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Addio a MTV, la fine di un’epoca che ha segnato intere generazioni

Paramount Global chiude definitivamente cinque canali musicali MTV in Europa entro dicembre 2025, segnando la fine di un’era che ha rivoluzionato la cultura musicale televisiva per oltre quattro decenni.
Credit © MTV

Paramount Global ha ufficialmente confermato la chiusura definitiva di cinque canali musicali MTV in Europa entro il 31 dicembre 2025. La decisione segna la conclusione di un’era che ha rivoluzionato il rapporto tra musica e televisione per oltre quattro decenni, trasformando radicalmente il modo in cui intere generazioni hanno scoperto e consumato la musica.

I canali destinati alla chiusura sono MTV Music, MTV 80s, MTV 90s, Club MTV e MTV Live, che rappresentano gli ultimi baluardi della programmazione musicale non-stop del marchio. La decisione interessa inizialmente Regno Unito e Irlanda, per poi estendersi progressivamente a Francia, Germania, Austria, Polonia, Ungheria, Australia e Brasile. L’unico canale che sopravviverà sarà MTV HD, ma con una programmazione completamente stravolta, incentrata su reality show e programmi di intrattenimento come “Naked Dating UK” e “Geordie Shore”, abbandonando definitivamente la sua identità musicale originaria.

La trasformazione non rappresenta un fulmine a ciel sereno, ma il culmine di un processo che si protrae da anni. Internet è diventato la nuova MTV. YouTube, TikTok e Spotify hanno reso obsoleta la televisione musicale tradizionale, offrendo accesso istantaneo e personalizzato ai contenuti. Il pubblico giovane oggi scopre la musica attraverso algoritmi e piattaforme on-demand, rendendo insostenibile il modello della televisione lineare.

Le radici di una rivoluzione culturale

La storia di MTV inizia il 1° agosto 1981 negli Stati Uniti, quando alle 24:00 andò in onda “Video Killed the Radio Star” dei Buggles. Un titolo profetico che anticipava la rivoluzione che il canale avrebbe portato nell’industria musicale mondiale. L’Europa vide la nascita di MTV Europe nel 1987, mentre MTV Italia debuttò ufficialmente il 1° settembre 1997 sulle frequenze di Rete A con l’MTV Unplugged dei Nirvana.

MTV non si limitò a trasmettere videoclip, ma divenne un fenomeno culturale totale. Il canale ridefinì il concetto stesso di videoclip musicale, trasformandolo da semplice strumento promozionale a forma d’arte autonoma. Registi come David Fincher, Spike Jonze e Michel Gondry iniziarono le proprie carriere dirigendo videoclip per MTV, creando capolavori visivi che accompagnavano brani destinati a segnare generazioni.

Il videoclip, nato nel 1975 con “Bohemian Rhapsody” dei Queen, trovò in MTV il proprio habitat naturale. Il canale trasformò la fruizione musicale da esperienza puramente auditiva a esperienza audiovisiva completa, dove l’immagine diventava elemento costitutivo e indispensabile della musica stessa. MTV creò le prime superstar globali dell’era video: Michael Jackson con “Thriller” nel 1983, Madonna con “Vogue”, Prince e Whitney Houston divennero icone planetarie grazie alla rotazione continua dei loro videoclip.

L’ascesa e il declino di un impero mediatico

Gli anni Ottanta rappresentarono l’apice assoluto di MTV. Il canale non era più soltanto una finestra sui video musicali, ma definiva moda, stili di vita e tendenze giovanili globali. MTV contribuì a creare uno stile visivo unico caratterizzato da colori accesi, abiti eccentrici e un’estetica che influenzò profondamente la cultura pop mondiale. Il canale divenne il punto di incontro di tutte le culture musicali, demolendo barriere razziali e geografiche nell’industria discografica.

