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Meteo, Befana con Forte Maltempo in molte regioni: l’ultima tendenza

Tra il 2 e il 6 gennaio l’Italia sarà investita da piogge, vento e mareggiate. Occhi puntati sulla Befana: possibile irruzione artica con neve fino in pianura al Nord.

L’inizio del 2026 si presenta all’insegna di un deciso cambio di passo sul fronte meteorologico, con un quadro sinottico in rapida evoluzione che preannuncia una fase di marcato maltempo proprio a ridosso dell’Epifania. Le elaborazioni modellistiche a medio termine convergono su uno scenario perturbato a partire da giovedì 2 gennaio, con l’Italia investita da una vasta struttura depressionaria in azione tra la Penisola Iberica e il bacino centro-occidentale del Mediterraneo. Tale configurazione sarà responsabile dell’attivazione di un’intensa avvezione di aria umida e relativamente mite dai quadranti sud-occidentali, alimentata da venti sostenuti di Libeccio, che soffieranno burrascosi su buona parte delle regioni tirreniche e sulle due isole maggiori.

In questa prima fase, le temperature si manterranno superiori alla media climatologica del periodo, in particolare lungo i litorali e nelle aree collinari esposte al richiamo meridionale. Tuttavia, il contrasto termico indotto dall’ingresso dell’umidità atlantica sarà il motore per la formazione di piogge diffuse e persistenti, con accumuli significativi attesi in particolare sui settori occidentali e tirrenici del Paese.

Le aree maggiormente esposte ovvero Liguria di Levante, Toscana, Lazio e Campania – dovranno fare i conti con fenomeni a tratti intensi, che potranno assumere carattere temporalesco e localmente sfociare in nubifragi, con elevato rischio idrogeologico e possibilità di mareggiate lungo le coste esposte ai venti meridionali.

Sul fronte nivologico, la fase pre-epifanica sarà caratterizzata da nevicate intense ma confinate a quote elevate, generalmente oltre i 1700-1800 metri, sulle Alpi centro-orientali, dove si prevede un significativo apporto nevoso, particolarmente utile per il manto stagionale ma non privo di criticità legate al rischio valanghe.

Il vero snodo meteorologico è atteso però tra il 6 e il 7 gennaio, quando i principali centri di calcolo iniziano a intravedere una possibile svolta sinottica di rilievo. Esaurita l’azione della saccatura atlantica, l’Europa centrale e il Mediterraneo potrebbero essere interessati da un’irruzione di aria artica continentale, finora confinata oltralpe, che avrebbe la potenzialità di raggiungere con decisione la nostra Penisola. Questo ingresso d’aria fredda, se confermato, innescherebbe una rapida caduta delle temperature e la formazione di un minimo depressionario secondario sul basso Tirreno, in grado di attivare nuove precipitazioni diffuse su molte regioni italiane.

Le conseguenze di tale dinamica sarebbero significative: la nuova perturbazione potrebbe accompagnarsi a un drastico abbassamento della quota neve, con possibilità di fiocchi fin verso le pianure del Nord, specie tra il 7 e il 9 gennaio. Le regioni del Nord-Ovest, e in particolare il Piemonte e l’Emilia occidentale, potrebbero ritrovarsi sotto un manto bianco, ma si tratta di una tendenza ancora da confermare, soggetta alla precisa traiettoria del nucleo gelido e alla localizzazione del minimo barico.

In sintesi, l’Italia si prepara a un avvio d’anno meteorologicamente movimentato, con una lunga fase di maltempo e il concreto rischio di un’ondata di freddo tardiva e nevosa nel cuore dell’inverno. I prossimi aggiornamenti modellistici saranno decisivi per confermare o meno questo scenario potenzialmente dirompente.

Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!