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Michael Schumacher, come sta oggi l’ex campione di Formula 1

Il sette volte campione del mondo Michael Schumacher vive oggi in condizioni critiche dopo l’incidente sugli sci del 2013. Solo tre persone oltre ai familiari possono fargli visita: ecco chi sono.

Bastano pochi nomi per ripercorrere una delle storie più strazianti del motorsport contemporaneo: Michael Schumacher, il Kaiser della Formula 1, l’uomo che ha riscritto la storia delle corse automobilistiche con sette titoli mondiali conquistati tra il 1994 e il 2004, oggi vive una realtà completamente diversa da quella dei trionfi in pista.

Dodici anni dopo quel maledetto 29 dicembre 2013, quando una banale giornata sugli sci si trasformò nel dramma che avrebbe sconvolto per sempre l’esistenza del campionissimo tedesco e della sua famiglia, le condizioni di Schumacher rimangono avvolte dal più stretto riserbo, ma filtrano dettagli che dipingono un quadro di estrema gravità.

Nato a Hürth il 3 gennaio 1969, Michael Schumacher ha iniziato la propria avventura nel karting a soli quattro anni, dimostrando fin da subito un talento fuori dal comune che lo avrebbe portato a diventare il pilota più vincente della storia della Formula 1, almeno fino all’avvento di Lewis Hamilton.

Il suo percorso verso la gloria iniziò con l’esordio in Formula 1 nel 1991 con la Jordan, ma fu con la Benetton che Schumacher conquistò i suoi primi due titoli mondiali nel 1994 e nel 1995, diventando il primo pilota tedesco a laurearsi campione del mondo. Tuttavia, la vera consacrazione arrivò con il trasferimento alla Ferrari nel 1996, dove costruì un’epopea che rimane senza eguali nella storia del Cavallino Rampante.

Dal 2000 al 2004, Schumacher dominò incontrastato la Formula 1, conquistando cinque titoli consecutivi e riportando la Ferrari al vertice dopo ventuno anni di attesa. Insieme a Jean Todt, direttore sportivo della scuderia, e a Ross Brawn, geniale stratega e direttore tecnico, il tedesco creò una sinergia perfetta che produsse 48 vittorie e 40 pole position in quel quinquennio dorato.

La sua carriera si chiuse definitivamente nel 2012, dopo un secondo periodo in Formula 1 con la Mercedes dal 2010, lasciando un palmares di 91 vittorie, 155 podi, 68 pole position e 77 giri veloci che per anni sono rimasti imbattibili. Il Kaiser aveva trasformato la Formula 1 in uno spettacolo personale, elevando il livello della competizione e introducendo standard di professionalità e preparazione fisica che hanno rivoluzionato l’approccio al motorsport.

Dietro ogni grande campione c’è sempre una famiglia solida, e Michael Schumacher ha sempre potuto contare sull’amore incondizionato della moglie Corinna Betsch, sposata il primo agosto 1995 dopo averla conosciuta nell’estate del 1991 a Le Mans. Dal loro matrimonio sono nati due figli: Gina Maria, nata il 20 febbraio 1997, che ha seguito le orme della madre diventando campionessa di equitazione, e Mick, nato il 22 marzo 1999, che ha invece scelto di seguire le tracce paterne nel mondo del motorsport, arrivando a correre in Formula 1 con Haas e successivamente con Mercedes come pilota di riserva.

La famiglia Schumacher ha sempre mantenuto un profilo discreto, proteggendo gelosamente la propria privacy e costruendo intorno a Michael un ambiente sereno che gli ha permesso di concentrarsi esclusivamente sulla carriera. Dopo il ritiro definitivo dalle corse, il campione si era dedicato alla famiglia e alle sue passioni, tra cui lo sci, sport che praticava con grande abilità sulle piste delle Alpi francesi che frequentava regolarmente durante le vacanze natalizie.

Il 29 dicembre 2013: la tragedia di Meribel

Era una domenica mattina come tante altre quella del 29 dicembre 2013 quando Michael Schumacher si recò sulle piste di Meribel, nelle Alpi francesi, insieme al figlio Mick, allora quattordicenne, e ad alcuni amici per la consueta uscita mattutina. Il campione conosceva perfettamente quelle piste, frequentate da anni durante le vacanze natalizie nella sua proprietà “Les Brames”, e quel giorno aveva scelto di sciare sulla Chamois, una pista rossa che percorreva abitualmente.

