I carabinieri della Compagnia di San Donato Milanese hanno fermato un cittadino del Mali di 25 anni accusato di violenza sessuale aggravata dalla minorata difesa e lesioni nei confronti di una diciottenne avvenuta nella notte tra il 30 e il 31 agosto scorsi nei pressi della stazione ferroviaria di San Zenone al Lambro. L’uomo, identificato come Harouna Sangare, è stato incastrato dall’analisi del DNA condotta dai Ris di Parma, che ha confermato la corrispondenza tra il suo profilo genetico e le tracce biologiche rinvenute sul corpo della vittima.
L’indagine, coordinata dalla Procuratrice di Lodi Laura Pedio, ha preso avvio immediatamente dopo la denuncia sporta dalla vittima nella stessa notte dell’aggressione. La ragazza, che stava raggiungendo la stazione per prendere l’ultimo treno delle 23.04 diretto verso Milano dopo aver trascorso la serata con la sorella nel comune lodigiano, è stata aggredita alle spalle da uno sconosciuto che l’ha trascinata in un’area boschiva isolata dove ha consumato la violenza dopo averla percossa, causandole lesioni che sono state successivamente accertate presso il centro antiviolenza della clinica Mangiagalli di Milano.
Il fermato risulta essere ospite della onlus Fratelli di San Francesco, organizzazione che gestisce diversi centri di accoglienza nel territorio milanese attraverso la propria Fondazione. Sangare, arrivato in Italia il 19 luglio 2024 con sbarco a Lampedusa, aveva ottenuto un permesso di soggiorno con formula della protezione sussidiaria dopo aver presentato domanda di asilo, status riconosciuto ai cittadini del Mali in considerazione della grave situazione di instabilità politica e di violenza generalizzata che caratterizza il paese nordafricano.
La sera dell’aggressione, il venticinquenne si trovava presso il centro di accoglienza "Casa Papa Francesco" di San Zenone al Lambro, situato nell’ex hotel Ambra di via Maestri del Lavoro, per sostituire un collega assente nel servizio mensa della struttura. Abitualmente impiegato come aiuto cuoco presso un’altra struttura della medesima onlus in via Saponaro 40 a Milano, aveva sottoscritto con la Fondazione un contratto part-time di sei mesi con scadenza 31 dicembre 2025. Le telecamere di videosorveglianza del centro hanno immortalato il suo rientro nella struttura poco dopo la mezzanotte, elemento che si è rivelato determinante per le indagini.
Il giorno successivo alla violenza, l’uomo è stato trasferito presso un’altra struttura gestita dalla stessa onlus nella capitale lombarda, dove è stato rintracciato dai militari dell’Arma che hanno proceduto al fermo nella notte tra martedì e mercoledì. La Procuratrice Pedio, durante la conferenza stampa tenuta per illustrare l’esito delle indagini, ha sottolineato come "gli elementi acquisiti siano sufficienti per ritenere che la persona fermata sia il responsabile dei fatti", evidenziando la rapidità con cui è stato raggiunto il risultato investigativo.
L’identificazione del presunto responsabile è avvenuta attraverso un’operazione di screening genetico di massa condotta dai carabinieri presso il centro di accoglienza sanzenonese. Nei giorni immediatamente successivi al reato, su disposizione della Procura di Lodi, i militari avevano effettuato prelievi salivari volontari su tutti gli oltre duecento ospiti della struttura, distante appena cinquecento metri dal luogo dell’aggressione. L’iniziativa investigativa era stata orientata dalla sommaria descrizione fornita dalla vittima, ancora sotto shock, che aveva indicato l’aggressore come un uomo di carnagione scura con capelli ricci.
Il direttore della onlus ha fornito collaborazione attiva agli investigatori, come riconosciuto dalla stessa Procuratrice, permettendo l’accesso alle strutture, facilitando i prelievi genetici degli ospiti, fornendo le registrazioni delle telecamere interne e assistendo nell’identificazione del fermato. Questa cooperazione si è rivelata essenziale per il buon esito delle indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di San Donato Milanese, del Nucleo operativo e Radiomobile, del Comando provinciale di Milano e con il supporto tecnico-scientifico dei Ris di Parma.
Sangare, che risulta avere una compagna e dei figli, presenta precedenti penali per lesioni e maltrattamenti nelle banche dati delle forze dell’ordine. Assistito dall’avvocato Marco Moscatiello, si è finora avvalso della facoltà di non rispondere. Domani è previsto l’interrogatorio di convalida del fermo davanti al giudice per le indagini preliminari, mentre la Procura trasmetterà la richiesta di applicazione di misura cautelare.
L’episodio ha suscitato reazioni politiche, con il deputato di Fratelli d’Italia Fabio Raimondo che ha espresso "sdegno e profonda indignazione" per l’accaduto, sottolineando come sia "inaccettabile che le nostre comunità debbano vivere nella paura" e ribadendo la posizione secondo cui "chi commette crimini così odiosi non ha alcun diritto di rimanere in Italia". L’intervento politico si inserisce nel dibattito più ampio sulle politiche di accoglienza e gestione dei flussi migratori.
Le indagini hanno beneficiato dell’ausilio delle tecnologie di videosorveglianza presenti nella zona circostante la stazione, anche se nessun dispositivo inquadrava direttamente l’area in cui si è consumata la violenza. I militari hanno inoltre analizzato il traffico delle celle telefoniche che coprono la zona per isolare eventuali tracce utili all’identificazione dell’aggressore, in un’indagine che ha visto impiegati diversi reparti specializzati dell’Arma in un coordinamento investigativo che ha portato alla risoluzione del caso in tempi particolarmente rapidi rispetto alla complessità degli accertamenti scientifici richiesti.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!