo nuove domande.

Ottava regola: gestire la disposizione dei posti a tavola

Se si è padroni di casa, organizzare strategicamente i posti a tavola può prevenire numerosi conflitti. Carla Carera, wedding planner ed event planner specializzata, suggerisce di utilizzare segnaposto personalizzati non solo per questioni di eleganza, ma soprattutto per posizionare le persone più difficili il più lontano possibile da sé e da altri potenziali bersagli. Accanto ai propri posti è opportuno sistemare le persone con cui ci si sente più a proprio agio, creando una sorta di zona di comfort. Se si è ospiti, cercare di sedersi vicino a parenti con cui si ha un buon rapporto può fare la differenza. Questa strategia apparentemente banale riduce drasticamente le probabilità di essere coinvolti in conversazioni spiacevoli e permette di godersi maggiormente il pasto.

Nona regola: controllare il consumo di alcol

L’abuso di alcolici durante i pranzi e le cene natalizie rappresenta un fattore di rischio significativo per l’escalation di tensioni e conflitti. Lo psicologo Gerry Grassi, intervistato da Fanpage, sottolinea come aperitivi, vino e champagne facciano perdere i freni inibitori, portando a toccare argomenti che sarebbe meglio evitare. Mantenere il controllo sul proprio consumo di alcol permette di restare lucidi e di gestire meglio le situazioni potenzialmente problematiche. È consigliabile alternare bevande alcoliche con acqua, evitare di bere a stomaco vuoto e stabilire preventivamente un limite personale da non superare. Questa regola vale anche nell’osservare gli altri: se un parente inizia a mostrare segni di eccessiva euforia o aggressività dovuti all’alcol, è saggio prendere le distanze ed evitare qualsiasi discussione seria.

Decima regola: praticare l’autocura e accettare l’imperfezione

La regola finale, forse la più importante, riguarda la gestione delle proprie aspettative. Le feste natalizie non saranno mai perfette come nei film o nelle pubblicità, e accettare questa realtà riduce significativamente lo stress. Dedicare tempo a sé stessi prima e dopo gli incontri familiari, attraverso tecniche di rilassamento, passeggiate o semplicemente momenti di solitudine, aiuta a ricaricare le energie emotive. La dottoressa Perris di Unobravo sottolinea l’importanza di osservare le proprie emozioni senza giudizio: ansia, irritazione o tristezza durante le feste sono normali e non vanno combattute ma accolte. Ricordare che non si è obbligati a partecipare a ogni evento familiare e che dire di no, quando necessario, è un atto legittimo di cura verso sé stessi. Il vero spirito natalizio non consiste nel sopportare situazioni tossiche, ma nel proteggere il proprio benessere emotivo mantenendo, dove possibile, rapporti autentici e rispettosi con i propri cari. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!