Intorno alle undici del mattino, il gruppo decise di spostarsi verso La Biche, una pista blu situata a pochi metri di distanza, attraversando un breve tratto di neve non battuto che separava i due percorsi. Fu proprio in quel momento che si consumò la tragedia: Schumacher, procedendo a velocità normale e non impegnandosi in alcun fuoripista pericoloso, venne sorpreso da una roccia nascosta dal manto di neve fresca.

La dinamica dell’incidente, ricostruita grazie alle immagini registrate da una telecamera GoPro montata sul casco dello stesso Schumacher, mostra chiaramente come il pilota stesse semplicemente passando da una pista battuta all’altra quando colpì la roccia con gli sci, perdendo l’equilibrio e precipitando di testa su un altro masso. L’impatto fu devastante: nonostante indossasse il casco di protezione, la violenza dell’urto causò la rottura del dispositivo di sicurezza e provocò un gravissimo trauma cranico.

I soccorsi arrivarono immediatamente sul luogo dell’incidente, alle 11:07, e Schumacher venne trasportato d’urgenza in elicottero all’ospedale universitario di Grenoble, dove fu ricoverato in condizioni critiche. I medici procedettero immediatamente con due delicati interventi neurochirurgici nel tentativo di salvare la vita al campione, che cadde in coma farmacologico.

Gli anni bui: dalla speranza alla realtà

Dopo mesi di cure intensive all’ospedale di Grenoble, nel giugno 2014 Michael Schumacher venne dimesso e trasferito in una clinica privata di Losanna per iniziare il lungo percorso di riabilitazione. Tuttavia, fu chiaro fin da subito che le speranze di un pieno recupero erano estremamente ridotte. Nel settembre 2014, la famiglia decise di riportare Michael nella propria villa di Gland, sul Lago di Ginevra in Svizzera, dove venne allestita una vera e propria clinica privata con assistenza medica ventiquattro ore su ventiquattro.

Da quel momento, un muro di silenzio si è alzato intorno alle condizioni del campione. Corinna Schumacher e i suoi figli hanno scelto di proteggere totalmente la privacy di Michael, limitando drasticamente le informazioni rilasciate alla stampa e consentendo l’accesso alla villa soltanto a un ristrettissimo numero di persone. Questo riserbo assoluto ha alimentato negli anni speculazioni e indiscrezioni, ma la famiglia è rimasta ferma nella propria decisione di mantenere la dignità del campione lontano dagli sguardi indiscreti del pubblico.

Le poche informazioni trapelate nel corso degli anni dipingono un quadro drammatico: secondo fonti vicine alla famiglia, rivelate dal giornalista tedesco Felix Gorner nel 2025, Michael Schumacher non è più in grado di comunicare verbalmente e dipende completamente dall’assistenza per ogni necessità quotidiana. Il campione, che oggi ha cinquantasei anni, viene descritto come una persona che comunica esclusivamente attraverso lo sguardo, ma che ha mantenuto dei momenti di coscienza che gli permettono di seguire quello che accade intorno a lui.

Nel 2020, Elisabetta Gregoraci aveva rivelato un particolare significativo sulle condizioni di vita di Michael Schumacher: oltre ai familiari più stretti, soltanto tre persone al mondo sono autorizzate a fargli visita nella villa-clinica di Gland. Per anni l’identità di queste tre figure è rimasta parzialmente misteriosa, ma oggi è possibile delinearne il profilo completo.

Il primo nome è quello di Jean Todt, l’ex direttore sportivo della Ferrari e presidente della FIA, che ha legato indissolubilmente il proprio nome ai successi di Schumacher nel periodo dorato del Cavallino Rampante. Todt ha più volte confermato di recarsi regolarmente a trovare l’amico, con una frequenza di una o due visite al mese, e ha raccontato come insieme guardino ancora le gare di Formula 1 in televisione, mantenendo vivo quel legame speciale forgiato dai trionfi condivisi.

Il secondo privilegiato è Ross Brawn, il geniale ingegnere britannico che fu il cervello strategico dietro le vittorie Ferrari di Schumacher e che successivamente lavorò nuovamente con lui durante l’esperienza in Mercedes. Brawn ha sempre mantenuto un rapporto personale profondissimo con il campione, basato su una comprensione reciproca che andava ben oltre l’aspetto professionale e che si è consolidato anche nei momenti più difficili.

