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“Il tuo account WhatsApp sta per essere sospeso”, ecco come funziona la truffa del profilo bloccato

La Polizia di Stato avverte di una nuova truffa smishing che sfrutta falsi SMS di WhatsApp per rubare dati personali attraverso siti web contraffatti che imitano la piattaforma originale.

La Polizia di Stato ha lanciato nelle ultime ore un allarme urgente riguardo una nuova ondata di truffe digitali che sta colpendo migliaia di utenti italiani attraverso messaggi SMS apparentemente innocui ma dal contenuto estremamente pericoloso. La tecnica, definita smishing (dall’unione delle parole SMS e phishing), rappresenta l’evoluzione delle classiche truffe informatiche, spostando l’attenzione dai tradizionali canali email verso i messaggi di testo che, per loro natura, tendono a essere percepiti come più affidabili e immediati dagli utenti. Il meccanismo di questa frode si basa su un principio psicologico consolidato che i cybercriminali conoscono perfettamente: la creazione di un senso di urgenza e paura che spinge la vittima ad agire impulsivamente, senza fermarsi a riflettere sulla veridicità del messaggio ricevuto.

Il testo del messaggio truffaldino segue uno schema ormai consolidato e perfettamente orchestrato per massimizzare l’efficacia dell’inganno. Le vittime ricevono un SMS che recita: “Attenzione! Il tuo account WhatsApp non è verificato ed è a rischio, visita questo link altrimenti l’uso sarà limitato”, oppure varianti simili come “Il tuo account sarà sospeso. Verifica subito i tuoi dati”. La formulazione del messaggio è studiata nei minimi dettagli per sfruttare tre elementi psicologici fondamentali: la paura di perdere l’accesso a un servizio considerato essenziale nella vita quotidiana, l’urgenza dell’azione richiesta che impedisce una riflessione ponderata, e l’apparente legittimità del mittente che sembra provenire direttamente da WhatsApp. Questo ultimo aspetto è particolarmente insidioso perché i truffatori utilizzano servizi web specializzati che consentono di inviare messaggi SMS di massa modificando il numero del mittente, facendo apparire il messaggio come se provenisse effettivamente dalla piattaforma di messaggistica.

La fase successiva della truffa si sviluppa nel momento in cui l’utente, spinto dalla preoccupazione di perdere l’accesso al proprio account WhatsApp, decide di cliccare sul link contenuto nel messaggio. Questo collegamento, apparentemente innocuo, conduce la vittima verso un sito web completamente falso ma graficamente identico all’interfaccia ufficiale di WhatsApp o delle piattaforme collegate come Meta o Facebook. La qualità della riproduzione grafica di questi siti fasulli è divenuta negli anni sempre più sofisticata, rendendo estremamente difficile per un utente non esperto distinguere tra la pagina autentica e quella contraffatta. Una volta atterrata su questa pagina fraudolenta, la vittima viene guidata attraverso un processo apparentemente legittimo di “verifica dell’account” che richiede l’inserimento di dati personali sensibili come username, password, numeri di telefono, e in alcuni casi più gravi, anche informazioni bancarie complete inclusi i codici di sicurezza delle carte di credito.

Gli esperti di cybersecurity hanno evidenziato come questa particolare tipologia di attacco rappresenti un’evoluzione significativa rispetto alle tradizionali tecniche di phishing via email. La forza dell’SMS come vettore di attacco risiede nella sua immediatezza e nella percezione di maggiore affidabilità che gli utenti tendono ad attribuire ai messaggi di testo rispetto alle email. Inoltre, i cybercriminali sfruttano una caratteristica tecnica particolare: utilizzando servizi di invio SMS commerciali, riescono a far apparire i loro messaggi truffaldini all’interno della cronologia autentica dei messaggi precedentemente ricevuti da WhatsApp per operazioni legittime come la verifica in due passaggi. Questo fenomeno, noto tecnicamente come “Swap Alias”, conferisce un’apparenza di autenticità ancora maggiore al messaggio fraudolento, rendendo la truffa particolarmente insidiosa anche per utenti normalmente attenti alle minacce digitali.

Le conseguenze per chi cade vittima di questa frode possono essere streinamente gravi e durature. Nel momento in cui i dati personali vengono inseriti sul sito fasullo, questi finiscono immediatamente nelle mani dei cybercriminali che possono utilizzarli per una vasta gamma di attività illecite. Nel caso più comune, i truffatori tentano di impossessarsi effettivamente dell’account WhatsApp della vittima utilizzando le credenziali rubate, un processo che viene facilitato se riescono ad ottenere anche l’accesso al numero di telefono attraverso tecniche di SIM swapping. Una volta ottenuto il controllo dell’account, i criminali possono utilizzarlo per propagare ulteriormente la truffa contattando tutti i contatti della vittima originale, sfruttando la fiducia che questi nutrono nei confronti del profilo compromesso per convincerli a loro volta a cadere nella stessa trappola, creando così un effetto a catena particolarmente devastante.

