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Lost, ecco il finale originale bloccato dalla ABC che avrebbe risolto uno dei più grandi misteri della serie

Gli sceneggiatori di Lost rivelano che il finale originale delle serie sarebbe stato decisamente diverso e avrebbe svelato tutti i misteri lasciati irrisolti.

Tra le serie televisive che hanno segnato indelebilmente l’immaginario collettivo del nuovo millennio, Lost occupa certamente una posizione di primo piano, distinguendosi per la complessità narrativa e l’intreccio di enigmi che avvolgono i personaggi, l’isola misteriosa e l’intera trama. Sin dal primo episodio, i telespettatori si trovano confrontati con la presenza inquietante di una entità soprannaturale, inizialmente descritta come un “mostro” che successivamente si rivela essere una colonna di fumo nero senziente, capace di assumere diverse forme e dotata di poteri straordinari.

Il Mostro di Fumo Nero, o Uomo in Nero come viene successivamente identificato, rappresenta uno degli elementi più enigmatici dell’intera serie, la cui origine e natura non vengono mai completamente chiarite dagli sceneggiatori. Tuttavia, recenti rivelazioni degli autori hanno svelato che esisteva un piano narrativo alternativo che avrebbe potuto fornire una spiegazione molto più concreta e tangibile per questo mistero centrale: un vulcano magico posto nel cuore dell’isola.

Quando Damon Lindelof e J.J. Abrams iniziarono a sviluppare il progetto pilota di Lost, il team di sceneggiatori aveva già delineato molti degli elementi fondamentali che avrebbero caratterizzato l’intera serie. Tra questi figuravano il conflitto centrale tra bene e male, la misteriosa DHARMA Initiative, il movimento dell’isola attraverso il tempo e lo spazio, ma anche la natura del mostro di fumo. In questa fase iniziale di sviluppo, la creatura veniva descritta come una sorta di “sistema di sicurezza” dell’isola, possibilmente il risultato di un esperimento scientifico fallito o di una tecnologia avanzata di cui si erano perse le tracce.

La concezione originale prevedeva che il cuore dell’isola fosse rappresentato non dalla grotta luminosa che i telespettatori hanno potuto osservare nella versione definitiva, bensì da un vulcano dormiente dotato di proprietà magiche e soprannaturali. In questo contesto narrativo, la trasformazione dell’Uomo in Nero in una colonna di fumo nero avrebbe acquisito una logica molto più evidente e convincente, fornendo al tempo stesso una giustificazione scientifica e mitologica per l’esistenza del mostro.

Secondo le dichiarazioni rilasciate da Lindelof e Carlton Cuse in una intervista del 2017, l’episodio “Across the Sea” della sesta stagione, dedicato alla rivelazione delle origini di Jacob e dell’Uomo in Nero, avrebbe dovuto aprirsi con la presenza imponente del vulcano. Questo elemento naturale sarebbe stato identificato come la fonte primaria dei poteri soprannaturali del mostro, rappresentando essenzialmente una versione di Lost del leggendario “Monte Fato” della tradizione letteraria fantasy.

Il piano narrativo originale prevedeva una sequenza spettacolare in cui Jacob, dopo aver scoperto l’assassinio della madre adottiva per mano del fratello, avrebbe trascinato l’Uomo in Nero fino al cratere del vulcano attivo. In questo scenario drammatico, Jacob avrebbe gettato il fratello nelle profondità incandescenti del vulcano, causando la sua trasformazione nel mostro di fumo nero che avrebbe successivamente terrorizzato i sopravvissuti del volo Oceanic 815. La logica sottostante a questa trasformazione risiedeva nel fatto che il vulcano, fungendo da fonte di energia elettromagnetica primordiale, avrebbe fornito il potere necessario per la metamorfosi soprannaturale.

Il finale della serie avrebbe dovuto culminare in uno scontro epico tra Jack Shephard e l’Uomo in Nero mascherato da John Locke, ambientato proprio nel contesto di una violenta eruzione vulcanica. Il vulcano sarebbe stato riattivato dalla rottura dell’equilibrio cosmico che l’isola aveva il compito di mantenere, con la fuoriuscita delle forze del male che minacciavano di distruggere il mondo intero. In questo scenario apocalittico, caratterizzato da tremori tellurici, colate laviche e fenomeni soprannaturali, Jack sarebbe riuscito a sconfiggere definitivamente l’antagonista, ripristinando l’ordine universale.