La terza persona autorizzata alle visite è stata rivelata soltanto di recente dal Telegraph: si tratta di Gerhard Berger, l’ex pilota austriaco che in pista fu uno dei più temibili avversari di Schumacher ma che nel corso degli anni è diventato un caro amico. Il legame tra i due è stato rafforzato da una coincidenza inquietante: Berger si ruppe un braccio sciando fuori pista soltanto dieci settimane dopo l’incidente di Michael a Meribel, vivendo in prima persona il pericolo degli sport invernali.

Per garantire a Michael Schumacher le migliori cure possibili, la famiglia sostiene costi che secondo il Corriere della Sera ammontano a circa sette milioni di euro all’anno. Si tratta di cifre che includono l’équipe medica specializzata, le attrezzature all’avanguardia, i trattamenti sperimentali e tutti i supporti necessari per mantenere il campione in condizioni di vita dignitose. In dodici anni, il totale delle spese ha già superato gli ottanta milioni di euro.

Per far fronte a questi costi straordinari, Corinna Schumacher ha dovuto prendere decisioni difficili, mettendo in vendita alcuni beni di famiglia, tra cui il jet privato e proprietà in Norvegia. Nel 2022, la famiglia ha acquisito una villa a Maiorca dall’ex presidente del Real Madrid Florentino Perez, una proprietà di quindicimila metri quadrati dotata di tutte le strutture necessarie per assistere Michael, incluso un eliporto per i trasferimenti medici d’emergenza.

Recentemente, la famiglia ha dovuto affrontare anche un tentativo di estorsione da parte di un ex assistente, Markus Fritsche, che aveva minacciato di divulgare documenti privati, foto e cartelle cliniche in cambio di 14,5 milioni di euro. L’intervento delle autorità tedesche e svizzere ha portato all’arresto di due complici, mentre Fritsche è stato rilasciato su cauzione, ma l’episodio ha dimostrato fino a che punto alcuni individui siano disposti ad arrivare per sfruttare la tragedia della famiglia Schumacher.

Nonostante la tragedia che ha colpito Michael Schumacher, la famiglia ha cercato di mantenere una parvenza di normalità, soprattutto per quanto riguarda i figli Gina Maria e Mick. La primogenita ha continuato la propria carriera nell’equitazione, conquistando il titolo mondiale FEIN World Reining in Svizzera nel 2017, e nel settembre 2024 si è sposata con il compagno di lunga data Iain Bethke in una cerimonia blindatissima nella villa di Maiorca, alla presenza del padre in una posizione riservata e protetta.

Mick, dal canto suo, ha seguito le orme paterne nel motorsport, arrivando a correre in Formula 1 con la Haas per due stagioni prima di diventare pilota di riserva Mercedes. Il giovane Schumacher ha spesso parlato della difficoltà di comunicare con il padre, spiegando in un documentario Netflix del 2021 come lui e Michael dovranno “capirsi in modo diverso” rispetto al passato, ma ha sempre mantenuto viva la speranza di poter condividere nuovamente momenti speciali insieme.

Corinna Schumacher, dal canto suo, ha dimostrato una forza straordinaria in questi dodici anni difficili, trasformandosi da moglie di un campione in custode devota di un uomo che ha bisogno di cure costanti. La sua dedizione assoluta e la sua determinazione nel proteggere la dignità del marito sono diventate leggendarie quanto i successi sportivi di Michael, rappresentando un esempio di amore coniugale che va ben oltre le apparenze pubbliche.

Oggi Michael Schumacher vive tra la villa di Gland e la proprietà di Maiorca, circondato dall’affetto dei suoi cari e dalle cure di un’équipe medica che non smette di sperare in un miglioramento delle sue condizioni. Le sue giornate scorrono lontano dai riflettori che un tempo lo celebravano come il Kaiser della Formula 1, ma il suo nome continua a risuonare nel mondo del motorsport come sinonimo di eccellenza e determinazione.

La storia di Michael Schumacher rimane una delle più toccanti del panorama sportivo internazionale: da un lato la gloria imperitura di un campione che ha riscritto i record della Formula 1, dall’altro il dramma umano di una famiglia che da dodici anni combatte una battaglia silenziosa contro un destino crudele. Il Kaiser che dominava le piste di tutto il mondo oggi dipende dall’assistenza per ogni gesto quotidiano, ma il suo esempio di grandezza sportiva e umana continua a ispirare generazioni di appassionati che non dimenticano cosa significhi la parola “campione”.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!