La Pelizia Postale ha sottolineato come la prevenzione rappresenti l’arma più efficace contro questo tipo di attacchi, fornendo una serie di indicazioni precise che ogni utente dovrebbe seguire scrupolosamente. La prima e fondamentale regola da tenere sempre presente è che WhatsApp non invia mai messaggi SMS ai propri utenti per comunicazioni riguardanti la sicurezza dell’account o presunte verifiche. Tutte le comunicazioni ufficiali della piattaforma avvengono esclusivamente attraverso l’applicazione stessa, attraverso notifiche push o, in casi eccezionali, tramite email ufficiali facilmente riconoscibili. Qualsiasi messaggio SMS che fa riferimento a problemi con l’account WhatsApp deve quindi essere immediatamente considerato sospetto e trattato come una potenziale truffa. Gli utenti devono inoltre prestare particolare attenzione agli errori grammaticali o ortografici presenti nel messaggio, che spesso rappresentano un chiaro indicatore della natura fraudolenta della comunicazione, così come alla presenza di link abbreviati o URL sospetti che non rimandano direttamente ai domini ufficiali di WhatsApp.

Per quanto riguarda le misure preventive concrete che ogni utente può adottare per proteggersi efficacemente da questo tipo di minacce, gli esperti raccomandano l’adozione di un approccio multistrato che combini consapevolezza, tecnologia e buone pratiche comportamentali. In primo luogo, è essenziale non cliccare mai su link sospetti ricevuti via SMS, indipendentemente da quanto possano apparire convincenti o urgenti. Nel caso in cui si riceva un messaggio che destino dei dubbi, la prassi corretta consiste nel contattare direttamente il servizio clienti di WhatsApp attraverso i canali ufficiali per verificare l’autenticità della comunicazione. È inoltre fondamentale mantenere sempre aggiornati i sistemi operativi e le applicazioni installate sui propri dispositivi, in quanto gli aggiornamenti di sicurezza spesso includono protezioni contro le nuove tecniche di attacco sviluppate dai cybercriminali.

L’attivazione della verifica in due passaggi rappresenta un ulteriore livello di sicurezza fondamentale che ogni utente WhatsApp dovrebbe configurare sul proprio account. Questa funzionalità, disponibile gratuitamente all’interno delle impostazioni dell’applicazione, richiede l’inserimento di un PIN personalizzato ogni volta che si tenta di registrare nuovamente il numero di telefono su WhatsApp, rendendo significativamente più complesso per i truffatori impossessarsi dell’account anche nel caso in cui dovessero riuscire ad ottenere il numero di telefono e il codice di verifica via SMS. Gli esperti raccomandano inoltre di utilizzare password uniche e complesse per tutti i propri account digitali, evitando categoricamente di riutilizzare le stesse credenziali su piattaforme diverse, in modo da limitare i danni nel caso in cui uno degli account dovesse essere compromesso.

Nel caso sfortunato in cui un utente dovesse accorgersi di essere caduto vittima della truffa, è fondamentale agire con la massima tempestività per limitare i potenziali danni. La prima azione da compiere consiste nel disconnettere immediatamente il dispositivo dalla connessione internet per impedire ulteriori trasferimenti di dati sensibili verso i server controllati dai cybercriminali. Successivamente, è necessario modificare urgentemente tutte le password associate ai propri account digitali, iniziando da quelli più critici come l’email principale, i servizi bancari online e i social network. Nel caso in cui siano stati inseriti dati bancari o informazioni relative a carte di credito, è imperativo contattare immediatamente la propria banca per segnalare il potenziale compromesso e richiedere il blocco preventivo delle carte interessate. Parallelamente, è fondamentale presentare una denuncia formale presso la Polizia Postale o i Carabinieri, fornendo tutti i dettagli disponibili sull’incidente per contribuire alle indagini e alla prevenzione di ulteriori casi simili.

Questa nuova ondata di truffe rappresenta l’ennesima dimostrazione di come i cybercriminali continuino ad evolversi e ad adattare le proprie tecniche di attacco per sfruttare al meglio le abitudini e le vulnerabilità degli utenti moderni. La crescente dipendenza dai servizi di messaggistica istantanea come WhatsApp, diventati ormai indispensabili per la comunicazione quotidiana sia personale che professionale, offre ai truffatori una superficie di attacco particolarmente ampia e attraente. La sfida per gli utenti consiste nel trovare il giusto equilibrio tra la comodità d’uso di questi strumenti digitali e la necessaria attenzione alle minacce di sicurezza che li accompagnano. Solo attraverso una combinazione di educazione digitale, implementazione di adeguate misure di sicurezza e mantenimento di un sano scetticismo nei confronti di comunicazioni non sollecitate, sarà possibile continuare a beneficiare delle opportunità offerte dalla tecnologia moderna riducendo al minimo i rischi associati.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!