Tuttavia, questa grandiosa visione narrativa si scontrò con le rigide limitazioni imposte dal budget di produzione della rete ABC. I dirigenti della emittente televisiva si resero rapidamente conto che la realizzazione di effetti speciali convincenti per rappresentare un vulcano attivo e una battaglia finale ambientata in questo contesto avrebbe comportato costi proibitivi. La situazione divenne particolarmente critica quando si scoprì che anche un altro set progettato per la stagione finale, il Tempio, avrebbe richiesto investimenti superiori alle previsioni iniziali.

Di fronte a questi ostacoli economici, i produttori e gli sceneggiatori furono costretti ad abbandonare l’idea del vulcano, sostituendola con la “grotta del cuore dell’isola” che i telespettatori hanno potuto osservare nella versione finale. Nonostante questa modifica sostanziale, gli autori mantennero il conflitto fondamentale tra luce e oscurità come fulcro tematico centrale della serie, preservando così l’essenza filosofica del messaggio originale.

Nonostante l’abbandono dell’idea del vulcano nella trama principale, alcuni elementi presenti nella serie sembrano ancora alludere a questo concept iniziale. Durante la terza stagione, in una sequenza didattica della DHARMA Initiative, viene effettivamente mostrato un vulcano presente sull’isola, particolare che aveva inizialmente alimentato le speculazioni dei fan più attenti. Inoltre, il concetto stesso di un “cuore pulsante e distruttivo” situato nel centro dell’isola si ritrova nella grotta luminosa delle ultime stagioni, suggerendo che gli autori abbiano mantenuto alcuni elementi dell’idea originale pur modificandone la rappresentazione visiva.

Tuttavia, lo stesso Lindelof ha successivamente ammesso che una battaglia finale ambientata in un vulcano attivo avrebbe comportato il rischio di apparire visivamente poco credibile, soprattutto se confrontata con scene epiche già presenti nella storia del cinema, come il celebre duello su Mustafar in “Star Wars: La vendetta dei Sith”. Questa considerazione estetica e narrativa contribuì ulteriormente alla decisione di abbandonare l’idea del vulcano, privilegiando una soluzione più simbolica e metaforica.

La scelta finale di mantenere l’ambiguità attorno alla natura del Mostro di Fumo Nero si rivelò coerente con l’approccio narrativo generale di Lost, che privilegiava sempre le interpretazioni simboliche rispetto alle spiegazioni letterali. In questa prospettiva, il Fumo Nero divenne un simbolo del conflitto interiore umano, un elemento meno tangibile dal punto di vista fisico ma più potente e universale dal punto di vista metaforico. Questa trasformazione tematica rese il mostro una rappresentazione più complessa e sfaccettata della natura umana, piuttosto che una semplice creatura soprannaturale con origini vulcaniche.

L’episodio “Across the Sea” nella sua versione definitiva mantenne comunque il suo ruolo cruciale nell’economia narrativa della serie, rivelando le origini di Jacob e dell’Uomo in Nero attraverso una narrazione che assumeva toni quasi biblici e mitologici. L’episodio, scritto da Carlton Cuse e Damon Lindelof e diretto da Tucker Gates, si concentrò interamente sul passato, mostrandone la nascita dei due fratelli, la loro educazione da parte della madre adottiva, e il tragico conflitto che portò alla trasformazione dell’Uomo in Nero nel mostro di fumo.

La rivelazione del finale alternativo con il vulcano offre una prospettiva interessante su come le limitazioni produttive possano influenzare le scelte creative in ambito televisivo. Pur rappresentando probabilmente una soluzione narrativa più spettacolare e cinematografica, il vulcano magico avrebbe forse privato Lost di quella caratteristica ambiguità interpretativa che ha contribuito a renderla una delle serie più discusse e analizzate della storia della televisione. La versione definitiva, privilegiando il simbolismo rispetto alla spettacolarità, ha permesso alla serie di mantenere quella profondità filosofica e quella ricchezza tematica che continuano a alimentare dibattiti e interpretazioni anche a distanza di anni dalla sua conclusione.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!