Il declino iniziò gradualmente alla fine degli anni Novanta. MTV ridusse progressivamente la messa in onda di video rock, dando vita all’espressione “Rock is dead”. La strategia aziendale virò verso la musica pop, hip hop e R&B, mentre i programmi a tema rock vennero completamente rimossi. Contemporaneamente, il canale iniziò a diversificare la programmazione introducendo reality show e programmi non musicali, allontanandosi progressivamente dalla propria identità originaria.

La rivoluzione digitale e la morte della televisione musicale

L’avvento di Internet e delle piattaforme digitali ha rappresentato il colpo finale per MTV. YouTube, lanciato nel 2005, ha democratizzato completamente l’accesso ai videoclip, permettendo la visione on-demand senza vincoli di palinsesto. La piattaforma di Google è diventata la prima destinazione per i video musicali, superando ogni record di visualizzazione e ottenendo oltre il 10% del tempo totale di visione delle audience globali.

TikTok ha ulteriormente rivoluzionato il panorama, trasformando il consumo musicale in un’esperienza frammentata e virale. I giovani utenti scoprono nuovi brani attraverso video di pochi secondi, rendendo obsoleto il formato tradizionale del videoclip da tre-quattro minuti. Gli algoritmi di raccomandazione personalizzano l’esperienza musicale in modo che MTV non poteva nemmeno immaginare.

Le piattaforme di streaming musicale come Spotify hanno completato la trasformazione. La musica è diventata liquida, accessibile ovunque e in qualsiasi momento con un semplice abbonamento mensile. Gli ascoltatori hanno accesso a milioni di brani senza la necessità di attendere la programmazione televisiva. Questa democratizzazione ha permesso anche agli artisti indipendenti di raggiungere il pubblico globale senza passare attraverso i filtri delle major discografiche.

La decisione di Paramount Global si inquadra in un piano di riduzione dei costi globali di 500 milioni di dollari, seguito alla fusione con Skydance Media. I canali musicali MTV non sono più economicamente sostenibili: MTV Music nel Regno Unito registrava una media di 1,3 milioni di spettatori, mentre MTV 90s ne attirava circa 950.000. Numeri insufficienti per giustificare i costi operativi in un mercato dominato dalle piattaforme digitali gratuite.

La chiusura segna la fine di un modello di consumo musicale comunitario. MTV era il luogo dove tutto si incontrava, dove milioni di giovani condividevano simultaneamente le stesse scoperte musicali. Simone Angel, ex VJ del canale, ha espresso perfettamente questa perdita: “Dobbiamo continuare a sostenere gli artisti e tornare ad ascoltare musica. So che oggi lo facciamo online, ma MTV era il luogo dove tutto si univa. Mi si spezza davvero il cuore”.

L’eredità di un fenomeno irripetibile

MTV ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura contemporanea. Ha trasformato il videoclip da semplice strumento promozionale a forma d’arte autonoma, ha creato le prime superstar globali dell’era televisiva e ha definito l’estetica e i codici comunicativi della cultura giovanile per oltre due decenni. Il canale ha aperto la strada alla televisione tematica e ha anticipato molte dinamiche che oggi ritroviamo nei social media: la personalizzazione dei contenuti, l’interattività con il pubblico e la creazione di comunità virtuali attorno a interessi condivisi.

La fine dei canali musicali MTV rappresenta simbolicamente la conclusione dell’era della televisione come medium dominante per la scoperta musicale. I videoclip non scompaiono, ma si trasformano: diventano contenuti nativi digitali, progettati per la fruizione mobile e la condivisione virale. YouTube, TikTok e Instagram hanno ereditato il ruolo di MTV, ma frammentando l’esperienza da collettiva a individuale, da programmata a personalizzata.

Il mondo musicale contemporaneo deve a MTV l’intuizione fondamentale che la musica non è solo suono, ma esperienza audiovisiva completa. Questa lezione sopravvive alla chiusura dei canali televisivi e continua a influenzare il modo in cui artisti, produttori e piattaforme digitali pensano e creano contenuti musicali. MTV muore come canale televisivo, ma il suo DNA culturale permane nell’ecosistema digitale che ha contribuito a plasmare. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!